LA FUNZIONE DEL NARRATORE
13 Gennaio 2011“RICORDANDO VECCHI LIBRI GIALLI”
2 Febbraio 2011Sta per iniziare a Pistoia il Festival del Giallo, uno dei sottotitoli in copertina è “A qualcuno piace giallo….”.
Un festival ispirato alle dinamiche della moderna letteratura, in quanto osservando il mondo editoriale cogliamo
anche gli aspetti più veritieri del fenomeno “libro-lettore”che poi è il più importante al di là delle varie analisi dei tanti sociologhi che studiano il fenomeno.Importante è giudicare i libri per quelli che sono, che rappresentano.
La ragione maggiore della foertuna che incontra il giallo sta nella voglia di leggere delle trame romanzesche ben presentate e ben narrate, con una voce narrante che prospetta una sorta di sfida con il lettore.Ma principalmente quello che conta è “il piacere della lettura”,proprio di questo genere.
Se noi guardiamo le classifiche dei libri più venduti negli ultimi anni, polizieschi,thriller, horror, noir continuano
a “tirare”moltissimo, sembra che la “coltura del sospetto”incontri sempre più presso i lettori italiani. Di contro
anche gli scrittori si applicano sempre più a questo genere. Curiosamente, se risaliamo agli anni della “guerra fredda”, ispiratori di tanti thriller,la fine di questa non porta alcuna crisi creativa, ma anzi ha finito per scoprire il
coperchio di una voglia dilagante di emozioni violente, sanguinose,misteriose. Si può aggiungere che nel pensiero comune non è venuta meno la voglia di “suspense”. Questo non basta a spiegare il perchè di un successo che poi
ha finito per portare all’evoluzione anche di altri generi letterari.Vedi il connubio “giallo-storia”con Umberto Eco
in testa, ma tanti altri vi si sono cimentati da Danila Comastri Montanari a Alfredo Colitto, da Leonardo Gori a
Giulio Leoni.Anche la fantascienza si è tinta di giallo con Valerìo Evangelisti, molte le strisce noir nel fumetto.
L’approccio migliore è probabilmente con la cronaca raccontatata attraverso i modi e le forme del giallo.Vedi
“Gomoeea”di Roberto Saviano,vedi i itanti libri dedicati al Mostro di Firenze da Nino Filastò a Michele Giuttari
a Mario Spezi. Romanzi noir che sono vere e proprie inchieste.E ancora il giallo con funzione di “memoria storica”
tanti le opere dedicate alle stragi, sia a quelle nel periodo della Resistenza, sia a quelle degli anni sessanta e
settanta.Nel colpevole silenzio di carta stampata e televisione gli autori di gialli si sono “inventati”storici.
Tornan do a un discorso più generale in generale si leggono i libri gialli per soddisfare un’ansia di giustizia,
per ristabilite i valori che il delinquente ha calpestato, per arrivare alla punizione del reo.
Il giallo ha una natura doppia, prima allarma e poi rassicura chi legge e questo è tra i fattori della sua fortuna.
Importante è la figura del protagonista, i tanti commissari, ispettori, marescialli scaturiti dalla fantasia degli
autori sono fatti ad immagime e somiglianza dell’uomo comune. Questo rassicura ancor più il lettore che
vede il suddetto protagonista come una sorta di compagno di strada.
Si parla di sfida lanc iata dall’autore che inizia il suo gioco con il lettore fornendogli le stesse carte in mano al-
l’investigatore, partendo da un incipit che lo interessi, lo spinga ad andare avanti.Oggi viviamo in un mondo dove
un altro tipo di sfida, quella con la criminalità, non lascia tranquilli.Ecco, leggere i gialli significa anche entrare
in un mondo che tende a ristabilire l’ordine, a chiudere il cerchio con una funzione sempre più consolatoria
della realtà quotidiana. In questo genere si racconta il crimine ma si ha fiducia nella giustizia,si fa trionfare
il bene.
Il mescolarsi con altri generi(storico, rosa, fantastico), lo scoprire un enigma,il piacere di leggere trame ben
congegnate sono i motivi più che sufficienti perchè a….qualcuno piace giallo!
