Breve storia dell’Italia in giallo: cosa avviene fuori della letteratura in Italia (4)
1 Aprile 2017IL POLIZIESCO IN ITALIA
4 Aprile 2017Un passo di qualità il cinema giallo in Italia lo compirà verso la fine degli anni Cinquanta.Nel 1957 Lionello De Felice gira “L’accusa del passato” con Gino
Cervi nelle vesti di un commissario di polizia mandato su un’isola per indagare su un omicidio avvenuto in una villa sul mare, un film esempio di giallo
classico vecchia maniera. Nel 1958 Francesco Rosi ci da La sfida con José Suarez e Rossana Schiaffino con un giovane napoletano che tenta dj imporsi
nel mondo della camorra e pagherà la sua sfida a caro prezzo.
Ma il vero salto di qualità lo si compie con “Un maledetto imbroglio” di Pietro Germi (1959). Questo film si ispira al capolavoro di Gadda “Quer pasticciac-
cio brutto di Via Merulana”, pur se Germi dichiarerà di essersi abbastanza allontanato dal romanzo, anche se poi a distanza di tempo ammetterà che forse
doveva attenersi di più al testo gaddiano che possedeva un qualcosa che poteva rendere il suo film ancora più valido.
In effetti il regista aveva modificato notevolmente il romanzo, anzitutto la storia raccontata nel film si accentra sulla ricerca dell’assassino di una signora
della Roma borghese avvenuto nell’appartamento di un antico palazzo del centro storico. Ma la differenza tra romanzo e film sta non nel fatto dell’assassi-
nio della povera signora, comune a entrambi, quanto che nel primo non si arriverà mai a scoprire il colpevole in quanto il commissario Ingravallo conduce
una indagine sulla qualità e la natura della condizione umana che secondo Gadda è di per se stessa ambigua e quindi è impossibile arrivare a una verità
assoluta. Nella pellicola il commissario Ingravallo( mirabilmente interpretato dallo stesso Germi) invece arriverà a dare una identità al colpevole. Il
film punta quindi molto sulla parte più ” gialla” del romanzo e lo sforzo del commissario ètutto rivolto a trovare il colpevole del delitto.Obbiettivamente
il film è ben fatto e pienamente riuscito, Moravia lo considera il primo vero poliziesco all’italiana. Una pellicola non più tributaria del cinema d’oltre
oceano, ma finalmente una storia credibile di casa nostra. Germi si era sì riferito al libro di Gadda, ma poi aveva scritto un soggetto dove aveva creato
un meccanismo perfetto in cui la sfida dell’investigatore allo spettatore era nell’indicare i vari pezzi e le varie tracce che potevano permettere di arrivare
alla scoperta del colpevole. E del resto questa era anche la sfida che si trovava e si trova in tanti romanzi gialli di stampo classico.
A Pietro Germi il merito di avere intuito le potenzialità del romanzo di Gadda, pur ,come già detto, virando sulla volontà di costruire un poliziesco, e in
questo senso l’esperimento appare pienamente riuscito, anche in Italia si potevano costruire dei buoni film polizieschi.
GIUSEPPE PREVITI