” LE INVESTIGAZIONI PRIVATE: GUIDA OPERATIVA DI ALBERTO PAOLETTI-GIANPAOLO LUZZI EDIZIONI FAG
23 Gennaio 2015” PRIMA DEL SILENZIO ” DI GIUSEPPE PATRONI GRIFFI regia Fabio Grossi
30 Gennaio 2015 Riccardo Gazzaniga , 36 anni, vive a Genova dove lavora nella Polizia di Stato. Con il romanzo ” A viso coperto” ha vinto
la 25a edizione del Premio Italo-Calvino.
L’autore ci racconta di due schieramenti nemici che ogni settimana, in una competizione che si alimenta di rabbia e di violen-
za, ultras e celerini, si affrontano sul campo o meglio intorno a esso.Teatro di tutto questo Genova, una città che ha nolto
pagato sotto il profilo dell’ordine pubblco, basti ricordare i fatti del G8.
Siamo in una domenica di gennaio in un piccolo impianto di provincia dove si svolge una gara senza particolare importanza del
campionato Dilettanti. Ebbene, questa è l’area scelta da un gruppo di tifosi genoani che non vogliono accettare imposizioni e
cercano uno scontro con gli agenti. Sono mossi da un odio profondo verso le divise, sotto la qualifica di ultras trovi estremisti
di destra, reduci del G8, e tanti giovani che si eccitano al clima della battaglia con adolescenti che vogliono sembrare più
grandi di quel che sono, altri perseguitati da fantasmi del passato. Di contro i poliziotti, anche tra loro c’è chi ama lo scon-
tro, lo cerca e non è certo migliore deigli ultras.
Gazzaniga in questo romanzo ci racconta una storia di poliziotti ( forse la sua ?) e di tanti uomini e ragazzi che nell’eccita-
zione dello scontro fisico arrivano a segnare la propria vita.
Il calcio è un fenomeno nazionale che fa discutere tutta la settimana, ma usulmente si parla di risultati, di formazioni di arbi-
tri, di rigori dati o non dati, di gol fantasma e televisioni, giornali sportivi e no fanno a gara nel riservargli un grande
spazio e alimentare le polemiche.>
Ci sono però due componenti che fanno parte di questo mondo, ne sono parte integrante, in altre situazioni potremmo parlare di
“addetti ai lavori”, qui sappiamo tutti che esistono ma non se ne parla se non quando succede qualcosa di pesante.Intendiamo
i poliziotti di servizio negli stadi, in particolare i battaglioni mobili che si occupano dell’ordine pubblico( ovviamente
non soltanto negli stadi…): questi sono dei lavoratori, è il loro mestiere.
Poi ci sono gli ultras, cioè le frange più violente della periferia, anche per loro in un certo senso è come un lavoro, andare
allo stadio per ” picchiare” e chi è il loro nemico ? Ma l’uomo dal casco blu, s’intende….
Riccardo Gazzaniga fa il poliziotto, ha vissuto le esperienze di cui parla, ha conosciuto la folle violenza e le ferocia degli
scontri che sotto la scusa della partita avvengono quasi ogni domenica. Con la penna del bravo scrittore( ha vinto con questo
il prestigioso premio Italo Calvino) ha ricostruito sì le meccaniche di fatti che magari il grosso del pubblico ignora perché
intento a vedere la partita sul campo. Ma è nelle retrovie che può accadere di tutto, e certamente l’indifferenza, il voltare
gli occhi dall’altra parte contribuisce a tutto questo.
I poliziotti hanno la loro vita, i loro problemi personali, le loro angosce, i loro amori, ma poi, dopo una estenuante attesa,
tutto si cancella al momento dello scontro fisico. In questo i due gruppi sono quasi simili, ognuno di loro convive con le
proprie riflessioni sino al momento dell’eventuale battaglia.
Quel che vieme messa in evidenza è l’appartenenza al gruppo che può ad un certo punto diventare una specìe di catena che ti
inchioda, costringendoti ad azioni che magari ti ripugnano. Odio e desiderio di colpire, istinto di sopravvivenza,paura ed
eccitazione tutto si consuma in quei pochi secondi.