In campo letterario il XX secolo è quello del giallo, in Italia la data iniziale di maggior impatto risale al 1929 con
i Gialli Mondadori, ma per arrivare a un successo non solo di massa ma condiviso anche dai più colti si deve
arrivare ai tempi di Gadda,Sciascia, Scerbanenco, Fruttero&Lucentini,Eco. Nell’ultima parte del ‘900 il genere
poliziesco va forte a tutti i livelli dai più sofisiticati ai più grossolani.Forse il protagonista principale del periodo è Andea Camilleri, in poco tempo ripagato da una lunga e scolorita carriera con un’ascesa formidabile nelle clas-
sifiche, sino all’inclisione nei celeberrimi “Meridiani”.
Il genere giallo è titpicamente moderno, solletica la psicologia ansiosa del lettore, appaga la sua voglia di
emozioni sanguinose, inquitudini, paure,tensioni,il tutto si stempera in una forma duplice di eccitazione e
di ritrovata tranquillità grazie ai meccan ismi della narrativa giallistica.E la ricerca della “suspense”è un
fattore basilare ma non il solo,importante è anche l’ansia di giustizia. Oggi è un desiderio non molto appagato nella realtà, la narrativa gialla è invece sensibile a questo risultato, anche nel noir dove si privilegiano implicazion i e motivazioni che non le soluzioni degli enigmi.
Badate bene, la punizione, lo smascheramento del colpevole è importante, ma tanti scrittori, in questo Sciascia
fu uno dei precursori, non ricorrono quasi mai al “lieto fine”,però si cera sempre di appurare la verità. Da
un punto di vista morale si tende sempre ad esigere giustizia, che poi praticamente non avvenga è un altro discorso.
Già detto dell’incrocio del giallo con altri generi letterari il punto base è che esiste una vicenda dilettuosa e
si tende sempre a rimuovere quanto di oscuro la circonda.Questo è il compito lasciato all’eroe della storia,
il protagonista-principe, l’indagatore, provvisto di raziocinio,intuito, e altre capacità. Il lettore lo ama, arriva
ad immedisimarsi in lui, in un certo senso lo sfida nella caccia al colpevole.
Oggi è assai vasta, per limitarsi al giallo italiano, la galleria di questi personaggi, Eco ci ha dato Frate Guglilo di Baskerville, Andrea Camilleri il commissario Montalbano, Loriano Macchiavelli il sergente Antonio Sarti,
Marco Vichi il commissario Bordelli, Michele Giuttari il commissario Ferrara, Gianni Biondillo l’ispettore
Michele Ferrara e tanti altri ancora.
Se li esaminiamo più dettagliatamente vediamo che sono tutti uomini comuni, con vizi e virtù di ognuno di noi,
perfino il frate di altri tempi non sfugge alla regola.E se poi pensate a Sarti, a Ferraro non vi paiono dei grandi
“sfigati”come li definiscono i loro autori? Un altro elemento comune ai nostri commissari è una vita sentimentale abbastanza disastrata, forse più di quel che è nella realtà, ma al pubblicon sembra stia bene così.
Probabilmente sono cambiati i tempi rispetto a quelli in cui trionfava la signora Maigret o in cui ….amavano e
bevevano litri di alcool i duri alla Marlowe.
Inevitabilmente gli approcci cambiano a seconda del “genere nel genere”. Il giallo classico basato sul contesto
investigatore-assassino non esiste quasi più, nel noir spesso il crimine è già avvenuto e si parte dal fatto
per ricostruire modalità e responsabilità. Nel giallo di azione impresa criminosa e indagine sono in contemporanea, con un andamento più accellerato.
La caratteristica più duratura del giallo è che l’io narrante è sempre vincente qualunque sia la sorte del protagonista.Può sembrare un paradosso, ma l’io narrante non sempre coincide con l’autore, questo sa
tutto ma al narratore i fatti li rivela via via,in questo senso al lettore vengono forniti in diretta gli stessi indizi
che vanno all’investigatore. Il tutto ovviamente finalizzato per mantenere alta la curiosità e l’attenzione di
chi legge.
In periodi in cui si tende sempre più a regolamentare la vita quotidiana il piacere di leggere un giallo va al di là della semplice evasione.L’investigatore di carta non è un essere infallibile,ma sìimpegna sempre per risolvere
il caso affidatogli, e il suo compito è anc he di rendere trasparente ciò che si vorrebbe far restare occultato.
In questi giorni si parla molto di “trasparenza”: vita pubblica e privata dei politici, primarie elettorali e così via.
