” LA CONDANNA DEL SANGUE- La primavera del commissario Ricciardi ” di MAURZIO DE GIOVANNI- FANDANGO
31 Luglio 2014” SULLE TRACCE DELL’AUTORE” – Antologia a cura di Massimo Sozzi e Riccardo Parigi- EDIZIONI EFFIGI
19 Agosto 2014Giornalista, scrittore, editore, traduttore di scrittori cubani, saggista, esperto di cinema, Gordiano Lupi sta riscuotendo un grosso successo con ” Calcio e Acciaio- dimenticare
Piombino “. E’ un romanzo dove ci fa rivivere una suggestiva storia ambientata nella città di Piombino, descritta con tanto amore e nostalgia. Il protagonista è un calciatore
, Giovanni, di cui seguiamo l’ascesa come calciatore ai massimi livelli. Poi il ritorno nella sua Piombino prima agli sgoccioli della carriera come calciatore e poi come allenatore
della formazione locale.Il padre di Giovanni lavorava alll’altoforno, la madre gestiva una trattoria dove swi mangiava con pressi modici, Giovanni sin da bambino sogna il
calcio, i grandi campioni da Riva a Mazzola, da Boninsegna a Rivera sino all’idolo locale Aldo Agroppi che dalla natia Piombino è arrivato a Torino. >E anche Giovanni che
nei suoi sogni si era visto giocare contro i più grandi campioni si troverà nella realtà a calpestare il terreno di San Siro salvo poi….
Giovanni, finiti i fasti e le luci di San Siro rieccolo nella sua Piombino per seguire quei tanti ragazzi che continuano a calpestare il terreno della Magona, sognando chissà quale
futuro.Ma non è più, almeno per lui, stagione di nuove avventure, allora è meglio ripercorrere il passato, affidarsi ai ricordi del tempo perduto, che sono sempre i migliori.
Basta poco a far rivivere il passato, ad esempio la colazione del mattino che da bambino faceva con le bocche di leone, ebbene ha trovato una panetteria che le fa ancora oggi.
E questo ricord0 gli lascia un sapore dolce, lieve, come era il tempo dell’infanzia.
Adesso il tempo passa, le bocche di leone, i semi di zucca che masticava al cinema, li puoi anche ritrovare, ma in effetti il sapore di oggi è diverso, almeno così sembra, ma sarà
poi vero o siamo noi a essere cambiati, sapori e odori non tornano più, come il tempo del resto, non lo puoi fermare, e anche il sapore, condito di rimpianto com’è, apparirà
meno dolce.
Gordiano Lupi fa un viaggio a ritroso nel tempo, lui ha conosciuto una Piombino ricca, importante, laboriosa, produttiva di cui certo non si parlava come oggi che le acciaierie
sono chiuse, la Lucchini non c’è più, anche il calcio ha seguito di pari passo il declino della città. Nel romanzo si parla molto del gioco del calcio, il motivo conduttore è la vita
e la carriera di Giovanni, lo conosciamo da bambino che gioca per la strada, e poi su su per i campi di Toscana e di mezza Italia. Un calcio che in provincia vive il suo massimo
momento la domenica allo stadio quando tutti corrono a vedere la partita, è il momento d’oro del calcio dilettantistico, infiammato dai tanti derby.Invece il calcio professioni-
stico viene vissuto con “Tutto il calcio minuto per minuto” alla radiolina, o dopo le 18,00 il 90° alla tele, il visione. In questo modo si assiste alla salita di Giovanni sino alla massima
serie, e poi il declino, l’età che avanza, sino a divenire un mediocre allenatore di provincia. Ma Lupi bandisce dalle sue pagine la malinconia, quella di Giovanni non viene
presentata come una discesa agli inferi, la vita di provincia è piena di ideali, di amicizie, di affetti, anche allenare un miscuglio di persone diverse fra loro può solleticare il
proprio io, per esempio lui segue con particolare attenzione il goleador della formazione, il marocchino Tarik, in cui rivede un pò se stesso, ma il ragazzo, che ha lasciato la
famiglia di là dal mare, è triste, non si diverte a giocare.
La storia è anche un ritrovare i simboli della città, a cui indubbiamente questo libro è dedicato, in un felice incontro di passato e presente. Quel che colpisce è la simpatica
ruvidezza di questo protagonista che ben si amalgama con questa città che sente più vicina e in cui si sente molto più a suo agio che nelle tante rutilanti metropoli.
