” A FIRENZE CON VASCO PRATOLINI” DI VALERIO AIOLLI (BACI,SPARI E ALTRE FORME D’AMORE)- GIULIO PERRONE EDITORE
8 Gennaio 2024” GLI EVERSIVI” DI ALESSANDRO BERSELLI- RIZZOLI- 15.01.24
15 Gennaio 2024Giallo e cibo fanno parte della vita e a questo binomio non puo’certo sottrarsi Sherlock Holmes.Questo non deve mera-
vigliare perchè il grande Sherlock Holmes è sempre stato un amante della buona tavola, Conan Doyle ha sempre fatto del
suo grande personaggio un buongistaio, o meglio visto che si sta parlando di un sommo esteta, un raffinato conoscitore
dei pregi del cibo, e del resto nei vari racconti con Holmes protagonista il pasto della colazione è citato la bellezza di settantatre volte.
E passando dalla finzione dei racconti alla “realtà” ormai acquisita da Holmes ne scopriremo i gusti raffinati in materia di cibo, e infatti sono riportate alcune importanti ricette della tradizione culinaria britannica. Vedi il melone al vino bianco, il pudding di cappone del Kent, le uova Wensleydale.
Una curiosità di questo libro è un parallelismo lanciato dalla sua autrice tra la campagna inglese e quella toscana, inserendo le trame del commissario Lucertolo(al…secolo Domenico Arganti9,che era stato creato dalla penna del gior-
nalista e gastronomo Giulio Piccini, e che operava a Firenze negli stessi anni di Sherlock Holmwes.
Forse perché sempre interpretato da personaggi per lo più ascetici e filiformi si è sempre ritenuto che Sherlock Holmes non fosse particolarmente attratto dalla cucina.
Ma se ci limitiamo a uno sguardo meno superficiale nella lettura delle sue avventure, ecco che l’impressione che ci on lascia tramite PAOLA ALBERTI, esperta gastronoma lei stessa e sua fedele narratrice, è che non fosse alieno alle proposte culinarie.
Del resto il dottor Watson, quando in UNO STUDIO IN ROSSO riporta le principali caratteristiche dell”uomo” Sherlock
Holmes, si guarda bene dal citare le abitudini gastronomiche del protagonista. Ma se noi scorriamo le pagine dei vari
racconti spesso troviamo Sherlock Holmes assiso al desco solo o a discettare con l’amico.
Certamente sono diversi gli usi che vengono fatti dell’elemento “cibo” nellie di Sherlock Holmes e il dottor
Watson, addirittura in alcuni film il cibo ha la funzione di terrorizzare, ma se leggiamo i vari volumi di Conan Doyle si scoprono anche le preferenze culinarie di Holmes, che ad esempio amava molto la selvaggina. Buona custode e
referente dei loro desideri era la signora Hudson (la padrona di casa) che cercava di venire incontro alle preferenze
dei suoi inquilini, servendo loro gustosissime colazioni alla scozzese.E così avremo un ampio saggio delle ricette di casa Baskerville, del ristorante Simpson e della locanda Hereford Harms.
Nella tradizione dei libri di Conan Doyle,quando vediamo assieme Sherlock Holmes e Watson sedersi a tavola, i cultori di Holmes sapranno già che una nuova storia sta per iniziare. E benché Sherlock abbia più volte dichiarato
che la pancia troppo piena frena le energie mentali, Conan Doyle non rinuncia certo di parlare di cibo nei suoi rac-
conti, proprio per salvaguardare l’assoluta aderenza alla realtà giornaliera e allo spirito “inglese” delle varie
situazioni che si profilano nelle storie narrate.
E appunto per approfondire e studiare meglio questi aspetti PAOLA ALBERTI dedica all’argomento questo nuovo saggio
A COLAZIONE CON SHERLOCK HOLMES .Intanto per riaffermare che questi è un amante della buona tavola vengono ripropo-<
ste anche importanti ricette della tradizione britannica.
Ma viene anche inserito un importante collegamento tra le campagne inglesi e toscane, con l'aiuto del gastronomo e giornalista Giulio Piccini, in arte Jarro, che ha creato un commissario di polizia, Lucertolo, che si muove nei bas- sifondi di Firenze negli stessi anni in cui agisce Sherlock Holmes.E così senza mai perdere di vista cibo e giallo
l'Alberti ci fa sedere spesso a tavola con Sherlock Holmes, gustando così insieme a lui piatti di perfetta cucina in glese, pur con le divagazioni del caso.
GIUSEPPE PREVITI