Il genere poliziesco percorre questa strada e questo gli vale le preferenze massicce che gli sono accordate.
Un festival ispirato alle dinamiche della moderna letteratura, in quanto osservando il mondo editoriale cogliamo
anche gli aspetti più veritieri del fenomeno “libro-lettore”che poi è il più importante al di là delle varie analisi dei tanti sociologhi che studiano il fenomeno.Importante è giudicare i libri per quelli che sono, che rappresentano.
La ragione maggiore della foertuna che incontra il giallo sta nella voglia di leggere delle trame romanzesche ben presentate e ben narrate, con una voce narrante che prospetta una sorta di sfida con il lettore.Ma principalmente quello che conta è “il piacere della lettura”,proprio di questo genere.
Se noi guardiamo le classifiche dei libri più venduti negli ultimi anni, polizieschi,thriller, horror, noir continuano
a “tirare”moltissimo, sembra che la “coltura del sospetto”incontri sempre più presso i lettori italiani. Di contro
anche gli scrittori si applicano sempre più a questo genere. Curiosamente, se risaliamo agli anni della “guerra fredda”, ispiratori di tanti thriller,la fine di questa non porta alcuna crisi creativa, ma anzi ha finito per scoprire il
coperchio di una voglia dilagante di emozioni violente, sanguinose,misteriose. Si può aggiungere che nel pensiero comune non è venuta meno la voglia di “suspense”. Questo non basta a spiegare il perchè di un successo che poi
ha finito per portare all’evoluzione anche di altri generi letterari.Vedi il connubio “giallo-storia”con Umberto Eco
in testa, ma tanti altri vi si sono cimentati da Danila Comastri Montanari a Alfredo Colitto, da Leonardo Gori a
Giulio Leoni.Anche la fantascienza si è tinta di giallo con Valerìo Evangelisti, molte le strisce noir nel fumetto.
L’approccio migliore è probabilmente con la cronaca raccontatata attraverso i modi e le forme del giallo.Vedi
“Gomoeea”di Roberto Saviano,vedi i itanti libri dedicati al Mostro di Firenze da Nino Filastò a Michele Giuttari
a Mario Spezi. Romanzi noir che sono vere e proprie inchieste.E ancora il giallo con funzione di “memoria storica”
tanti le opere dedicate alle stragi, sia a quelle nel periodo della Resistenza, sia a quelle degli anni sessanta e
settanta.Nel colpevole silenzio di carta stampata e televisione gli autori di gialli si sono “inventati”storici.
Tornan do a un discorso più generale in generale si leggono i libri gialli per soddisfare un’ansia di giustizia,
per ristabilite i valori che il delinquente ha calpestato, per arrivare alla punizione del reo.
Il giallo ha una natura doppia, prima allarma e poi rassicura chi legge e questo è tra i fattori della sua fortuna.
Importante è la figura del protagonista, i tanti commissari, ispettori, marescialli scaturiti dalla fantasia degli
autori sono fatti ad immagime e somiglianza dell’uomo comune. Questo rassicura ancor più il lettore che
vede il suddetto protagonista come una sorta di compagno di strada.
Si parla di sfida lanc iata dall’autore che inizia il suo gioco con il lettore fornendogli le stesse carte in mano al-
l’investigatore, partendo da un incipit che lo interessi, lo spinga ad andare avanti.Oggi viviamo in un mondo dove
un altro tipo di sfida, quella con la criminalità, non lascia tranquilli.Ecco, leggere i gialli significa anche entrare
in un mondo che tende a ristabilire l’ordine, a chiudere il cerchio con una funzione sempre più consolatoria
della realtà quotidiana. In questo genere si racconta il crimine ma si ha fiducia nella giustizia,si fa trionfare
il bene.
Il mescolarsi con altri generi(storico, rosa, fantastico), lo scoprire un enigma,il piacere di leggere trame ben
congegnate sono i motivi più che sufficienti perchè a….qualcuno piace giallo!
