” IL PONTE DELLE SPIE” di STEVEN SPIELBERG
29 Dicembre 2015“La ruota delle meraviglie (Wonder Wheel) di Woody Allen
26 Dicembre 2017Cast: Kennett Branagh, Penelope Cruz, Judi Dench, Michelle Pfeiffer,Willem Dafoe, Derek Jacobi, Leslie Odom jr.Josh Gad
Parliamo di cinema ma anche di letteratura perché uno dei più celebri romanzi gialli scritti da Agatha Christie è senza dubbio Assassinio sull’Orient Express
con protagoinista il celeberrimo Hercules Poiret, uno dei grandi maestri della deduzione ,arma vincente dell’investigatore per risolvere gli enigmi che ogni
caso gli propone. Nel contempo l’autrice sviluppa il testo per saggiare la capacità analitica e deduttiva del lettore che potrebbe arrivare agli stessi risultati
dell’investigatore.
Un film questo realizzato da Branagh che colpisce per quell’aria un po’ retrò della narrazione, che non si avvale di eroi speciali, di grandi effetti, ma semplice-
mente “racconta ” una storia cercando di cogliere l’attenzione dello spettatore e di stimolarlo a immedesimarsi nella vicenda. Del resto questo romanzo ha
sempre attirato il cinema, nel 1974 ci fu la realizzazione con Albert Finney, che rivestì i panni dell’investigatore belga.
Ovviamente ognuno ha un ìnterprete ideale per dare un volto una immagine al soggetto letterario, nel nostro caso nei panni di Poirot un grande attore e regista di estrazione teatrale come Kenneth Branagh, tra le maggiori glorie del teatro e del cinema inglese. Certamente la trama immaginata < Christie
non abbisogna di particolari aggiustamenti, qui in questa nuova edizione preparata da Michel Green vi sono delle innovazioni, ad esempio la storia comincia
a Gerusalemme città del resto già apparsa in un libro della Christie La domatrice e principalmente serve a presentare al pubblico il “personaggio” Poirot, esal-
tandone le capacità deduttive nel vederlo risolvere un furto di gioielli nella chiesa delle tre religioni, ma anche mostrando le tante manie dell’investigatore belga.
Poi c’è la sempre spettacolare partenza dell’Orient Express da Istanbul, con l’arrivo dei vai ospiti a bordo, mentre ben presto conosceremo il sinistro Mister
Ratchett (Johnny Depp) che chiede insistentemente a Poirot di proteggerlo perché riceve continue minacce di morte. E infatti nel corso della notte verrà
ucciso a pugnalate nella sua cabina. E quindi toccherà all’investigatore chi dei dodici passeggeri del vagone-letto è il colpevole mentre il treno resta bloccato
tra le montagne per una tempesta di neve. Una lunga serie di interrogatori, di confronti, di accuse e contr’accuse, di reticenze alla base della seconda parte
della pellicola.
Ricordavamo una edizione cinematografica nel 1974 dove apparivano tutti i divi del momento da Lauren Bacall a Sean Connery, da Richard Wodmark a Martin
Balsam, da Anthony Perkins a Ingrid Bergman che vinse l’Oscar. Albert Finney, che all’epoca non ancora 40 anni, fu un godibilissimo Poirot, trasformandosi
in una sorta di manichino vivente così come la Christie aveva immaginato il suo personaggio. Kenneth Branagh è un grane esperto di recitazione, dotato anche
di uno stile un po’ se vogliamo classicheggiante e tradizionale che gli permette di essere un ottimo Poirot senza particolari travestimenti limitandosi a sfoggiare
un paio di baffoni che bastano a caratterizzare il personaggio. Il vilm di Branagh è abbastanza fedele al romanzo originale, già detto del prologo a Gerusalemme, tra i protagonisti la missionaria svedese a suo tempo interpretata da Ingrid Bergman qui è spagnola per dare il ruolo a Penelope Cruz.,mentre
il dottor Arbuthnot diventa nero (Leslie Oldhom). Tra i tanti interpreti Judi Dench, Michelle Pfeiffer, William Dafoe, Derek Jacobi, Josh Gad. Un cast son-
tuoso al servizio di uno spettacolo tradizionale ma ben costruito, dove l’attenzione dello spettatore è sempre ben viva e dove si assiste a una prova recitativa
di prim’ordine.
Agatha Christie pensiamo che sarebbe contenta di questo remake in cui Branagh la sua impronta, con i suoi corti capelli grigi, la barbetta grigia, uno splendido
paio di baffoni sali e pepe e una eleganza sobria da stimato professionista. Un grosso film che rende un significativo omaggio a una grande scrittrice di gialli e
alle sue storie, qui un delitto sul mitico Orient Express, tanta bella gente coinvolta in questo treno che congiungeva Istanbul a Calais. Del resto la nostra
autrice conosceva bene queste zone, si era rifugiata a Istanbul dopo un doloroso divorzio per poi trasferirsi a Baghdad dove trovò il suo secondo marito.
Ma proprio a Istanbul, raggiunta appunto con l’Orient Express aveva scritto il suo Assassinio sull’Orient Express. Poirot grazie alla sua fama non ha un
attimo di requie e deve precipitosamente lasciare la capitale turca per recarsi in Inghilterra e proprio su quel treno che lo deve portare a Calais dovrà
occuparsi della brutta vicenda avvenuta durante il viaggio. Il romanzo serve all’autrice anche per caratterizzare una serie di personaggi, per lo più antipatici,
da un ambiguo uomo d’affari americano che viaggia con segretario e maggiordomo al seguito a una supponente principessa russa che viaggia con la sua came-
riera, un medico di colore, un bizzarro scienziato tedesco, una timida missionaria, una vedova americana, un ballerino russo con la moglie sempre depressa,
un responsabile della Compagnia Wagon-lit, un capotreno. Ma nessuno è come appare, starà alla sagacia e all’intuito di Poirot scoprire chi veramente si
cela dietro queste sembianze, e tutti si scoprirà essere legati da un misterioso e tragico fatto avvenuto nel passato. Tutti si dichiarano innocenti, POirot indaga
e conduce i suoi interrogatori, Branagh regista è abbastanza fedele al testo, ci sono come detto delle innovazioni, l’introduzione del medico di colore fa parlare
anche di minoranze e di razzismo. Il finale si svolge in una galleria tra la neve, tutti sono seduti a un lungo tavolo come se fossero una giuria, con Poirot che
nel suo cappotto svolazzante sembra l’emblema della giustizia, già , la il dilemma sarà su come fare e rendere giustizia.
Un finale ambiguo con Poirot dilaniato da un dubbio, ovvero come conciliare morale e giustizia.
GIUSEPPE PREVITI