“LA LEVATRICE” DI STEFANO BRACCINI SARNUS
27 Dicembre 2012VERSO IL FESTIVAL DEL GIALLO DI PISTOIA (1 2 3 FEBBRAIO-“GOLOSI CRIMINALI”)- ” I SEGRETI DELLA TAVOLA DI MONTALBANO” DI STEFANIA CAMPO -IL LEONE VERDE EDIZIONI
7 Gennaio 2013In “Alle radici del male” la storia è divisa in due grossi capitoli. L’uno riguarda l’adolescenza irrequieta di Michele “Mike”Balistreri nella Tripoli degli anni sessanta. Sullo sfondo la
Libia di re Idris. Ma la vita di Mike si incrocia con due amori impossibili con madre e figlia, poi ci sono due morti irrisolte, e ancora un’altra morte che lo segnerà per sempre, quella
della madre, suicidatasi o assassinata come pensa lui? E poi i suoi amici , con il patto di sangue che li legherà per sempre . E ancora il complotto che rovescerà re Idris e l’avvento di
Gheddafi. Infine un altro contro-complotto fallito e la fuga in Italia.
Questa è stata la vita in Libia del futuro commissario, una vita segnata dalla fragilità di una famiglia apparentemente felice con il padre che assomiglia a Clark Gable e la madre troppo
romantica ma anche troppo dedita all’wiski. E poi i suoi amici, troppo inclini al male. Il forte vento del ghibli spazzerà via tutto, anche speranze e illusioni, cancellando ogni parvenza di innocenza.
L’altra parte della storia si svolge a Roma, nel settembre 1982. Balistreri è ora un giovane commissario di polizia dalla vita disordinata tra alcool, sesso e gioco di carte. Dopo l’infelice
esito delle indagini sull’assassinio di Elisa Sordi, ecco che deve occuparsi di un altro delitto, quello di una studentessa americana, Anita, assassinata appena arrivata nella città eterna.
Inoltre per un debito di gratitudine verso il suo superiore è costretto a vegliare sulla sua figliola, Claudia, che lui non considera minimamente, mentre invece in poco tempo si avvia verso una luminosa carriera televisiva.
Ma un legame invisibile sembra unire eventi di ieri e di oggi della vita di Michele Balestreri, che dovrà rivisitare il suo passato, rivivere i giorni di Libia, i tumultuosi rapporti con il padre e gli amici di questo, gli amori impossibili, i legami con i suoi compagni.E in questo accavallarsi di fatti del passato e di oggi è difficile capire chi è il traditore e che il tradito. E solo il sacrificio di una ragazza determinata a sconfiggere il male a ogni costo lo porterà a individuare le “radici del male”.
Con il secondo romanzo della triologia dedicata al commissario Balistreri Roberto Costantini ci mostra cosa è diventato nella Roma degli anni ottanta il commissario Balistreri.Un uomo
eternamente incazzato, un cinico, un deluso che non crede più in niente e si stordisce dietro ai suoi vizi. In quello che è una specie di prequel di Tu sei il male l’autore ricostruisce la giovinezza del protagonista, vissuta a Tripoli in un crescendo di fatti drammatici che lo segneranno per tutto il resto della sua esistenza.
Michele è un ragazzino pieno di pulsioni amorose, ma anche assai violento. Non comprende il padre, adora la madre, sigla con gli amici un patto per la vita che poi segnerà pofondamente il futuro di tutti loro. Ci sarà la salita al potere di Gheddafi con l’appoggio di personaggi insospettabili che Michele conosce bene, seguirà la cacciata degli italiani dalla Libia. Sarà il fallito tentativo di uccidere il nuovo rais a costringerlo alla fuga e a spezzare ogni legame con la famiglia.
Lo ritroviamo a Roma, dove svogliatamente fa il poliziotto. Sarà l’omicidio di Anita a costringerlo ad occuparsi del caso che poi si rivelerà legato a due delitti avvenuti in Libia e a
fargli cosi’ chiudere i conti con il passato. Questo nonostante l’atteggiamento contrario dei suoi superiori e dei suoi amici, e le minacce della mafia.