Ma ancora peggiori sono le figure dei superiori, il qustore, i funzionari che sono al di sopra della mischia ma che per pavi-
dità, opportunismo, incapacità mandano questi uomini e questi ragazzi al macello.
Si salvano alcune figure di vecchi capi ultras che pur nelle difficoltà di una vita non sempre riuscita hanno capito quale è
il limite oltre cui non si può e non deve andare.
Questo libro è costruito nell’arco di una diecina di giorni con una tecnica di scrittura ben ritmata, con capitoli brevi e
uno stile molto scorrevole, una penna rapida, uso cronaca.
Gazzaniga ambienta questa storia di poliziotti e ultras in una città che conosce bene, Genova. Non è casuale la scelta della
città, al di là del fatto che l’autore vi lavori. Genova è profondamente legata al gioco del calcio, il primo club italiano
è stato il Genoa. E negli anni Sessanta sono nati qui i primi gruppi di tifosi organizzati, sia di sponda genoana che sampdo-
riana, e già allora si cominciò a menar le mani.
Genova è anche una città profondamente segnata dagli scontri del G8 e dalle tante polemiche che si abbatterono sulla polizia
e la gestione di quelle giornate.
Parlavamo di libro stile-cronaca,si parte dall’iniziativa di alcuni tifosi di fede rossoblu che vogliono svegliare una curva che
a loro sembra troppon tranquilla. E così si spostano su un campo di provincia dove gioca lo Spezia considerato ” nemico” perché
gemellato con la Samp.Pochin i poliziotti di servizo per una gara di serie D considerata tranquilla, invece a fine partita si
scatena il finimondo con l’assalto al pullmann dei tifosi spezzini.
Dopo questo episodio il gruppo è sempre più deciso a farsi conoscere e a creare situazioni da battaglia, poi diverrano ancora
più pericolosi per vendicarsi della polizia.
Gazzaniga non si sofferma al singolo individuo, molti i personaggi su entrambi i fronti, anche perché non è sempre facile
distinguere i buoni dai cattivi.Quel che colpisce è la violenza di alcuni di loro e la fede nei propri principi. Tutti devono
rapportarsi a questo, il loro agire comunque avvenga o per fede o per mestiere è identico. Ma rimanere fedeli significa accetta-
re qualsiasi prezzo e se alcuni, costi quel che costi, resteranno coerenti a certi principi, la pagheranno cara, altri finiranno
per tradire i colleghi o i compagni.
Nel libro non mancano i personaggi femminili,ma principalmente sono la proeizione o in positivo o in negativo di quello che vorreb-
bero i loro uomini. I personaggi sono tutti veri, vivi, ognuno con la sua storia, i suoi precedenti, i suoi odi atavici. Le motiva-
zioni sono lee più disparate, non c’è solo la voglia di menar le mani, qualcuno si imbottisce di stpefacenti, per altri c’è un
malinteso spirito di gruppo, ma c’è anche chi tra i poliziotti paga gli errori del passato o non riesce più a controllarsi nel
servizio.
Forse la morale della storian è nel racconto stesso, si parla di schieramenti, di fazioni, pur se personalmente direi che il poli-
ziotto fa il suo lavoro- come lo faccia è un altro discorso- l’ultras- che non chiamerei tifoso- va per fare una battaglia, per
sfasciare tutto, per fare male. Non ci sono comunque buoni o cattivi, tuttin lasciano qualcosa.
Un romanzo intorno al calcio, dove, fateci caso, si parla di tutto fuorché del pallone, della partita, dei giocatori. Allora
diremmo che è il romanzo di una sconfitta, il calcio non deve servire a questo. Possiamo capire che i poliziotti non ne parlino,
vanno a un lavoro, non è necessario che siano appassionatì, ma per questi ultras è deprimente, il calcio usato per veicolare la
loro sete di violenza.
Gazzaniga ci spiega perché succede questo, chi sono i colpevoli, togliendo loro simbolicamente le sciarpe rossoblu e i caschi
blu che coprono i visi…..
GIUSEPPE PREVITI