LE ORIGINI DEL GIALLO ALL’ITALIANA/3-SCRITTORI ITALIANI
2 Marzo 2011“Il catalogo”di Jean-Claude Carrière
17 Marzo 201118mila giorni, con sottotitolo Il pitone è il titolo dello spettacolo teatrale e musicale a un tempo con protagonista Giuseppe Battiston con il cantautore Gianmaria Testa e la regia di Alfonso Santagata. Uno spettacolo che affronta con ironia e senso dell’orrore uno dei più grandi drammi moderni: la perdita del lavoro in età avanzata e la corrispondente perdita di se stessi. 18mila giorni corrispondono a 5o anni, mentre il pitone
è un animale che prima se ne sta buono e ti prende le misure, e poi quando
ha raggiunto la tua stessa lunghezza e forza ti mangia.
Il protagonista del nostro racconto è un uomo di 5o anni che perde il lavoro prima affiancato,poi scavalcato e fagocitato da un collega più giovane,infine
licenziato.Come il pitone il lavoro finisce per mangiarti tutto intero,e il protagonista finisce per perdere anche se stesso, tutta la sua esistenza progressivamnte cade. Il suo appartamento è diventato una sorta di
discarica di cose, ricordi,sentimenti, tanti brandelli di vestiti, tante macerie
morali e fisiche.E anche la moglie e il figlio lo hanno ormai abbandonato.
E tutta una serie di riflessioni personali ed epocali si intrecciano in una sorta di monologo del protagonista che vede come in questi diciottomila giorni sono mutate le condizioni ambientali,epocali,lavorative dell’uomo e le aspettative sociali.Dalla dignità del lavoro che poi non è altro che il riaffer-
marsi della dignità umana si è passati all’odierno precariato,trasformatosi
in una sorta di ricatto per assicurarti l’esistenza. In un attimo si può perdere tutto lavoro,moglie e figlio, Alfonso Santagata affronta con la parola del teatro e la musica questa amara parabola cercando conforto in una speranza di riscatto.Il monologo è intervallato dalle canzoni scritte appositamente per lo spettacolo da Gianmaria Testa. Lo spettacolo non è
una narrazione me nemmeno una commedia con musiche, va oltre il
teatro-canzone di gaberiana memoria. Assistiamo piuttosto a un monologo a due voci, quella di Battiston che interpreta l’uomo licenziato, e quella della musica, drammaticamente reale e presente nel porsi al fianco di quest’uomo che cerca di consolare. Gianmaria Testa con le sue musiche rappresenta sempre personaggi diversi, dal datore di lavoro a un amico a
uno spettatore, sorta di coro alla vicenda, a volte i due duettano insieme.
Veramente notevole la performance di Giuseppe Battiston un attore ormai
talmente collaudato da poter affontare le prove più impegnative con una
sicurezza espressiva, una varietà di toni e una capacità di dare consistenza
anche a un personaggio di difficile resa, fatto più di impressioni,sguardi
espressioni che non di palpabile materialità, in barba alla….mole del nostro
protagonista.
Un testo quello di Andrea Bajani molto moderno, ispirato alla grande crisi che attraversa il mondo del lavoro, ed espresso appunto portando in scena
situazioni e oggetti che fanno risalire alla mente del personaggio momenti ed emozioni della sua vita con echi di proustiana memoria.
GIUSEPPE PREVITI