RISCOPRENDO VECCHI FILM : FRITZ LANG- “ANCHE I BOIA MUOIONO ALL’ALBA” (1943) – ” MASCHERE E PUGNALI” (1946)
12 Novembre 2012RISCOPRENDO VECCHI FILM: “RANCHO NOTORIUS” (1952)- di FRITZ LANG
18 Novembre 2012Cast: Ben Affleck, John Goodman, Alan Arkin, Brian Cranston, Victor Garber, Tate Donovan, Clea Duvall, Scott Mcnairy, Rory Cochrane, Cristopher Denham, Michael Cassidy, Taylor
Schilling, Kyle Chandler, Kerry Bishe, Zeliko Ivanek, Richard Kind, Cas Anvar, Adrienne Barbeau.
Raramente avviene al cinema di assistere ad uno spettacolo che riproduce un avvenimento già avvenuto e che quindi si sa benissimo come è andata a finire che ti tenga avvinto e attaccato alla poltrone come Argo di Ben Affleck. Una vicenda avvenuta qualche anno fa in Iran quando si scatenò l’ira e la violenza della folla contro gli americani, molti rimasero prigionieri nell’ambasciata per oltre un anno, un gruppetto che si era rifugiato nell’abitazione dell’ambasciatore canadese fu liberato con un’operazione assai rischiosa compiuta da un intrepido agente segreto. La vicenda risale al 1979, è rigorosamente vera, ma la tensione che si crea nel film è tale, che lo spettatore rivive come dal vivo la fuga minuto per minuto trepidando e soffrendo
per i protagonisti, eppure razionalmente dovrebbe sapere che ce la faranno…
Da questo episodio del grande dramma politico che contraddistinse i rapporti tra gli Stati Uniti e l’Iran khomeinista Ben Affleck ha tratto un ottimo film, certamente un thriller di grande suspense ma anche confezionato con una certa dose di ironia, anzi con un autentico approdo alla farsa. Già, perché se Argo è il titolo della proiezione Argo sarebbe anche il titolo del film che non sarà mai girato, ma che viene messo in cantiere e presentato come autentico agli iraniani, per sedurre e convincere l’apparato culturale teheraniano e nello stesso tempo gabbare
la polizia e i guardiani del popolo. Nella nuova società iraniana il fanatismo religioso è al centro di tutto, e allora per solleticarne vanità e voglia di apparire si pensa di realizzare un film di fantascienza in un immaginario film “Argo” con i pasdaran simili agli alieni naviganti su vascelli che solcano i cieli.
La realizzazione del film deve permettere di fare uscire dal paese come dei normali cineasti venuti a studiare l’ambiente i sei americani rimasti intrappolati nella città attraversata da continue manifestazioni dove accade anche di vedere impiccati molti nemici del nuovo corso.
Un agente della Cia, Tony Mendez, interpretato nel film dallo stesso Ben Affleck, sarà colui che porterà in salvo i malcapitati.
La trama del film, girato con i ritmi serrati del thriller, è molto lineare e non ricorre mai ad effetti particolari, come detto prima, è la vicenda stessa che non ha bisogno di inutili appesantimenti, basta raccontarla…. La storia, che risale al 1979, è realmente accaduta e considera il periodo in cui i rapporti tra Washington e Teheran divennero particolarmente
roventi perché l’Iran voleva che gli americani consegnassero lo scià rifugiatosi in America. Difronte all’inevitabile rifiuto, il 4 novembre, in migliaia assaltano l’ambasciata americana
a Teheran prendendo in ostaggio cinquantadue persone. Sei di loro però erano riusciti a fuggire e a trovare riparo presso l’abitazione dell’ambasciatore del Canada. Passati due mesi e con una situazione sempre più precaria, si teme che da un momento all’altro vengano scoperti e quindi uccisi, Washington, anche per le pressioni del Canada, decide di agire.
IL compito di pianificare l’uscita del gruppo dall’Iran è affidata a Tony Mendez, agente specializzato in operazioni di infiltrazione. Ma è anche un personaggio dotato di humour e immaginazione, e pensa di sfruttare il cinema per riuscire nel suo scopo, e così vola ad Hollywood e si rivolge a John Chambers, famoso truccatore de “Il pianeta delle scimmie”.
Il piano prevede di creare una finta troupe cinematografica canadese con i sei reclusi portati in giro per la città come se compiessero dei sopraluoghi per studiare le locaton ideali.
E la missione va avanti pur tra lo scetticismo dei politici e del governo, ma sostenuta senza tentennamenti dai responsabili operativi. Certamente attraversare una Teheran ribollente e mal disposta verso gli stranieri, superare i controlli all’aereoporto, convincere i pasdaran non sarà così semplice, ma il Dio del cinema veglia sui fuggitivi e facendo leva sul potere delle immagini e dello spettacolo a cui tutti ambiscono di partecipare e così alla fine, e tutti ci rilassiamo finalmente!!!, i sei possono imbarcarsi e lasciare l’Iran.
Quello che colpisce però non è solamente la parte più strettamente legata all’azione e che comunque, come già ampiamente detto, funziona e avvince facendoci stare in…punta di poltroncina, ma è il farci vedere come sia stato creato il film nel film. Tony Mendez ricorre e riceve aiuto da gente di Hollywood, ricorrendo a una creazione fittizia che però si rivelerà determinante. Viene addirittura creata una compagnia cinematografica fittizia che annuncia la produzione di un grande film, ambientato in un pianeta disabitato, con tanta azione e
molte avventure. Una farsa vera e propria, in cui i sei americani,forniti di passaporti canadesi, diverranno gli attori principali. Ed essi infatti per ingannare gli ayatollah e i loro scherani dovranno trasformarsi in gente del cinema e anche questo non sarà facile, c’è chi ha paura, c’è che non ha mai recitato in vita sua, però alla fine anche perché non hanno altre scelte ma massimamente perché acquistano fiducia in questo uomo che sta rischiando se stesso per loro e quindi…prendono posto sul set. Il film ricostruisce tutto questo, alternando toni drammatici con parentesi più ironiche che servono anche a stemperare la tensione che sale via via che si realizza la fuga.
Manca certamente una visione profonda di Teheran e del suo pensiero, si ricorre a molte immagini da documentari che ben riproducono il clima del momento, ma abbastanza scontate sono le figure dei vari iraniani che incontriamo nel corso della storia. Ma quest’avventura a cui si ispira Ben Affleck per il suo bellissimo film c’entra relativamente con tutta la questione politica che precede questo singolo episodio e che poi tanto peso avrà nei decenni successivi e non soltanto nei rapporti diretti tra le due grandi potenze.
Certamente questo è un film che ricostruendo un episodio reale, ormai abbastanza lontano nel tempo, può essere considerato più vicino alla “storia” che alla “cronaca”, inevitabilmente
prende dall’una e dall’altra, ma non è suo compito sicuramente di fare politica, anche perché del clima politico di quei giorni è rimasto ben poco, se non il contrasto di fondo, nelle relazioni di oggi.
In conclusione un film che ti appassiona e ti conquista, ben diretto perché non fa mai calare la tensione, si avvale oltretutto di un folto gruppo di bravissimi attori il che non guasta, e
quindi visto che parliamo di cinema assolutamente da consigliare.
GIUSEPPE PREVITI