Breve storia del giallo in Italia: Ezio d’Errico (2)
21 Febbraio 2017Breve storia del giallo in Italia: Ezio D’Errico (4)
22 Febbraio 2017I protagonisti di D’Errico sono certamente lontani dai modelli dell’hard boiled americano di moda in quei decenni
e anche dal padre del modello deduttivo Sherlock Holmes. Il commissario Richard lo ribadisce a piene note in varie
pagine dei romanzi in cui è il protagonista, così è contro certi detectives americani che nel corso delle indagini si
travestono spesso, così come non apprezzava molto i poliziotti di Scotland Yard, troppo….letterari, così come secondo
lui il metodo deduttivo non aveva attinenza con la realtà, fatta di uomini in carne e ossa, con i loro pensieri, i loro
comportamenti, ora positivi, ora negativi.
A questo punto va chiamato in causa un altro grande autore, Georges Simenon, che lui ritiene perfetto nella conce-
zione che ha dato al suo poliziotto che agisce in una chiave psicologica. Non va dimenticato che il nostro autore era
vissuto a lungo a Parigi, e che quindi l’ispirazione della città è stata molto forte, in D’Errico era estremamente impor-
tante creare delle atmosfere gialle, quindi ecco Parigi città ideale per collocarvi una vicenda gialla, ma anche un’altra
città lo ha ispirato con le sue strade e i suoi corsi d’acqua, Torino.
Richard e Maigret avevano in comune un metodo investigativo che li portava a immedesimarsi nell’ambiente dove è
avvenuto il crimine, e poi nella vita dei personaggi coinvolti nella storia raccontata. E loro indagano sul fronte
psicologico cercando di calarsi nei pensieri e delle vittime e dei presunti colpevoli , dando più valore alla parola che
agli indizi materiali.
Richard non era un letterato né un filosofo, ma sapeva capire e ” vivere” la vita degli altri, per lui importante era entrare
nelle manie, nei vizi, nelle abitudini dei personaggi tirati in ballo dall’ndagine. Non so cosa avrebbe fatto al giorno
d’oggi il buon Richard, oggi si cerca sempre il riscontro nelle analisi, nel DNA, ci si affida molto alla tecnologia,
forse anche troppo…..
GIUSEPPE PREVITI