” L’ORA PIU’ BUIA DELLA NOTTE ” DI ENRICO LUCERI – IL GIALLO MONDADORI
3 Dicembre 2017” L’ASSASSINIO DI FLORENCE NIGHTINGALE SHORE – DI JESSICA FELLOWS- NERI POZZA
12 Dicembre 2017Siamo nel 1974, i c.d. ” Anni di piombo”. Michele Balistreri, detto “Africa” studia all’Università, per mantenersi insegna Karate in un palestra frequentata
da estremistri di destra. Lui è un militante di Ordine Nuovo, insieme a Ringo, Boccino e Benvenuti, compagni di fede politica ma anche molto legati nella
vita di tutti i giorni, tra l’altro gestiscono insieme una palestra, Ordine nuovo verrà sciolto e il giovane Balestreri vedrà crollare molte delle sue certezze, ma
non crede che per cambiare il mondo basti fare a botte con la polizia e poi c’è da scoprire chi tra quelli che gli stanno dintorno siano i traditi e quali i traditori.
In più al livello personale è coinvolto nell’amicizia con due ragazze, ma anche in questo caso è difficile capire quale sia quella giusta. Sarà un colpo di pistola
a dare una svolta al loro destino.
Anno 1986: nella stessa domenica in cui Diego Armando Maradona si rivelerà ai mondiali di calcio “la mano di Dio” Balistreri verrà chiamato nella notte per
l’uccisione del suo vecchio amico Giulio Giuli (Ringo). Balistreri commissario della sezione omicidi, nonostante i legami del passato, comincia a indagare
sul caso che vedrà il succedersi di altri omicidi. Il confrontarsi con fatti e personaggi della propria vita passata non gli rendono facile il compito tanto più
che il confronto più difficile e con quell’Africa che altri non era che il Michele di qualche anno prima, certo più spontaneo del cinico uomo di oggi, ma in defini-
tiva ancora oggi gli si ripresenta il quesito su cosa fosse e su cosa è giusto e sbagliato. Ma ora non può più fuggire e dovrà guardare a fondo su come è stata
la sua vita, quali siano state le sue certezze e capire quale era la scelta giusta.
Torna grazie alla penna di Roberto Costantini, l’ingegnere romano nato in Libia, Michele Balistreri, e ancora ne rivisitiamo il passato ma alternandolo al pre-
sente. Michele Balistreri è il commissario forse più innovativo della letteratura gialla italiana, sicuramente uno fuori degli schemi, del resto è lui stesso che lo
dice “Non sono un vero poliziotto”. Anche in questo Ballando nel buio non ci sono certo molte persone edificanti come in tutte le storie precedenti della saga, qui il titolo può essere considerato da un duplice punto di vista, o riferito a una delle due donne protagoniste, o in relazione alla situazione dell’Italia di quegli anni.
Del resto Roberto Costantini ha sempre cercato nei suoi romanzi di scavare intorno alla storia del nostro Paese, un Paese pieno di ambiguità, con lati oscuri
mai chiariti, con l’accentuato doppiogiochismo di troppi, con il continuo uso della politica soffocata dal malassare.
In questo libro si torna agli antipodi della situazione di Michele, siamo ai suoi primi in Italia, gli anni per lui delle scelte e della formazione, ma l’intento di chi
scrive è di fornire una visione storica e particolareggiata degli anni Settanta e di quel che ne seguirà.
Partiamo dal 1974, la Lazio vince lo scudetto, la nazionale azzurra “deraglia” in Germania, mentre nel 1986 i mondiali in Messico si faranno ricordare pur-
troppo per ” la mano de Dios” con cui Maradona manda a casa l’Inghilterra, ma purtroppo nessuno se ne scandalizza, anzi l’asso argentino viene celebrato come uno scaltro e furbo, questi purtroppo sono i tempi !
Ritroviamo nel 1974 un Balestreri violento, è tra i protagonisti della destra neofascista, la Libia dove aveva passato infanzia e gioventù gli aveva trasmesso il
senso dell’ordine e della patria, poi la delusione del padre che aveva tradito qualunque idea di etica morale per portare Gheddafi al potere e continuare così
ad arricchirsi. Di contro una madre idealista e quindi votata alla sconfitta. >Tutto quanto lo aveva portato a un carattere violento e rancoroso, per finire poi
a servire una stato in cui non credeva assolutamente.
