” ARGENTO VIVO” DI MARCO MALVALDI- SELLERIO EDITORE
22 Ottobre 2013” NERONOVECENTO” – ANTOLOGIA A CURA DI DANIELE CAMBIASO- CORDERO EDITORE
27 Ottobre 2013Scrittrice, giornalista, storica dell’arte e dei costumi nel tempo, Lucia Bruni con A veglia in Toscana ci presenta una raccolta di diciannove racconti di vario genere
che ci descrivono la Toscana popolare a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento.
Alcuni racconti sono in un certo senso autobiografici legati alle origini della stessa autrice: ne La Torre è in città quattro ragazzini delle elementari vanno a trovare
un loro compagno che vive in piena campagna e non è più tornato a scuola, non sarà un incontro felice, non si vedranno più. Poi sapremo che anche lui è andato a
vivere e lavorare in città. In Le ragazze della “Madonnina”ovvero le occasioni in valigia le ragazze si ritrovano la sera sul muretto vicino alla chiesa a spettagolare,
a sognare, a ridere, a fare degli scherzi. E il loro sogno sono le ” occasioni in valigia”, cioè riuscire a andare via….
Tre racconti hanno nel titolo un denominatore comune, cioè la luna: A notte fonda e senza luna conosciamo Amelia dai tanti amori, dai tanti cuori spezzati, lei
ha rotto tante promesse, ma naturalmente c’è anche chi si è approfittato di lei. Ma lei non si rassegna, ricorrendo anche a magiche pozioni….ma la notte sarà buia,
senza luna…. In Quella notte ci fu luna piena abbiamo un racconto assai lungo, con una famiglia di contadini vista nell’arco di tanti anni, padri, nonni, figli, nipoti,
fattori, animali, e poi le lotte con il padrone, i sogni dei giovani, ma anche qui quando sembra tutto risolto succede sempre qualcosa…. Poi in Luigino e la luna
siamo in tempo di comunione, Luigino l’ha già fatta ma viene invitato alla comunione di una sua compagna e il padre di lei verrà a prenderlo con una macchina
nuova fiammante. Tutti l’invidiano più per questo che per la festa, mentre invece il bambino ricorda con commozione quei momenti della sua festa. Arriverà il
giorno fatidico Luigino è pronto sull’uscio di primo mattino, ma non verranno a prenderlo, passerà la giornata, sorgerà la luna ma ormai è chiaro che se lo sono
dimenticato.
Molti i racconti nel segno della vendetta, a volta scherzosa, a volte feroce. In S’accomodi sig.Avvocato l’amore tra due giovani, l’ambiziosa Nella e Corradino, ma lui
non ha una grande posizione e così un furbacchione che si fa passare per avvocato sta per portargliela via. Ma Corradino si prenderà la sua vendetta….
In Appena il gallo canta l’orologiaio Alceste è innamorato della bella Marta, figurarsi erano stati anche fidanzati, ma poi lei gli aveva preferito il muscoloso
Torello sposandolo. Ma ora corrono voci che Marta tradisca il marito con l’arricchito Nandino e allora Alceste decide che è troppo, è l’ora di vendicarsi…..
Gemma delle rondini: Gemma si è invaghita di Gino e si è negata al fattore che per vendetta caccia la sua famiglia dal podere, ma Gemma è un tipetto tosto e
con la sua contro-vendetta gli darà il fatto suo….. Per grazia ricevuta è una storia di corna e di vendette, una storia di gelosie e di tradimenti, storie di donne
ricche che vogliono togliersi qualche sfizio, storia di donne che difendono il matrimonio con i denti, storie di…grazie ricevute.
Due racconti potrebbero appartenere alla categoria dei gialli, Se quel guerriero io fossi Oreste è un vero talento musicale ma gli viene preferito Dino, figlio
di un gerarca del posto, e Dario per il dolore si suicida gettandosi sotto il treno. Ma sua madre non ci sta, e architetta un piano diabolico….
