” OMICIDIO DIETRO LE QUINTE- E ALTRI RACCONTI” DI ROGER TORREY- Introduzione di Walter Catalano.Traduz.di Roberto Chiavini- Ediz.La Ponga
22 Settembre 2017” PULVIS ET UMBRA” DI ANTONIO MANZINI- SELLERIO EDITORE
2 Ottobre 2017Marco Buratti detto l’Alligatore con i suoi soci Max e Ben vengono attirati in un tranello teso dal loro nemico più pericoloso Giorgio Pellegrini.
Questi, braccato dalla polizia, e per sfuggire anche alla vendetta di Rossini, non vuole più fare il fuggiasco a vita e così accetta di collaborare con
gli sbirri.Ma qualcosa non riesce e sua moglie e la sua amante vengono trucidati da un gruppo di killer speitati venutti dall’estero. Allora l’Alliga-
tore e soci vengono chiamati dall’ispettore Campagna della questura di Padova che per conto della spietata e e potente dottoressa Marino, funzio-
naria del Ministero dell’Interno, e incaricati di trovare gli assassini delle due donne.Loro vorrebbero rifiutare ma vengono ricattati dalla donna e
costretti a accettare.
Intanto scoprono che la missione di Pellegrini è sotto copertura, ma ufficialmente questa missione non esiste. I nostri amici capiscono che il loro
compito non è codificato in alcun modo e che il loro destino è’ segnatoi, oltre tutto è stata creata contro di loro una falsa accusa che li ripoorterebbe
in carcere. I nostri tre sono però tutt’altro che degli sprovveduti e si giocano questa partita da par loro. Intanto Buratti si è innamorato a prima
vista di Edith, una “vecchia puttana” vessata e umiliata, e ha un motivo in più per salvarsi e fuggire con lei.
Quest’ultimo romanzo di Massimo Carlotto Blues per cuori fuorilegge e vecchie puttane registra ancora una volta l’eterna lotta tra il Bene e il Male,
un bene e un male però difficili da distinguere in uno scenario internazionale dove si incrociano operazioni segrete dei Servizi, traffici di droga,
sfruttamento e prostituzione, con all’opera bande internazionali di malfattori e poliziotti senza scrupoli.
Carlotto è uno dei maggiori nostriì autori di noir, in questo caso ha confezionato un romanzo assai complesso, certamente di una consistennza di trama
e di scrittura che ne fanno un testo che va ben oltre la letteratura di genere.Molti i personaggi, tratteggiati con grande cura, ne vengono scavare le psico-
logie; il linguaggio e i fatti sono molto crudi ma sempre temperati con una certa ironia e resi più umani e credibili. Sembrano quasi “osservati” con un
senso di straniamento usato nel raccontare le varie vicende. Da rilevare che il libro è narrato sotto due prospettive che a volte si incrociano, da una
parte Buratti&C. che si esprimono in terza persona, mentre Pellegrini interviene in vari capitoli in prima persona, e una volta tanto troviamo uno scrit-
tore che non ricorre all’abusato corsivo….
Una storia comunque fosca giocata tra poliziotti e criminali, tra criminali e criminali, anche se spesso i confini appaiono…incerti. Sono un po’ tutti vittime
di un gioco più grande di loro. Buratti, Rossini e Max danno la caccia Giorgio Pellegrini, un personaggio che Massimo Carlotto ha scelto per raffigurare
il ” Male”. Pellegrini è un sadico, un violentatore, ha ucciso anche delle donne, però è anche un uomo costretto a fuggire. A suo tempo faceva parte
della sinistra extraparlamentare e dovette lasciare il nostro paese, poi è tornato e si è unito alla criminalità. I suoi sono tutti affari sporchi, ma i suoi
contatti vanno oltre la malavita tradizionale, tiene in pugno politici e amministratori corrotti. I nostri tre vogliono farlo fuori per punirlo di quel che fa,
si muovono al di fuori della malavita e anche in base a un codice etico che va oltre il codice di giustizia corrente, loro non accettano chi vuole sfruttare e
sottomettere gli altri.