Ballando nel buio prosegue con l’assassinio dell’onorevole democristiano Giuli, ex-amico di Balestreri, un ex-fascista che a un certo punto aveva abbandonato
l’estremismo più violento per approdare alla normalità dei partiti e farvi carriera, E al suo seguito altri ex-camerati, tutti personaggi violenti che nel conformismo di quel periodo avevano trovato una loro collocazione in cui prosperare in quel sottobosco dove più che l’ideologia si poteva parlare di criminalità.
Balestreri sembra ripiombare in questo mondo, del resto non ha amici neppure in polizia, il suo superiore diretto lo detesta, solo il suo maestro, colui che loi
ha salvato e avviato su una via più retta gli crede ancora e gli affida questo caso pur se lui vi è coinvolto personalmente avendo frequentato tutti i protagonisti
raccomandandogli di guardare però al presente e non al passato. Ma si rivelerà un’impresa fuori della sua portata, la scelta di coinvolgerlo in questa indagine
poteva anche essere giusta, conoscendo persone e fatti poteva capire meglio il presente, ma nello stesso in lui vi sono troppe ferite, troppe paure, troppi
interrogativi per essere veramente imparziale. Ma andando oltre la vicenda personale si entra anche in un momento storico pieno di stragi ancora oggi miste-
riose nei mandanti, di politici corrotti, di presunti grandi vecchi, di servizi deviati, di compromessi e intrighi internazionali come quelli in cui fu coinvolta
la sua stessa famiglia.
Un libro forte, ben scritto, certo non consolante anche perché non lo vuole essere, mostrandoci un Paese dove l’innocenza è stata bandita. Forse l’unico segno
di speranza è nel finale dove si alternano le immagini delle due protagoniste, e alla fine quella che ha pagato più di tutti parte finalmente verso una nuova vita.
Una storia di donne e di uomini malvagi che hanno comunque pagato a caro prezzo le loro debolezze e i loro errori.
Al centro di tutto questo commissario che noi vediamo nel 1974 quando ha 24 anni, è uno studente pieno di ideali e di voglia di cambiare il mondo, e che poi
ritroviamo nel 1986 a 36 anni, ormai disilluso, immerso in un mondo che non gli appartiene anche perché ormai ha rinunciato a ogni ideale. Un’altra caratte-
ristica del personaggio che a onta di un aspetto sempre un po’…feroce e fuori le righe lui fondamentalmente è un uomo malinconico, la sua storia personale
con la perdita della madre che lui imputa al padre, perdendoli quindi entrambi, lo ha troppo segnato. Ha lasciato la natia Libia, è venuto in Italia, ha cercato
di rifarsi una vita, ma certo non può dirsi felice. E questo gli segna la vita, anche in polizia, è un “sopportato”, lui se ne frega di tutto e di tutti, anche se poi
qui la vicenda lo coinvolge personalmente e quindi dovrà battersi ma sempre da solo, ripetiamo, a livello personale. Semmai è sempre evidente la rabbia che
gli monta dentro specie quando pensa di aver subito dei torti.
Nei libri di Costantini entra sempre il calcio, in Ballando nel buio si ricorda spesso il famoso gol di Maradona agli inglesi. L’autore usa spesso la chiave dello
sport più popolare in Italia per fissare i tempi del passato, quasi a voler dire che è più facile ricordare gli esiti di una partita che non una strage di stato.Lo si
può condividere o meno, non sarà molto edificante, ma in questo concetto c’è del vero.
Ad ogni buon conto questa storia non è del tutto negativa e questo è forse il segreto del successo. Balistreri fa parte dei commissari sopra le righe,però lui
è un uomo alla fin fine leale e fedele a certi principi, non avrà raggiunto i suoi ideali ma non li ha neppure dimenticati.
E aggiungiamo anche che in questo libro si parla molto d’amore, amore forse disperato, ma è grazie a questi disperati amori che uno può dire di aver cono_
sciuto l’amore.
GIUSEPPE PREVITI