” DIAVOLI E CAVOLI – ovvero” Il nome della Wilma ” DI LUCIO NOCENTINI – Erga edizioni
9 Dicembre 2013” LA VERITA’ SUL CASO HARRY QUEBERT” di JOEL DICKER- BOMPIANI
16 Dicembre 2013Siamo nella primavera del 1899, nel paesino etrusco di Querciaio situato nei pressi di Firenze avviene un feroce delitto. Viene infatti ucciso un giovane del posto
, Leonello, detto Signorina, un tipo tranquillo anche se un po’ singolare,che lavorava a Firenze presso un orafo. Era un grande amico di Esterrina, la ” contadinella-
investigatrice “, che abbiamo già conosciuto in due storie precedenti.
Leonello nei giorni precedenti il delitto era stato accusato, sia pure ingiustamente, di un furto presso la “bottega” in cui lavorava e questo gli era costato un giorno
di galera e un a solenne arrabbiatura. Esterrina scoprirà che frequentava una combriccola di giovanotti, non tutti di specchiata onesta….. E tutto avviene all’interno
di una storia dove assumeranno importanza un gioiello prezioso fabbricato da Benvenuto Cellini, una pappagalla assai chiacchierona,, gli abitanti di Querciola con
tutti i loro chiacchiericci e pettegolezzi. E ne verrà fuori un intrigo ordito ai danni del povero da parte della presunta cricca di amici.
Ma a parte la storia più propriamente gialla quello che è il vero co-protagonista della vicenda è il Paese intero, con le comari pettegole che sanno sempre tutto, il
cantastorie, i contadini, con gli amori che sbocciano. Ecco la famiglia patriarcale di Esterrina, la contessa. Antoniette , la servetta francese, Don Piero il curato con
cui Esterrina si confessa e si confronta. E sarà proprio questa giovane contadina dal grande fiuto investigativo e dalle enormi capacità deduttive a scoprire la verità
dei fatti.
Lucia Bruni è una scrittrice, una giornalista, una storica dell’arte, una grande ricercatrice di usi, costumi, linguaggi dei tempi che furono. Al suo attivo numerosi
romanzi e racconti, tutti improntati al poliziesco, perché il genere giallo è un’altra sua grande passione. Lei è fiorentina, anzi visto che ci tiene, è di Quinto, paesino
dell’hinterland di Firenze, e proprio alla sua terra di origine ha dedicato uno studio accurato sulla maniera di vivervi a fine Ottocento, acquisendo una grande cono-
scenza di tutti quegli elementi di cui dicevamo sopra. Ma ha saputo anche coniugare le sue due passioni, il giallo e la ricerca storica, scrivendo una serie di polizieschi
ambientati nei colli fiorentini, Il segreto di Raffaello, Pontormo e l’acqua udurosa i primi usciti, a cui adesso fa seguito Benevenuto Cellini e il ricciolo indiscreto.Come
già nei romanzi precedentila protagonista assoluta è una giovinetta, Esterrina, ma l’abilità dell’autrice è nell’esprimere con ricchezza di stile e di particolari una fedele
riproduzione dell’ambiente rurale di un tempo passato, il fine Ottocento, con le sue abitudini, i suoi costumi, il vivere quotidiano. Grande importanza viene data al
linguaggio usato dai popolani, molto spazio era dato anche al vernacolo. Inoltre la Bruni si diletta nella descrizione di questa gente, alcuni o meglio…alcune sono delle
vere e proprie boccacce, altri sono autoritari, altri sono illuminati, ci sono prepotenti e bonaccioni. Fioriscono pure i primi amori, i primi corteggiamenti, anche se
tutto sommato sono degli ingenui almeno quelli che restano attaccati al lavoro nei campi. C’è però chi va a lavorare in città e allora qui scattano le voglie, si palesano i
vizi, le compagnie non sono più tanto ingenue, anzi spesso sono “cattive”, e il povero Leonello ne saprà qualcosa.
La Bruni pennella con tocchi rapidi queste situazioni e questi personaggi, evidenziandone pregi e difetti, ma principalmente rendendoli vivi e facendoci entrare nel loro
mondo. E molta attenzione viene dedicata agli animali, ci sono una pappagalla, una tartaruga, delle oche , un cane, dei pulcini e pure questa…fauna avrà un suo ruolo
nel metodo “ruspante” di indagine della nostra Esterrina.
Vi sono dei momenti in cui il libro presenta dei godibilissimi cammei come quelli riservati ai c.d. ” ospiti originali”, cioè quei mendicanti che andavano di casa in casa a chiedere
il pezzo di pane e il bicchiere di vino per sopravvivere. E conosceremo Oppino, la Canapina, il Toppa, il Cioncolo, il Piattola, e parte di questi poveri diavoli, però fieri di
essere liberi come il vento, anche su di loro Esterrina conterà per risolvere la sua in dagine.
Questa volta Esterrina che sta crescendo, va sui sedici anni, verrà sfiorata dai primi palpiti d’amore, anziché con la polizia avrà a che fare con i carabinieri, ma anche per
loro le sue deduzioni risulteranno decisive.
Un buon libro corale, dove tutto sommato lo spazio lasciato a donne e uomini è pressoché uguale, non ci sono prim’attori, Lucia Brini ci vuole semplicemente narrare
una storia a più facce.
GIUSEPPE PREVITI