” Ramblas negras “- AA.VV- TRIBUTO AL MONDO DI MANUEL VAZQUEZ MONTALBAN E PEPE CARVALHO
30 Gennaio 2014” IL DELITTO VIEN MANGIANDO” -Una settimana di vendette gastronomiche- DI LAURA VIGNALI-a settEDIZIONI EFFIGI
7 Febbraio 2014Davanti ai gradini di un centro commerciale di Borgo Panigale viene ritrovato un piede umano. Nel contempo conosciamo Annibale un tassista che fa il turno di
notte ma che è anche un grande appassionato di jazz. Mentre il taxi viaggia scorgiamo una Bologna buia, piovosa, fredda, dove un maniaco intanto dissemina dei
pezzi di cadavere. E questo assassino sembra veramente introvabile, mentre continua a colpire. Prende intanto peso nel racconto il personaggio di Annibale Dori
il tassista, che senza posa e senza paura viaggia per la città di notte.
La città sembra terrorizzata da questo serial killer che prima di uccidere tortura con ferocia le sue vittime. Una sera raccoglie a bordo una donna misteriosa,Sara, a
cui farà conoscere un ritrovo do si fa del jazz e dove si esibisce un grande amico di Annibale Al, un autentico fenomeno al pianoforte. Continuano gli omicidi, la
polizia brancola nel buio.
Roberto Carboni è un autore bolognese che in cinque romanzi ha raccontato le realtà della sua città, grazie anche alle conoscenze della stessa acquisite in diciotto
anni di servizio come tassista. E così si possono scoprire le tante facce di questa città, e quelle più note e quelle invece più nascoste, magari carpendo anche delle
frasi smozzicate che si sentono mentre si guida.
Con Bologna destinazione notte l’autore continua la sua esplorazione nella realtà non sempre edificante della sua città. Lo fa con un noir inquietante e torrido,
facendoci entrare nella storia attraverso la mente del maniaco, con i suoi pensieri e i suoi ricordi. Ricordi che partono da una notte di tanti anni prima quando
l’assistere a un terribile evento condizionerà la sua vita futura.
Per lo scrittore la sua Bologna è una città, specie di notte, misteriosa, piena di figure ambigue, dai tanti segreti spesso innominabili. Un personaggio positivo è
invece quello di Annibale Dori, la sua è una vita per lo più notturna, un lavoro duro, qualche pausa in un locale dove si suona del buon jazz. E intanto la città
è scossa da una serie di omicidi, vengono rinvenuti dei corpi mutilati, le indagini della polizia non hanno esito. Il racconto è molto crudo e con molta violenza,
una violenza però non fine a se stessa ma susseguente allo svolgimento della trama, che prevede molti personaggi, tra cui alcune ” creature del male”.
La storia di questo romanzo è macabra, per palati forti, il lettore si trova a entrare nella mente di un maniaco, in cui i ricordi lontani e vicini si aggrovigliano
sempre più.
Roberto Carboni, per lunghi anni tassista, ci prefigura una Bologna insolitamente cupa, vista del resto con gli occhi di uno che per professione era abituato a
girare tutta la notte. E viene fuori in contrasto tra la Bologna viva e gaudente del giorno, e quella piena di misteri della notte.
Secondo il nostro autore questo romanzo è un noir, lui insiste molto su questa distinzione che oggi è per lo più ignorata, quella cioè tra giallo e noir. Carboni
osserva che il giallo ha lo scopo di individuare il colpevole, il noir è invece un qualcosa che “entra” nelle menti degli uomini, vede le cose dal di dentro come
e perché avvengono, non ha come scopo primario individuare e punire il colpevole, specie lo si conosce già.
Dunque, un libro che ha come protagonista un tassista e ne segue l’odissea che lo travolge dopo un fortuito incontro con una donna misteriosa e del resto, altro
elemento insolito, si segue la storia dal punto di vista dei vari protagonisti, mentre si allude appena alle indagini della polizia, infatti non c’è il solito investigatore
che guida le indagini, la polizia fa da sfondo.
Un viaggio non solo metaforico quello di Annibale che scorrazza di notte per la città, bagnata dalla pioggia e resa livida per il freddo, ma nello stesso tempo è
anche un viaggio alla scoperta di un assassino seriale sempre il tutto vista nell’ottica dell’uomo.
Chiaramente il lettore è influenzato dall’approccio alle varie fasi della vicenda dall’atteggiamento e dalle impressioni del protagonista, anzi dei protagonisti perché
ci sono pari pari riportati i pensieri dell’assassino seriale. L’abilità dello scrittore del romanzo è di mescolare fatti e sensazioni a più voci.
Del resto la storia non è raccontata in prima persona, e poi proseguendo nella lettura si nota che poi non è tutto come sembra,pur se la figura del colpevole
sembra chiara sin dall’inizio. C’è infatti un mostro che rapisce e sevizia le sue vittime, scopriamo subito chi è, ma si dovrà seguire un lungo e tormentato percorsoper stanarlo e si procederà tra un susseguirsi di amori, di bugie, di ricatti, di segreti. C’è tanta follia in alcuni dei personaggi, e purtroppo si ravvisa la tendenza in certi ambienti
a mascherare e nascondere il male verso l’esterno in ossequio a un deprecabile perbenismo e a una ipotetica facciata da salvare.
Molto importante è la colonna sonora della storia, musica jazz a tutto andare. Una musica che determina nei protagonisti sensazioni e sofferenze, amore e pace. Annibale
è un fanatico di questo genere musicale e come protagonista reale conosciamo un musicista Al, grande amico di Annibale, che suona divinamente e sceglie le musiche
l’amico secondo quel che intuisce dei suoi stati d’animo (ed ecco la Fase Monk di cui al sottotitolo).
Lo stile narrativo ma anche la descrizione di quanto avviene è sempre molto intenso, la vicenda prende anche perché non da tregua al lettore in un susseguirsi di fatti
spesso mozzafiato.
Accanto ai personaggi “folli” , i malsani colpevoli, morali o materiali che siano, ci sono quelli “positivi”, da Annibale ad Al, da Tosco a nonno Fonso, a Daniele. Tutti
caratterizzati con cura e simpatia, tutti espressi in modo che, indipendentemente dallo spazio loro concesso, diventano partecipi di questo lungo viaggio.
E il taxi di Annibale corre per la città, a volte si ferma per cercare rifugio nella musica del suo amico Al o nell’amore per la misteriosa Sara.
Ma poi è giocoforza ripartire, un altro pezzo di corpo amputato o un cadavere viene ritrovato, in un crescendo di storie e fatti che avvincono il lettore.
Se Annibale è un uomo assai reale che si è un po’ chiuso in una vita da routine, taxi e jazz, e solo nell’amore per la donna misteriosa trova una nuova ragione di vita
pur se da allora cominceranno i guai…
Colpisce anche la figura dell’assassino, studiato e raccontato nei suoi più profondi aspetti psicologici, noi lo scopriamo via via che Carboni lo fa parlare e agire.
Giusta la suspense narrativa, poi al lettore il districarsi tra il buon Annibale, la donna del mistero e lo psicopatico che uccide…
GIUSEPPE PREVITI