Un libro ricco di storie, di personaggi, che si legge nonostante la mole tutto di un fiato.
Molto bella e sentita la descrizione della Libia , mostrandoci come si viveva prima dell’ascesa di Gheddafi. Una figura tragica è il padre di Michele, l’ingegnere, l’incarnazi0ne di
tutti i mali tipici dell’italiano, doppiogiochista, avido, corruttore, privo di sentimenti, e che per il suo tornaconto venderà gli italiani che vivevano in Libia.
Tra padre e figlio una serie di incomprensioni scaveranno un solco sempre più profondo che troverà il suo epilogo nelle pagine di questo romanzo anche se ovviamente la resa dei
conti finale si avrà nell’ultimo capitolo della triologia.
Alle radici del male è la storia di un uomo atraverso le fasi della sua vita. Un personaggio anticonformista, feroce in certi suoi atti, ma anche uno spirito forte capace di passare sopra a
tutti, di battersi contro tutti. Non per nulla Costantini fa citare più volte Nietzsche dal suo protagonista che come recita il titolo di un’opera del grande filosofo è un uomo ” al di là del bene e del male”.
In questo secondo capitolo della triologia buona parte è riservata a ricostruire il passato del commissario, che fin da giovane appare assai determinato nelle sue scelte e ricco di una enorme volontà nel portare a compimento i suoi atti nonostante le tante difficoltà.
Questo romanzo è un noir di valore assoluto, che sa entrare nella storia dell’Italia della seconda metà del secolo scorso e della sua politica. Una politica talmente infetta che ancora al giorno di oggi riversa su di noi i suoi venefici influssi. Anni e anni di corruzioni, di tradimenti, di opportunismi, di doppigiochi, in un mescolarsi di politici, di uomini della chiesa, di criminali,
sì da non sapere più dove è il bene e dove è il male.
Balistreri è un cavaliere solitario, è una sorta di Marlowe che in questa società di cinici e di affaristi combatte la sua battaglia con mezzi leciti e illeciti.
La domanda che ci facemmo nel leggere “Tu sei il male” era perché Balistreri fosse un personaggio così negativo e scostante? Costantini ci risponde con il secondo libro, facendo vedere come si è formato il carettere di Mike nella sua adolescenza fatta di “sangue e sabbia”.
Il bene e il male sono alle radici di tutto quanto avviene attorno a noi e il carattere di questo personaggio ne è la sintesi perfetta. La verità è che nessuno è buono o cattivo del tutto. Balestreri da ragazzo sembra un buono che diventa cattivo per una serie di motivi vari . Balestreri a 32 anni sembra ormai una cattiva persona, indolente, viziosa e viziata, che però riuscirà a ritrovare un contatto con la realtà, con la voglia di fare, anche se sarà necessario il sacrificio di un’anima nbuona per riportarlo su un sentiero meno impervio. La sua rabbia ha radici antiche, nel suo passato ricco di colpe. Se esaminiamo queste due parti della sua vita si può dire che tutto si confonde continuamente, sol,o forse la terza parte saprà dare una risposta, anche se personalmente dubitiamo, certi personaggi sono e restano grandi per le loro contraddizioni.
Il “Mike” di Tripoli è un ragazzo che è tropo esposto al male, il padre lo salverà più per dovere che per affetto, e lui subirà tutto questo. Dalle avances del prete a cui lui sfuggirà ma non il suo compagno, ai due delitti mai risolti che lo segneranno per sempre, specie quello della giovane Nadia, ai rapporti con i suoi amici, al famoso patto di sangue che è principalmente un patto di…ferocia tutto questo si rifletterà su lui. Così come lo segneranno i rapporti con le donne, lui le ha violentate, umiliate, passando dal bello dell’amare all’atto feroce del possedimento violento. E adesso da poliziotto non lo può dimenticare, ecco perché il bene che c’è ancora in lui ne fa un vendicatore delle donne violentate e uccise.
