” DOPO LA GUERRA”- di HERVE’LE CORRE – EDIZIONI e/o
19 Ottobre 2015” L’ESTATE CHE AMMAZZARONO EFISIA CADDOZZU ” DI MARISA SALABELLE- PIEMMEunata
25 Ottobre 2015Il commissario Ricciardi attraversa un momento di grande depressione e solitudine, la morte della fida governante Rosa lo ha reso ancora più triste e vulnerabile. Lui sente il peso di questa vita sempre più disperata, anche perché l’amore che potrebbe dare una svolta alla sua vita sembra gli sia negato
con lui incapace di scegliere tra Enrica e Livia.
Il titolo del libro poteva anche essere quello di una canzone napoletana coinvolgente ma anche struggente, malinconica, ricca di mistero, come un an-
ziano maestro cerca di spiegare a un giiovane allievo nel prologo e nei vari passaggi che si incontrano lungo la storia.Due generazioni, due musicisti diver-
si per età e sensibilità, con il più anziano che cerca di far capire all’altro che le anime di ognuno sembrano fatte di vetro, quindi facili a frantumarsi in mille
pezzi. E lasciano trasparire una fiamma che ti può affascinare ma anche bruciare, allora è meglio rinunciare, sacrificare se stessi anche a costo di non farsi
capire dall’amata che può arrivare anche a vendicarsi.
Una lunga metafora che però racchiude poi il senso del libro, perché viene poi a riprodursi nelle vicende che vivranno i protagonisti. Ricciardi sta vivendo
un momento pessimo, lui è insoddisfatto quando gli si presenta la bellissima Bianca, contessa di Roccaspina, che gli si rivolge per chiedergli di indagare su
un omicidio avvenuto qualche mese prima. L’indagine riguardava l’assassinio di un noto usuraio, l’ avvocato Ludovico Piro, del quale si è autoaccusato
suo marito, il conte di Roccaspuna, costituendosi lo stesso giorno della scoperta del delitto. Ma la moglie dice a Ricciardi che si commeterebbe una gros-
sa ingiustizia, lui in quella notte non è uscito di casa. Ricciardi, con l’animo in subbuglio, pieno di cicatri ci, decide di intervenire, non vuole si condanni un
innocente, e procede quindi a indagare. Certamente lo fa perché vuole dimenticare questo brutto periodo, specialmente sul piano personale per tutti i
problemi che abbiamo già descritto. Si getta a capofitto in questa indagine che deve compiere in segreto perché per le superiori gerarchie il caso è chiuso.
Gli da una mano come sempre il fedele Maione, assai preoccupato per il momento che vive il suo superiore, e che quindi dovrà proteggerlo e da se stesso
e dai pericoli che incombono sul nostro commissario, mai apparso così vulnerabile e fragile.
Il commissario Ricciardi con “Anime di vetro” è giunto all’ottavo appuntamento con i lettori. Questa volta è alle prese con un delitto commesso da un
nobile che se ne è dichiarato colpevole e quindi è in galera in attesa del processo. Ma Ricciardi è chiamato anche a un’altra indagine, quella relativsa alla
sua anima. Ma cèè anche un’ altra indagine, quella che riguarda l’anima del commissario stesso, disperato e per quel senso doi solitudine che lo attanaglia
e per l’incapacità di aprirsi agli altri e di dare il suo amore a chi non chiederebbe altro.
Ma il commissario, o meglio sarebbe dire Maurizio De Giovanni, nota che nella vita la passione è tutto, può portare a commettere qualsiasi delitto. Nella
storia che De Giovanni ci sono l’amore, la tenerezza, ma ci sono anche in conseguenza degli stessi, ferocia, malvagità, spirito di vendetta, in un turbinio
di gioie e di dolori. E ogni razionalità finisce per esserne travolta, salvo che le reazioni cambiano da individuo a individuo. E Ricciardi in questa storia
di sentimenti che hanno portato a un delitto finisce per trovarsi sempre più coinvolto, forse perché entrando nei sentimenti degli altri cerca anche di en-
trare anche nei propri. Questo lo porta a un comportamento meno distaccato del solito il che gli fa trascurare quel che accade intorno a lui e a non accor-
gersi che qualcuno gli vuole male.
Un romanzo che va oltre i normali canoni del giallo dove si parla di anime che in ognuno si rivelano fragili, facili a finire in mille pezzi, sim ili a falene che girando intorno al fuoco finiscono col bruciarsi . In questa vicenda dai toni appassionati e appassionanti Roicciradi è costretto a fare i conti con se stesso
e i propri sentimenti.Mentre le pagine del ronanzo sono contrappuntate dalle astrofe di una celebre canzone napoletana Palomma ‘ e notte. Un racconto
dove spicca l’umanità dei personaggi, una narrazione intensa senza sbavature, dove la natura dell’uomo è posta sempre in primo piano.
Dopo le stegioni e le feste, Ricciardi torna in Anime di vetro con il ciclo dedicato alle grandi canzoni napoletane. Ed ecco che nella galleria delle donne
di De Giovanni entra questa volta l’aristocratica, misteriosa e bellissima Bianca che non crede che il marito sia un omicida. Veramente notevole il perso-
naggio di questa nobile decaduta, basterebbe citare l’esempio di quando si deve recare al carcere per parlare con il marito e nel borsellino ha soltanto tre
lire settantacinque centesimi. ” Il che voleva dire che poteva permettersi di prendere il tram per Poggioreale sia all’andata che al ritorno….”.
La contessa avrà un effetto notevole sul commissario pur se il suo cuore è per Enrica, a parte l’incapacità di dichiararsi. Qui entrano in gioco altri due
personaggi, un tedesco (una spia ?) innamorato di Enrica, e un agente dell’Ovra che sorveglia e cerca di rovinare Ricciardi.
Il testo è ambiuentato nella Napoli degli anni ’30, ma per l’autore non è un tempo sorpassato,alla fine sulla generazione precedente alla nostra ha lasciato
profondi strascichi di cui ancora oggi restano le tracce.
Leggendo Anime di vetro ci si può chiedere perché De Giovanni riscuota tanto successo, una rispoista abbastanza condivisibile è che l’autore è maestro
nel dare toni giusti e passione ai suoi personaggi, lui ci crede e di conseguenza li rende credibili e coinvolgenti. Per gli amanti delle etichetatture molti li
hanno definiti, probabilmente a ragione, dei ” noir sentimentali”.
La trovata principale di questa nuova avventuta sta appunto nel rappoorto tra il commissario, perso dietro ai suoi…fantasmi e alle sue tetraggini,e le bellis-
sima contessa. Quando gli appare per la prima volta nel suo ufficio lui ha un balzo al cuore, e accetterà tutto quanto la donna gli dice più per un illusorio
bisogno di amore che perché creda veramente a quanto lei gli ha rivelato. E lui che è abituato a avere a che fare con le menzogne dei vivi e gli appelli dei…
morti, con lei sembra non capire più niente. Questo rende il romanzo ancora più vivo e attraente per il lettore.
E visto che si è parlato tanto di sentilmenti eccezionale il sottofondo musicale, degno del miglior repertorio partonopeo, Palomma ‘e notte.
GIUSEPPE PREVITI