” RIEN NE VA PLUS” DI ANTONIO MANZINI- SELLERIO
1 Febbraio 2019” QUINTO COMANDAMENTO” DI VALERIO MASSIMO MANFREDI- MONDADORI
7 Febbraio 2019Vivere al giorno è difficile e quindi secondo la nostra autrice diventa un mestiere come un altro e naturalmente un mestiere tra i più difficioltosi.
Ed ecco una serie di storie dei giorni nostri, quattordici per l’esattezza. Forse visti gli argomenti parlare di favole può sembrare eccessivo ma le
favole non sono sempre rosee, molti dicono che i primi germi della letteratura gialla li possiamo già trovare nelle favole. Comunque nel caso del libro>
di Donatella Fabbri si può parlare di “favole nere”. Tutto sommato la nostra autrice ci racconta degli eventi, o meglio dei frammenti di vita di gente normale. E così ci troviamo a leggere dei racconti legati al procurare del male, ma del resto date le premesse non avrebbe senso aspettarsi storie
caramellose.
Tanti i protagonisti, come già detto. gente apparentemente per bene, normale, ma non fidatevi mai, anche dei vicini più innocui—-
E così ognuno con il suo bravo titolo, per lo più innocuo, solo se leggete “La vendetta” può venirvi qualche dubbio ma “Cuore di mamma” “Souvenir”,
“Vicini di casa” certo non vi possono angosciare…
Così passiamo da una donna che si vuole sbarazzare del marito al pedofilo beffato, oppure da chi convive tutta la vita con un crimine commesso anni prima a una mamma che uccide i propri figli per dare loro il meglio, alle reazioni di un padre che ha visto il figlio morire per droga o alle ragazzine ricattate
per le foto osé o a un delitto che non è un delitto o a vecchie storie riesumate sino ai vicini invadenti o inopportuni o senza scrupoli.
Beh voi provate a leggere tutto questo e vi renderete conto che la vita è un “viaggio”pericoloso che non regala niente a nessuno.
DONATELLA FABBRI con la raccolta di racconti APPUNTAMENTO AL BUIO riesce a mettere insieme due elementi abbastanza diversi, cioè delle storie legate alla vita quotidiana che nel raccontarle diventano, oltre tutto nella dimensione sempre impegnativa nella sua concisione del racconto, delle vere e proprie
tranches di vita assai drammatiche, ricche di tensione e pathos, ma che principalmente vanno oltre la cronaca per raggiungere un significato più univer-
sale.
Come è indicato nel sottotitolo sono STORIE DI ORDINARIA FOLLIA ,perchè si occupano di personaggi di tutti i giorni, dalla vita più o meno normale, più o meno stressata, ci sono addirittura molti bambini,ma basta un qualsiasi accadimento, anche il più normale per suscitare le reazioni più imprevedibili come il fissarsi su una idea o su una persona o su un presunto torto ricevuto.
In effetti un bel campionario di fattin e di personaggi che ben possiamo trovare nelle strade di tutti i giorni e che la nostra autrice ha trasformato in
tanti racconti che fanno riflettere sulle distorsioni dell’animo umano.
Tante volte abbiamo letto sui giornali di spacciatori che attirano e distruggono ragazzi ed ecco un padre che si vendica di uno di questi,ed anche qui
niente di nuovo, ricordate Cerami e Il borghese piccolo piccolo immortalato da Alberto Sordi ?E quante volte abbiamo letto di giovani madri schiacciate
dal compito di allevare i propri figli;o di donne anziane, una che per cercare compagnia abbassa ogni difesa,un’altra che per prucurarsi una compagnia
pur che sia diventa una ricattatrice;o di ragazzine….spregiudicate che finiscono vittime di ricattatori;o di chi si è sposato per calcolo ma si è
stufato alla svelta…
Insomma esempi di fatti ordinari certo esasperati dalla FABBRI nell’intento di dare loro una veste universale, ma i fatti restano, sono assolutamente credibili, e sono li nelle pagine del libro in una sorta di vadamecum di quel che non andrebbe fatto.
Un testo “amaro” che non vuole essere né assolutorio né consolatorio, non cerca il lieto fine né giustifica i fatti alludendo alla follia. Vuole sem-
plicemente testimoniare su cose che accadono, caso mai ci vuole fare riflettere e aprire gli occhi.Una lettura che coinvolge , anche perché qui i
“mostri” sono dentro di noi o sono intorno a noi.
GIUSEPPE PREVITI