Quindi un commissario sulla scia alla fin fine di tanti investigatori cari alla letteratura americana hard-boiled, un po’ angeli del bene, un po’ angeli del male, un po’giustizieri un po’ uomini di legge.
Il male assoluto si annida invece in quella casta eterogenea che riesce sempre a farla franca. Finanzieri, prelati, politici,grandi vecchi, l’Italia non si fa mancare niente…. E questo è lo sfondo di questa storia di amore e di morte che parte dalla Libia e che poi prosegue a Roma, con tanti misteri e tante morti.
Interessante il metodo che Roberto Costantini ha seguito per questo suo secondo romanzo. Quasi due romanzi in uno, la prima parte è veramente di alto livello e narrativo e per contenuti.
Raccontando le storie di tanti personaggi Roberto Costantini ci ricorda la Libia di quegli anni, ce la fa conoscere in tutti i suoi risvolti, umani,fisici, politici, tutti necessari per inquadrare il vero protagonista, questo Mike rissoso, violento ma anche coraggioso. E resta più che mai impressa l’immagine stupenda di una terra e del suo momento storico.
Nella seconda parte, ambientata a Roma, si cambia tonalità, alla ribalta il Costantini più legato al giallo, ma sempre nella chiave interpretativa del suo personaggio-base. Possiamo parlare allora di una doppia chiave di lettura. Quella storica nel primo racconto, quella del giallo nel secondo. Non va comunque dimenticato l’elemento femminile che specie nelle sembianze di Claudia Teodori assume un ruolo assai significativo, come del resto altrettanto notevole era il personaggio di Italia, la madre.
Le donne hanno un ruolo singolare nella narrazione di Costantini, per lo più offese, umiliate, oltraggiate, però anche capaci di portare pace e voglia di riscatto nell’inquieto Balistreri.
Dicevamo che la sezione romana del libro è la più dedicata al giallo. Costantini semina indizi, indica varie piste, crea molti sospetti. Ma il suo è un procedere ben calcolato che vuole evidenziare l’estrema voglia, quasi un’ossessione, di Michele nell’arrivare alla verità, ma come lui stesso spesso ripete “un vero poliziotto indaga sui sospettati.Non li detesta. Ma l’importante è restare calmi, freddi, lucidi, demolirli colpo su colpo”.
Qui si consuma la metamorfosi del nostro commissario, lui almeno inizialmente non è un buon poliziotto, accecato dall’ira ma principalmente svogliato e disinteressato per natura.
Solo strada facendo, pur tra tanti errori, riuscirà a raggiungere la lucidità e la freddezza necessari.
Il genere giallo o noir qual dir si voglia deve essere sempre in evoluzione, portare qualcosa di nuovo e Costantini ci sta effettivamente riuscendo. Se aveva fatto centro al suo primo tentativo ancora più importante è farlo alla seconda uscita.
Questa storia a incastri, questo insieme di fatti, di passioni, di violenze, di ire avvince il lettore. Diremmo che il suo pregio è quello di risultare non scritta per gli specialisti di un genere ma di essere semplicemente indirizzata a chi ha voglia di leggere…
Scritto con una prosa asciutta ma sempre accattivante e incisiva, con il sottile fil rouge di due morte, la povera Nadia uccisa in Libia e la povera Deborah morta a Roma. Queste due ragazze e la loro tragica fine segnano quel lungo e tormentato cammino che porterà Michele non solo dall’adolescenza alla nuova vita romana ma anche a una sua presa di coscienza che va oltre i tormenti e i furori di una vita dalle troppe sfaccettature. In questa prospettiva è certamente azzeccata la scelta non di procedere per flash-back sulla narrazione in tempo reale, ma di dividere completamente le due parti.
Un ulteriore merito dell’autore è di non far nulla per rendere simpatico il suo personaggio principale, e questo le rende ancora più vivo, più reale, cioè non una creatura di “carta” ma un tipo con le sue pulsioni, giuste o sbagliate che siano.
E Costantini si serve di questa storia per tranciare giudizi molto negativi sulla nostra società, sulla realtà che ci circonda.
GIUSEPPE PREVITI