Breve storia del giallo in Italia: Augusto De Angelis (3)
15 Febbraio 2017Breve storia del giallo in Italia: Augusto De Angelis (4)
17 Febbraio 2017++Il commissario De Vincenzi è un uomo dotato di un grande sensibilità, di uno spirito induttivo notevole, ma anche
una persona buona, onesta. Celibe viene assistito da un’anziana domestica, legge molto, nello svolgimento delle
indagini a volte si fissa su episodi apparentemente banali ma che poi saranno decisivi per la soluzione del caso.
Istinto, intuizione, un pizzico di fantasia, ma anche una profonda conoscenza della psicologia umana al centro delle
sue indagini. Partiva dal principio che “il delitto è una deviazione della personalità”, analizzava i possibili colpevoli,
ne studiava i comportamenti, insomma una ricerca di prove “immateriali” insieme con quelle “materiali”.
De Angelis regge bene il confronto con i vari Maigret, Marlowe, sviluppa le sie indagini sull’animo umano, e i n base a
quello sa arrivare alla soluzione del mistero. I suoi superiori gli dicono che è folle, ma piano piano si ricrederanno.
Il questore di Milano gli darà carta bianca, così come a Roma dove verrà trasferito..Ma a De Angelis non mancava
una certa dose di umorismo ed ecco la creazione quasi “caricaturale” di un detective privato che comparirà nelle in-
dagini, Harrington, dai vestiti vistosi+ e dai modi di fare alquanto pacchiani
L’inserimento del detective non intralciava con la figura del protagonisti, semmai la integrava.. De Angelis del resto
non faceva altro che riprendere una impostazione tipica di tanti scrittori di gialli, il duo Sherlock Holmes/Watson in
testa.
De Vincenzi non aveva accettato di buon grado il trasferimento a Roma, lui si basava molto sulle conoscenze psicolo-
giche dei suoi personaggi, e quindi temeva l’ambiente nuovo dove doveva ricominciare tutto daccapo. Ma nei suoi metodi rientrava anche un certo menefreghismo nei confronti delle regole, magari sapeva chi era l’assassino ma non
aveva prove sufficienti per incastrarlo. E allora ricorreva a degli strattagemmi, poneva dei tranelli affinchè il colpevole
si tradisse e venisse identificato.
GIUSEPPE PREVITI