In Fiorin di giglio la storia è drammatica, un amore tra una di città e uno di campagna, vanno a vivere a Firenze, nasce un bambino che subito viene dato a balia
lui lo rivuole a casa, lei no, anzi gli dice che non è figlio suo, e allora a voi leggere il finale…
E poi ancora racconti di vite che s’incrociano, ora drammatici, ora scherzosi, in un viaggio su costumi e linguaggi che parte da molto lontano…..
Diciannove racconti di vario genere, ma con una identità unica, cioè un piccolo paese della piana fiorentina, Quinto, dove del resto l’autrice di questa raccolta è
nata e ha vissuto infanzia e giovinezza. Da questo nasce un rapporto viscerale tra lei e il suo paese d’origine che assurge a protagonista di ogni storia raccontata…
Fa argutamente osservare la Bruni che la consuetudinaria formula “ogni riferimento a fatti, luoghi, persone è puramente casuale ” non è applicabile a questa
sua opera. Qui i personaggi sono realmente esistiti, le storie raccontate sono magari inventate, ma riflettono sempre i luoghi e i fatti di una vita quotidiana che
questa gente ha in qualche modo vissuto, come lei del resto.
Ecco quindi una finestra su un universo minimo, poco raccontato ma che invece merita di essere riportato alla luce per lasciare intatta una memoria della nostra
esistenza.
A veglia in Toscana è un affresco della campagna toscana partendo dalla fine dell’Ottocento, con uno sguardo spesso nostalgico ai suoi costumi e al suo linguaggio.
E’ una storia ” minima” di contadini, operai, artigiani, industriali, borghesi, preti, ragazze, giovanotti, suore, anime svelte etc.etc. Non sarà la grande storia ma è pur
sempre la storia di un popolo con i suoi problemi, i suoi drammi, le sue gelosie, le sue superstizioni, i suoi amori, le sue passioni, le sue vendette. E va aggiunto che
alla donna è sempre lasciato il ruolo della protagonista.
E la narrazione segue quasi lo scorrere del tempo, la fine dell’800, i moti operai, la grande guerra, le generazioni che si succedono, i tempi che cambiano, il tutto che
configura la nostra identità storica e che tramanda nel tempo la storia di questo Paese.
“Storie popolari tra Otto e Novecento” recita il sottotitolo di questa piccola antologia il cui interesse va oltre la sua apparente semplicità.Tanti quadri di vita popolare
fiorentina come è nella tradizione di questa scrittrice che come sempre mostra una grande conoscenza della storia di quei periodi, del linguaggio e anche dell’anima di
questi popolani. Lucia Bruni li sa descrivere ma anche “interpretare”, quindi non solo raccontare, ma penetrare nei loro pensieri, nei loro timori, nelle loro voglie.
Con molta semplicità, ma anche con molto garbo e con estremo pudore sa entrare all’interno della vita e dei pensieri di queste persone, per lo più assai genuine e
spontanee. E con una certa sorpresa vediamo che non erano tempi di bigotti, c’era nell’aria molta malizia e molta spregiudicatezza.
Si riscopre un piccolo mondo antico fatto di piccoli gesti, di piccoli pensieri, di fatti non clamorosi ma che però costituiscono la realtà quotidiana.
Era un mondo più semplice, più vero, c’era il male anche allora senza dubbio alcuno, ma tutto era più chiaro, più lineare, alla fine si somministravano meriti e colpe
senza rancori, l’onestà, la famiglia,l’amicizia, l’obbedienza venivano prima di tutto, e che sgarrava veniva punito dalla vita.
Guerra, povertà, solitudine, follia sono fatti storici appartenenti a quel tempo, i personaggi possono anche apparire degli ingenui, dei sempliciotti ma mai delle
macchiette, diremmo che ci fanno tenerezza, ma importante è che ci facciano entrare in un universo che sicuramente aveva più valori di quello in cui stiamo
vivendo.
GIUSEPPE PREVITI