” FIRENZE IN GIALLO ” – AA.VV. – FELICI EDITORE
4 Novembre 2015” OMICIDIO ALLA STAZIONE CENTRALE ” di COCCO&MAGELLA-GUANDA
13 Novembre 2015Con Albergo Italia Carlo Lucarelli ci fa tornare in Africa con il capitano della regia compagnia dei carabinieri Colaprico e il carabiniere indigeno Ogbagabriel Ogbà. Colaprico comanda la compagnia di carabinieri di Asmara, siamo nel 1899, quando il governo italiano voleva prender parte alla sparti-
zione dell’Africa. Ma come sempre ci muoviamo all’italiana, senza un progetto serio, senza una forza militare e una preparazione adeguata, e quindi la disfat-
ta di AAdua ne è la logicaconseguenza. La storia prende avvio dal furtodi una cassaforte custodita in un deposito militare, mentre ad Asmara si inuagura il
più moderno e elegante hotel della capitale. E proprio in una stanza dell’imponente albergo viene trovato impiccato un noto faccendiere.
I due investigatori si troveranno difronte a un caso complicato con stranieri, faccendieri, prostitute, sedicenti uomini di affari, donne in cerca di marito,
funzionari statali e governativi. Ma le implicazioni vengono tutte dalla madre patria, risalgono allo scandalo della Banca Romana del decennio preccedente vi è coinvolta gente malvagia, senza scrupoli. Lo scandalo della Banca Romana aveva riguardato ambienti della Sinistra storica accusati di
essere implicati negli affari illeciti della Banca dello stato pontificio, che allora era abiliato a battere moneta. Ma la Banca Romana aveva battuto moneta
superando di gran lunga il plafond assegantogli, ed erano state emesse banconote false per oltre 4o milioni. Una storia di allora che potrebbe essere benis-
simo essere una storia di …oggi, una storia di corruzione, di malafinanza, di pura delinquenza. Ma tornando a quel tempo lo scandalo fu soffocato, né se ne
poté riferire in Senato, per il….bene del Paese.
Ora alcune delle banconote sono finite a Asmara, e compito del capitano Colaprico sarà di scoprirne il perché e anche perché e da chi è stato ucciso quel-
l’uomo.
Lucarelli è uno scrittore amante delle inchieste, dei temi forti, dei misteri da risolvere, siano delitti, siano traffici illeciti, siano comportamenti criminosi,
e qualunque sia il periodo che prende in esame il suo riferimento costante è sempre al presente, all’attualità, anche quando lascia l’Italia dei nostri giorni
e si cimenta nel romanzo e nel giallo storico. Lo si è visto quando ha creato il commissario De Luca, un poliziotto che ha operato tra la fine della guerra e
il sorgere della Repubblica. E lo si vede in questo Albergo Italia, un altro dei pezzi di quel mosaico che ha formato la storia del nostro Paese, e di cui lui
continua a interessarci e a trasmettercene luci ed ombre sia nei romanzi che nelle serie televisive.
Con questa scorrevole storia ” italiano-eritrea” l’Italia ha ormai percorso quarant’anni di percorso unitario, e già imperano corruzione, scandali bancari e
finanziari, il tutto tollerando quel sottobosco che gravita intorno alla politica e la tiene perennememte in ostaggio. E naturalmente c’è la mafia….
Difficile quindi distinguere tra ieri e oggi, gli scandali di allora sembrano pari pari riprodursi oggi. Lucarelli con i suoi libri e tutto quanto ha raccolto, stu-
diato, interpretato dice che non è vero che è il popolo italiano sia così, è purtoppo una certa classe dirigenziale, più pubblica che privata, che si è sempre
comportata così, facendo anche molta più risonanza degli onesti, che pur ci sono.
In Albergo Italia l’autore osserva colonizzatori e colonizzati. Al colto e soliario Colaprico ha affiancato una carabiniere indigeno, uno zapité, Ogba, che
ha capito benissimo l’animo degli italiani, consigliando, nel bene e nel male, di non prenderli mai ” troppo sul serio”. Come dire, gli italiani sono fatti così…
Carlo Lucarelli si è appassionato molto all’avventura italiana in oltremare, ha visitato l’Eritrea, un pò di anni fa ha pubblicato L’ottava vibrazione, e non
ha più abbandonato l’argomento perché il continuo afflusso di immigrati africani, eritrei compresi, in Italia ha reso più che mai attuale il rapporto tra noi e
loro. Certamente il legame tra i due Paesi doveva essere più forte che se riferito agli altri immigrati, c’era stata quell’avventura coloniale nel loro paese che
qualche legame doveva aver pur lasciato. Se questa è la molla che ha spinto Lucarelli a ambientare un suo primo romanzo in Eritrea, il fatto poi di aver spo-
sato una donna eritrea lo ha portato a compiere un passo avanti, cioè si è chiesto come “loro” ci vedevano. ed ecco spiegato più ampiamente il personaggio
di Ogbà, che ci dice come vede lui gli italiani.
Il libro segue la sua storia, da un punto di vista di linguaggo mescola con successo varie inflessioni, e quelle dialettali dei soldati italiani e il tigrrigno che è
la lingua parlata dal carabiniere indigeno. Ogbà apprezza molto il suo capitano, e ne ammira le doti di investigatore, ma anche il capitano ricambia questo
affetto ed è altrattanto convinto che il carabiniere eritreo possegga una indubbia capacità investigativa. Visto che Colaprico è un fanatico di Sherlock Hol-
mes cerca anche di introdurre il suo aiutante alla lettura del celebre investigatore dandogli una copia tradotta in italiano, Ogbà in un primo tempo si ap-
passiona al personaggio, ma poi lo abbandona, lui si ritiene ben più avanti del sig.Sherlock Holmes.
Un romanzo breve, ben scritto, elegante, ironico, ricco di colpi di scena, pieno di personaggi, da bellissime donne molto sensuali a prostitute anche
giovanissime, a tutta una fauna umana che si cela sovente sotto la maschera di chi non è, e poi lingue e dialetti, tutto sotto l’ala maestosa dell’albergo
Italia.
Ma in prima fila i due protagonisti, Colaprico facile a innamorarsi, magari della persona sbagliata, tutto preso dal mito di Sherlock Holmes che addirit-
tura traduce perché lo apprezzi il suo aiutante, che alla resa dei conti è ben più scaltro del suo capitano…..
GIUSEPPE PREVITI