Hanno deciso quindi di eliminare Pellegrini e si recano in Austria dove sanno che è nascosto e da qui parte la nostra sroria.§
Il romanzo ha un titolo interessante Blues per cuori fuorilegge e vecchie puttane.Il bkues ha un ruolo importante, è la colonna sonora del libro, come è
del resto usuale nelle opere di Carlotto. I ” cuori fuorilegge” appartengono a coloro che sranno sempre dalla parte sbagliata, e nel romanzo si ripete spesso
questa frase.
Buratti era un investigatore privato finito in galera, perché probabilmente qualcuno lo aveva voluto incastrare. Rossini è un bandito vecchio stampo, ha
commesso varie rapine ma non si è mai legato a narcotrafficanti, magnaccia, mafiosi e politici corrotti. Max ha una origine più politicizzata, è finito in
prigione, incastrato da un pentito, ma non ha mai rinnegato i suoi ideali di rinnovamento.>
A Vienna individuano dove si nasconde Pellegrini, che intanto lavora per il Ministero e si deve infiltrare in una organizzazione criminosa tollerata dagli
apparati ministeriali, ma che ora si vuole eliminare perché diventata troppo potente. A loro volta Buratti&C. sono ” usati” e ricattati dalla potente fun-
zionaria ministeriale che vuole che proteggano il Pellegrini, minacciandoli di sbatterli in carcere insieme a un onesto poliziotto che a suo tempo aveva
collaborato con loro per mettere fine a una brutta storia di violenze e sopraffazioni.
Vienna fa la parte di una città apparentemente tranquilla ma che invece è il crocevia della malavita internazionale. I nostri tre capisconoi subito che sono
capitati in un brutto giro e devono darsi da fare anzitutto per salvarsi la vita e poi per stroncare questo grosso giro criminale. E devono ricorrere alle loro
vecchie conoscenze e sfruttare a pieno i moderni mezzi tecnologici per avere le dritte necessarie.
Il tutto serve a Carlotto per fare un quadro ben poco edificante dei paesi dove è ambientato il libro. L’Italia è vista nell’eterno duello tra buoni e cattivi,
ma il fatto è che non si sa più se ci sono ancora i buon i. Ma nemmeno l’Austria sta meglio, come diceva qualcuno anni fa ” C’è del marcio in….”, ora po-
tremmo dire che il marcio è dappertutto. Quel che impressiona è che la situazione non muta cambiando paese né si migliora guardando al resto d’Europa,
possiamo dire che in tutto il mondo l’aria si è imputridita, troppi interessi, troppi egoismi, troppi doppiogiochisti, ogni Paese sembra procedere per conto
suo.
Il nostro autore usa la chiave del noir per evidenziare tutti questi problemi, e nello stesso tempo ci racconta delle storie dove predominano la violenza,
il cinismo, il malaffare. E certamente, siccome i protagonisti sono uomini e donne,alla lunga l’atmosfera di disincanto e di delusione si fa sempre più
diffusa.Basta soffermarsi sul personaggio della poliziotta in carriera, arrogante, presuntuosa,pronta a sacrificare tutti in base ai suoi principi. Carlotto
sembra però volerci dire che c’è un limite a tutto e anche lei passerà dei brutti momenti. Ma l’avrà capita la lezione ?
Semmai un tocco di delicatezza lo porta Edith, la prostituta che Burattoi ama e vuole salvare a tutti i costi. Ma anche lei, ce la farà?
Il romanzo sembra non voler chiudere nessuna porta, questa è una società in continuo movimento, il male non si arrende mai e va sempre combattuto.
Un romanzo ambizioso,Massimo Carlotto ha lavorato molto sulla scrittura, sulle atmosfere, sui personaggi e riesce dopo tanti anni a tenere sempre vivi
i suoi personaggi, riuscendo a dare loro sempre una nuova linea , facendoli cambiare e adattare a nuove tematiche.
GIUSEPPE PREVIIT