Breve storia del giallo in Italia: Ezio D’Errico (4)
22 Febbraio 2017Breve storia del giallo in Italia: Giorgio Scerbanenco (2)
3 Marzo 2017All’inizio degli anni quaranta si presenta un nuovo autore, esce per la Mondadori naturalmente, il suo nome era
Giorgio Scerbanenco, di padre ucraino e madre italiana, diverrà poi famosissimo nel mondo del giallo italiano. Al-
lora era un giornalista, scriveva radiodrammi, teneva la posta “rosa” per riviste e giornali.
Scerbanenco debutta come scrittore di gialli nel 1940 con il romanzo Sei giorni di preavviso con protagonista un
archivista della polizia di Boston Arturo Jelling, che poi ritroveremo in altre quattro storie. Scerbanenco aveva
ambientato le sue trame nella grande città infestata da una criminalità feroce e violenta e da vari delitti.
Scerbanenco aveva lavorato sulla fantasia, sulla invenzione, ma ciò nonostante la sua Boston era molto reale, molto
vera, nella sua cinicità e durezza.,come molto curati apparivano i profili dei personaggi.
Certamente azzeccato il personaggio di Jelling, 4o anni, abile nello scoprire le soluzioni di delitti famosi, ma per il
resto una vita tranquilla nella famiglia con moglie e figlio, e tutti i giorni una vita anonima all’Archivio Criminale a
catalogare referti, interrogatori e altre pratiche.
Ma il capitano Sunder ne avevo intuito le grandi doti investigative ma anche la profonda timidezza, e così gli aveva
affiancato il sergente Matchy, un uomo deciso che gli farà da braccio destro e lo coprirà da ogni incombenza. In com-
penso l’archivista era un investigatore tenace, sagace, che non mollava mai su nessun caso.
Il nostro archivista conquista subito le simpatie dei lettori, era un uomo molto umano, dotato di una grande intelli-
genza analitica, un maestro del genere deduttivo.
Certamente un poliziotto assai modesto, sensibile, molto capace nel suo lavoro ma in difficoltà nei rapporti con gli
altri, non aveva hobby, pur se amava leggere un po’ di tutto. Per lui importante era la famiglia, anche se il personaggio
della moglie appare troppo sottomesso, qui Scerbanenco forse voleva esaltare i valori della sottomissione e dell’ob-
bedienza, ricordiamoci il periodo in cui ha scritto questi romanzi.
GIUSEPPE PREVITI