In campo letterario il XX secolo è quello del giallo, in Italia la data iniziale di maggior impatto risale al 1929 con
i Gialli Mondadori, ma per arrivare a un successo non solo di massa ma condiviso anche dai più colti si deve
arrivare ai tempi di Gadda,Sciascia, Scerbanenco, Fruttero&Lucentini,Eco. Nell’ultima parte del ‘900 il genere
poliziesco va forte a tutti i livelli dai più sofisiticati ai più grossolani.Forse il protagonista principale del periodo è Andea Camilleri, in poco tempo ripagato da una lunga e scolorita carriera con un’ascesa formidabile nelle clas-
sifiche, sino all’inclisione nei celeberrimi “Meridiani”.
Il genere giallo è titpicamente moderno, solletica la psicologia ansiosa del lettore, appaga la sua voglia di
emozioni sanguinose, inquitudini, paure,tensioni,il tutto si stempera in una forma duplice di eccitazione e
di ritrovata tranquillità grazie ai meccan ismi della narrativa giallistica.E la ricerca della “suspense”è un
fattore basilare ma non il solo,importante è anche l’ansia di giustizia. Oggi è un desiderio non molto appagato nella realtà, la narrativa gialla è invece sensibile a questo risultato, anche nel noir dove si privilegiano implicazion i e motivazioni che non le soluzioni degli enigmi.
Badate bene, la punizione, lo smascheramento del colpevole è importante, ma tanti scrittori, in questo Sciascia
fu uno dei precursori, non ricorrono quasi mai al “lieto fine”,però si cera sempre di appurare la verità. Da
un punto di vista morale si tende sempre ad esigere giustizia, che poi praticamente non avvenga è un altro discorso.
Già detto dell’incrocio del giallo con altri generi letterari il punto base è che esiste una vicenda dilettuosa e
si tende sempre a rimuovere quanto di oscuro la circonda.Questo è il compito lasciato all’eroe della storia,
il protagonista-principe, l’indagatore, provvisto di raziocinio,intuito, e altre capacità. Il lettore lo ama, arriva
ad immedisimarsi in lui, in un certo senso lo sfida nella caccia al colpevole.
Oggi è assai vasta, per limitarsi al giallo italiano, la galleria di questi personaggi, Eco ci ha dato Frate Guglilo di Baskerville, Andrea Camilleri il commissario Montalbano, Loriano Macchiavelli il sergente Antonio Sarti,
Marco Vichi il commissario Bordelli, Michele Giuttari il commissario Ferrara, Gianni Biondillo l’ispettore
Michele Ferrara e tanti altri ancora.
Se li esaminiamo più dettagliatamente vediamo che sono tutti uomini comuni, con vizi e virtù di ognuno di noi,
perfino il frate di altri tempi non sfugge alla regola.E se poi pensate a Sarti, a Ferraro non vi paiono dei grandi
“sfigati”come li definiscono i loro autori? Un altro elemento comune ai nostri commissari è una vita sentimentale abbastanza disastrata, forse più di quel che è nella realtà, ma al pubblicon sembra stia bene così.
Probabilmente sono cambiati i tempi rispetto a quelli in cui trionfava la signora Maigret o in cui ….amavano e
bevevano litri di alcool i duri alla Marlowe.
Inevitabilmente gli approcci cambiano a seconda del “genere nel genere”. Il giallo classico basato sul contesto
investigatore-assassino non esiste quasi più, nel noir spesso il crimine è già avvenuto e si parte dal fatto
per ricostruire modalità e responsabilità. Nel giallo di azione impresa criminosa e indagine sono in contemporanea, con un andamento più accellerato.
La caratteristica più duratura del giallo è che l’io narrante è sempre vincente qualunque sia la sorte del protagonista.Può sembrare un paradosso, ma l’io narrante non sempre coincide con l’autore, questo sa
tutto ma al narratore i fatti li rivela via via,in questo senso al lettore vengono forniti in diretta gli stessi indizi
che vanno all’investigatore. Il tutto ovviamente finalizzato per mantenere alta la curiosità e l’attenzione di
chi legge.
In periodi in cui si tende sempre più a regolamentare la vita quotidiana il piacere di leggere un giallo va al di là della semplice evasione.L’investigatore di carta non è un essere infallibile,ma sìimpegna sempre per risolvere
il caso affidatogli, e il suo compito è anc he di rendere trasparente ciò che si vorrebbe far restare occultato.
In questi giorni si parla molto di “trasparenza”: vita pubblica e privata dei politici, primarie elettorali e così via.
Il genere poliziesco percorre questa strada e questo gli vale le preferenze massicce che gli sono accordate.
GIUSEPPE PREVITI