“NIENTE DA CAPIRE”DI LUIGI BERNARDI-PERDISAPOP
6 Giugno 2011“STORIE DI TANTI NESSUNO” DI GIACOMO BASILE-ALBATROS
22 Giugno 2011Ormai Enrico Solito non ci stupisce più per la sua abilità nel trattare gli argomenti più disparati e sempre com maggiore acutezza. Dallo sherlockiano convinto e autore di pregevoli apocrifi oltre che di interessanti saggi allo storico della Roma risorgimentale, della Firenze di fine Ottocento e del 1944 sino al giallo amnbientato ai tempi della occupazione nazista.Ma anche resta nella memoria quello splendido romanzo storico, basato sulla storia della sua famiglia,che era “Cefalonia 1943 Lettere dal massacro“.
Questa volta Solito pubblica due racconti che scavano a fondo sulle difficoltà degli uomini a rivivere il passato, le storie di due uomini che scavano a fondo,quasi timorosi di raggiungere la verità. Come reagire difronte al male?Come comportarsi difronte a un criminale nazista ritrovato dopo tanti anni?E come reagire contro i tanti che chiusero gli occhi,collobararono e poi fecero finta di non sapere?
Questi i temi di due racconti,amari, “molto sentiti dall’autore”,e quindi profondamenti veritieri nello svolgimento nei quesiti che pone.
Il male fa parte della vita sembra volerci dire Enrico Solito in “Caino e il pifferaio magico”, ma nel contempo ci pone,come già detto, vari e inquietanti quesiti.Anzitutto è possibile oscurare i ricordi del passato,anche quello più lugubre,più violento,più incofessabile? E ha significato in una società come l’attuale, priva di freni inibitori,
voler “fare i conti con il proprio passato”?
Vi sono colpe mostruose che vanno oltre i singoli individui,colpe che vanno oltre chi le ha materialmente commesse, vedi i grandi massacri ai tempi del nazismo, vedi il genocidio deglin ebrei, vedi le purghe staliniane,vedi i massacri tribali compiuti anche in tempi più vicini a noi. Peccati universali, peccati gruppo, ma il nostro autore ci fa riflettere sul perchè i singoli colpi non riescono a mondarsene tanto facilmente. E ci fa anche riflettere sul fatto c he non sempre basta l’espiazione a cancellare il male praticato. E ancora, come mai i sensi do colpa che allignano nella mente del peccatore sono superiori come pena a quella fisica?
Pur essendo assai diverse le situazioni dei due racconti le domande che sottilmente il nostro autore insinua nelle nostre menti sono la colpa nazista e la responsabilità
personale.
In “La situazione di Caino“troviamo un ufficiale tedesco che è stato tra i responsabili del massacro dei nostri soldati a Cefalonia.Dopo tanti anni da quei fatti una vacanza in Italia lo fa precipitare in una sorta di incubo,una vera e propria discesa agli inferi,un’altalena tra sogno e raltà, un sentirsi braccato che lo angustia sempre di più.Elemento scatenante sarà l’incontro casuale in un ospedale di Bologna con un medicoo che gli salva la vita ma gli rinfaccia il suo passato di torturatore e uccisore a Cefalonia, dove tra le vittime ci fu pure il fratello del dottore.
Un incontro che segnerà la vita di entrambi, il protagonista ormai a suo modo “vittima”di quel passato tornato prepotentemente alla luce, l’altro animato inizialmente dal desiderio di vendetta, ma poi alle prese con il dilemma se vendicarsi non vuole dire essere peggiore del carnefice….
In “Il pifferaio magico”l’ambientazione è completamente diversa,una bella campagna emiliana,con ville,cascine,casolari,prati,contadini,dove dovrebbe trovare rifugio dai suoi incubi e dalle sue paure un noto scrittore-poeta.Ma questa scena idilliaca non è affatto tale,l’apparente serenità di questa società rurale cela un terribile segreto.Eppure l’inizio è assai rassicurante, vari personaggi,tanti dialogni, la sola nota stonata sembra l’ubriaco del paese che tutti però vogliono zittire, intanto tra il nostro scrittore e la padrona di casa divampa il grande amore.
Però questa serenità é scossa da presagoi sinistri, una casupola bruciata,tracce inquietanti,omertà assoluta…E così lo scrittore che ha conquistato la fiducia degli unici giovani del paese piano piano indurrà la donna amata alla confessione di un terribile segreto.Una colpa vissuta,e qui sta il male,come non tale,e poi addirittura rimossa.
Due figure.,il medico e lo scrittore, nelle vesti di coloro che tessono le trame portando gli animi a scoprirsi, a rivelarsi, non sappiamo quanto a pentirsi del male fatto personalmente, è più facile rimuoverlo dai propri pensieri….
GIUSEPPE PREVITI