” SENZA NOME ” DI GIOVANNI MERENDA- NUOVA IPSA EDITORE
17 Aprile 2013“ORCHIDEE A TAVOLA – Le ricette di Nero Wolfe ” DI ENZO TUMMINELLO- IL LEONE VERDE EDIZIONI
23 Aprile 2013Marco Innocenti è uno scrittore versatile, dai fumetti alla letteratura per ragazzi alla narrativa con escursioni anche nel noir.
Una linea molto sottile sembra separare gli…umani dagli esclusi dalla vita, i c.d. “invisibili”. Il passaggio tra le due è quasi impercettibile, vi è una sorta di linea
di confine assai labile. Il giovane pubblicitario Michele Campiglia cammina senza rendersene conto su questo orlo invisibile che separa il nostro mondo da un
altro mondo oscuro e sconosciuto. L’uomo perde il lavoro, poi finisce l’amore di Stella verso di lui, una donna assai più grande del giovane, non si capisce quanto
lui abbia bisogno di un’amante o di una madre…
Ed ecco che Michele prostrato, avvilito, quasi incredulo dinanzi a un mondo che gli si rovescia addosso, arriva a vedere coloro che nessun altro vede. Gli invisibili
cioè quella massa di uomini e donne che si aggirano come fantasmi per le periferie e le parti più degradate delle città, li vede a Firenze, la sua città, li vedrà anche a
Genova. Tutta un’umanità scomparsa apparentemente dalle strade ma che invece vi vive come in un limbo, né carne né pesce, e anche lui inesorabilmente scivola
verso questo mondo. Anzi addirittura un giorno varca quella linea di demarcazione, anche lui diventa invisibile….
Marco Innocenti lo conosciamo da qualche anno, fa parte di quella schiera di autori toscani puntuali nelle loro pubblicazioni, con un loro seguito di lettori. Lui è ancora
più noto nella letteratura per ragazzi, molto successo ha avuto con la serie dedicata a capitan Fox. Dato per acquisito che ormai si è conquistato una sua posizione, ricordato
anche che si è cimentato nel noir, è comunque diffiicile definire a quale genere appartenga mai Innocenti, anche dopo aver letto Borderlife.
Le sue storie sono abbastanza malinconiche, parlano di perdenti, di sfigati, di gente che non si sa quale ruolo abbia nella vita. Il tutto però senza mai sconfinare nella tristezza
assoluta: lui è abile nell’inventare storie, personaggi, quasi da favola questi invisibili, ecco il riferimento al Marco Innocenti scrittore per ragazzi.
Dopo un certo silenzio, che mi sembra risalga alla pubblicazione di un noir abbastanza inquietante La città degli uomini soli, eccolo ricomparire con un racconto lungo(o
un romanzo breve) Borderlife dove un giovane pubblicitario, Michele, si trova a vivere una vita scombinata e piena di problemi che ad un certo punto lo porta ad uscire
dai confini della realtà per immergersi in una sorta di mondo irreale dove hanno trovato rifugio uomini, donne, animali che o sono stati cacciati dal c.d. “mondo reale” o
ne sono usciti perché ormai incapaci di adattarvisi.
Innocenti non ha creato però un universo parallelo dove collocare queste persone, queste sono persone qualsiasi, la cui vita ad un certo punto si è spezzata, è finita in un
alone di grigiore assoluto, loro possono avere dei rimpianti o delle nostalgie, ma di degrado in degrado è come se fossero usciti dal mondo. La loro caratteristica è di vivere
in mezzo a noi, ma la gente “normale” nel suo egoismo, nella sua indifferenza, nella sua ansia non li vede neppure, non li percepisce, insomma pensate al film di Wim Wenders
Angeli su Berlino. Queste persone sono ormai dei fantasmi, si aggirano ai bordi delle città, vivono nei depositi dei treni, nelle stazioni, essendo invisibili nessuno si prende cura
di loro, quindi individui che non contano niente. Hanno un sogno, tornare alla vita di tutti i giorni, tornare “visibili”, ma non è facile, se sono stati esclusi è per la loro debolezza,
è per non aver lottato, è per essersi spesso autoesclusi volontariamente dalle asprezze del mondo. In questa categoria sembra destinato ad entrare il nostro protagonista,
giovane pubblicitario di belle speranze e di buone possibilità, ma con un carattere portato allo scoraggiamento, all’autoassuefazione a quanto gli capita, inoltre ultima-
mente gli vanno tutte male. Perde il lavoro, perde l’amore, si trova in grosse difficoltà economiche. Questo lo riduce sempre più a uno stato di “non vita”, quasi di
abbrutimento ,vive molto fuori casa, giorno e notte, ed ecco che comincia a vedere e ….frequentare gli “invisibili”. Lui sta diventando uno di loto.
Li vede, li frequenta, ci parla, sulle prime non si spiega perché i suoi simili non percepiscono questi individui, ma via via che…diviene uno di loro comincia a capire cosa
è la vita.
Ma per lui decisivo sarà l’incontro con una donna giovane, piena di problemi, bella certamente, ma alle prese con una vita disgraziata e colma di infelicità, da farla passare
tra gli “invisibili”. I due prima fraternizzano, poi si amano, ma quel che è importante è che Michele, e anche la ragazza, comprendono che se pure il mondo “normale” è pieno
di malvagità, difficile da viversi, un mondo che richiede una tempra da combattente che forse loro non hanno.
Ma questa sorta di limbo dove ora si trovano è ancora più frustrante, qui è tutto grigio e cupo, non vi è alcuna senza di salvezza, se uno è un disperato non è certo qui che gli
miglioreranno le cose. La sola fonte di salvezza è pur sempre….tornare nel nostro vecchio brutto mondo.
Il romanzo si svolge a Firenze, una città celebre per le sue bellezze e per l’impressione di vita piena che emana. E’ pur vero che per molti giallisti è la città ideale per ambientarvi
dei mistery, ma l’operazione di Marco Innocenti va oltre, Firenze è vista come una città cupa, triste, tante strade anonime, grigie, una Firenze più che rinascimentale vista
sotto un aspetto gotico, dove le angosce quotidiane si trasformano in un viaggio verso il buio, verso l’ignoto. Chiaro che questo racconto, scritto con stile essenziale ma
godibile. E senza dubbio una metafora dell’esistenza, della vita quotidiana che porta a una tale stato di disperazione che addirittura si può sconfinare in una emarginazione
anche dalla vita. Ma del resto basta guardarsi intorno, stazioni, sottopassaggi, strade periferiche, aree abbandonate, per dire che Marco Innocenti ha lavorato di
fantasia ma non troppo….
GIUSEPPE PREVITI