” PECCATI IMMORTALI ” DI ALDO CAZZULLO FABRIZIO RONCONE MONDADORI
6 Dicembre 2019” LA NOTTE ROSA” di GINO VIGNALI – SOLFERINO
11 Dicembre 2019Tra i luoghi più celebri e belli di Roma c’è sicuramente Villa Borghese , un enorme parco che è anche un posto meraviglioso. Al suo interno musei, la Casa del cinema,
delle chiese. E ancora tanto verde, corsi d’acqua, il bio-parco ricco di tante specie animali. Insomma un luogo affascinante e frequentatissimo.
La trama del romanzo immagina che il sindaco appunto per preservare tutte queste bellezze e dare maggiore sicurezza a chi frequenta il parco ottiene che vi sia aperto
un Commissariato di polizia. Per la gestione vi viene mandata una squadra di poliziotti, non propriamente dal curriculum brillante. Come responsabile viene promosso a commissario l’ispettore capo Giovanni Buonvino da quindici anni in…punizione per un errore commesso quando era di servizio a Caserta. Ma tutti i sette agenti che com-
pleteranno l’organico hanno qualche peccato da farsi perdonare….
“Ma tanto …”A Villa Borghese non succede mai niente” dicono i superiori. Figuratevi lo sconcerto quando pochi giorni dopo l’insediamento viene scoperto il cadavere di un
bambino orrendamente straziato. Altri macabri ritrovamenti si succederanno nei giorni seguenti, e allora i …..magnifici sette avranno l’occasione di mostrare di che pasta
sono fatti !
Con molta curiosità era atteso il debutto nella letteratura gialla di un grosso personaggio come Walter Veltroni che ha scritto Assassinio a Villa Borghese. Veltroni è
un punto fermo nel mondo della cultura, è stato titolare del Ministero dei Beni culturali, sindaco di Roma, oltre che protagonista di vari impegni politici. Ma va ricordato
anche come regista cuinematografico, giornalista, scrittore,uomo impegnato nel sociale. Certamente tutti questi dati hanno poco a che fare con le qualità necessarie a scrivere
un buon noir o un buon giallo e quindi molta alta era l’attesa per questa nuova entrèe.
Una storia moderna, attuale, collocata in una location da sogno, Villa Borghese a Roma. In questo luogo incantevole o presunto tale avvengono una serie di efferati e feroci
delitti, e quel che è singolare che questi ritrovamenti coincidono con l’istituzione all’interno del parco di un nuovo commissariato. Altrettanto curioso è che vi siano siano stati
concentrati i più scalcinati e scombinati poliziotti romani, tanto nelle alte sfere si pensa che….”là non succede mai niente”….. Così un neo-commissario sfigato nella professione
e negli affetti, un altro che dorme sempre,due gemelli ultra-religiosi, uno che parla con….se stesso. un altro che si sente discriminato, una bellissima ragazza piena però di com-
plessi, ecco il quadro del commissariato di Villa Borghese. Ma tutti capiscono che questa è per loro l’ultima occasione, e quindi quelli che nei commissariati di maggior livelli
erano considerati dei reietti o poco più qui scoprono che la loro forza è proprio nei loro tic, nelle loro manie che adesso non vengono più rinfacciate o derise, qui si sentono o si
sentiranno una squadra, e quindi si danno da fare per non perdere colpi in questa che sentono la loro indagine , anche perchè i superiori dimostrano di avere fiducia in loro.
L’autore con una trama assai fitta ci porta dentro una storia che appassiona e tiene all’erta il lettore,il che è già un ottimo risultato. E’ stato definito il romanzo degli ” Imperfetti”
qui infatti nessuno è esente da colpe o da paranoie, tutti vittime o colpevoli, sono pieni di complessi, di paure, di false credenze, piano piano cominciano ad aprirsi, a confron-
tarsi,allora piano piano le cose cambiano, i c.d. “normali” si apriranno e smetteranno di cazziarli, Buonvino, che aveva come confidente un manifesto di Nick Novecento è il
primo che cambia e si dedica a cambiare gli altri, e così lui e i suoi colleghi avranno finalmente un ruolo più attivo nella società.
Il racconto è scritto con uno stile piacevole ma certamente ci rivela verità assai amare, verrebbe da dire che il mondo è cattivo ma quel mondo siamo noi…
Walter Veltroni alla fine ci dice che Roma non è il Male assoluto, non ci sono solo Suburra, Romanzo criminale, tanto per restare nella realtà più o meno romanzata,
o in quello che la cronaca nera ci riserva ogni giorno. Roma è anche quella dei Musei,. delle piazze, dei monumenti, delle chiese, dei parchi, dei partite di pallone, della “matri-
ciana”, dei sonetti del Belli, della musica, delle passeggiate a Villa Borghese. E così in Assassinio a Villa Borghese ci sono dei delitti, un commissario che sembra annaspare
ma alla fine sarà capace dio fare trionfare la giustizia. Non per questo ci si deve scandalizzare, la letteratura gialla ha sempre il compito di smascherare il colpevole.
Di Veltroni in questo romanzo si vede la grande passione per il cinema, sembra di leggere una sceneggiatura già pronta per essere trasferita in immagini. Al centro quindi uno dei tanti commissariati che la storia del giallo ci tramanda, l’87° distretto di McBain, i Bastardi di De Giovanni, ecco ora i Perdenti di Veltroni. E questi guidati da un commissario insicuro lui per primo si cimenteranno nella soluzione di delitti assai feroci, e certo per questi poliziotti considerati un pò scarsini npn è il viatico migliore.
Ma l’esempio migliore di positività nella risposta da dare a chi li osserva dal di fuori la fornisce il loro commissario: poco considerato, anzi accantonato per un errore di tanti anni
prima, abbandonato dalla moglie, solo e deriso dai colleghi, sembra il “perdente”ideale, ma proprio al momento del bisogno risponderà con forza, impegno, capacità di fare gruppo si da trainare anche i colleghi.
Villa Borghese è un qualcosa di bello e unico nella capitale, ha resistito ai secoli e all’incuria dei romani che non l’hanno protetta molto nei secoli, potremmo anche cogliere una
metafora, come questo luogo ha resistito al tempo e all’…uomo, così i reietti del commissariato sapranno dare alla città la risposta che attende, ovvero la cattura dei colpevoli, in-
somma potremmo dire che Roma ha in sè le forze per reagire e resistere.
Veltroni, ovviamente per rendere più credibile questo suo approccio al poliziesco pigia il piede sull’efferatezza dei crimini. sulla violenza, quasi che lo non si possa immaginare
senza questo. Ma quello che è importante e che da sostanza alla storia è il narrare buna storia di tante persone ferite dalle vicissitudini della vita. E dà ancora maggiore risalto
a questo la normalità di questi antieroi con le loro vite per certi versi disgraziate, ma in questo sentirsi considerati, nel fare gruppo, ritrovano una dignità, uno scopo, la voglia di impegnarsi, di sfruttare le proprie capacità, a partire dal loro capo. Al centro della storia il confronto tra il bene e il male, ma non manca anche una feroce critica all’integralismo
religioso, all’ossessione per la purezza, che possono anche portare a guai maggiori.
E da quel grande uomo di cinema che è non perde l’occasione di citare tanti grandi nomi del cinema italiano da Ettore Scola a Sergio Leone, da Age & Scarpelli a Nanni Loy
sino a quel Nick Novecento che tanto ha colpito il nostro protagonista.
E fondamentale un libro dedicato con grande amore a Roma sotto forma appunto di “Giallo metropolitano”.
GIUSEPPE PREVITI