Piombino era già stata cantata dalla Avallone con “Acciaio”, poi trasformato anche in cinema, ma quella di Lupi è sì una “piccola” Piombino, e proprio per questo è
estremamente reale, non cadendo in quelle stereotipate immagini di gente depressa che magari trova rifugio negli spinelli. Qui si vive aria più reale, gli aperitivi, le
merende, le partite a flipper, la domenica allo stadio. Un libro quindi molto “vero”, corredato anche di tante foto che illustrano la città. Né manca una immaginaria
colonna sonoro che va da La leva calcistica della classe ’68 di De Gregori a Vado via di Stefano Rosso, due canzoni che sembrano scandire la vita del protagonista.
Gordiano Lupi è nato e cresciuto a Piombino, è stato lui stesso calciatore e arbitro, ha vissuto la vita della città scandita dalle sirene della fabbrica, in una comunità fatta
per lo più di operai ma anche dei loro figli che mentre i padri si spezzano le reni nelle acciaierie, studiavano, sognavano, divenivano adulti.Ma la vita è come il calcio,
grandi sogni, grandi talenti, ma occorre anche tanta fortuna, lo sa bene il vecchio calciatore, è una strada che lui ha già percorso, lui ha avuto e fatto fortuna, ma ora è
tornato al paese d’origine. La sua personale ” ricerca del tempo perduto” lo porta ancora sul vecchio terreno della >Unione Sportiva Piombino, società ormai decaduta, ma
non per questo ai suoi occhi meno importante. Lui attraverso il calcio vede la speranza in un futuro migliore, ecco perché cerca di spronare e di aiutare il giovane Tarik,
vuole che abbia un futuro migliore.
Un vero e proprio ” atto d’amore” verso una città da sempre operosa e fattiva, scritto in maniera assolutamente originale, senza piangersi addosso. Una Piombino reale sia
nel ricordo dei tempi felici sia nella realtà dei nostri difficili giorni, con personaggi magari delusi ma forti nelle loro convinzioni. Giovanni è voluto tornare in quella Piombino
dove la sua vita ha avuto inizio, certamente tutto è cambiato, tutto si è fatto più difficile. Per lui anche difficili i rapporti con le sue donne, la madre in primis, ma ancora resi-
stono le amicizie più vere così come la provincia non può tradire.
Lui è ormai un uomo solo, la sua è la storia di un ex-calciatore che ha giocato nel sud, poi in C, infine è approdato alla A a Milano. Un ragazzo di provincia proiettato in un
mondo più grande di lui, una moglie bellissima ma tra loro non c’era amore. Piano piano tutto questo passa, resta il benessere economico, lui torna alla sua Piombino, il suo
” approdo sicuro”, qui chiuderà la sua carriera come allenatore ma qui cercherà anche di ritrovare il senso della vita intervallando il presente con i ricordi della Piombino
della sua prima giovinezza.
Lupi dice di non aver scritto un libro autobiografico, semmai lui potrebbe rivedersi in Paolo, uno dei tanti personaggi di contorno, l’arbitro, come lui è stato per tanti anni, ma
quel che conta è l’atto di amore verso la città, con <Giovanni che lascia tutto per tornare nel suo ” porto sicuro”.
Una storia che richiama le emozioni e le nostalgie della giovinezzza, i primi amori, il rifugiarsi sulla scogliera ma anche la vita dura di chi lavorava negli altiforni, ma d’altra
parte era su questo che si basava il benessere della città. Resta così impresso il ritratto del padre, sempre allegro, sempre pronto a spingere il figlio su quella strada che lo
avrebbe portato alla gloria. Ma attenzione successo non vuol dire felicità, e così lui che è arrivato a giocare nell’Internazionale preferirà tornare alle sue radici.
Un romanzo carico di ricordi, ora dolorosi, ora nostalgici, ora pieni di speranza. Molti anche i personaggi femminili, c’è Cinzia, la professoressa, che sa accettarlo com’è.
Ci sono anche le immagini del passato, i cinema e i bar scomparsi, i cancelli rugginosi del vecchio stadio, i gabbiani, i versi del mare. Sulla città spira spesso un gran vento che
nella mente di Giovanni reca tante cose, belle e brutte, anni lieti e anni difficili, vittorie, sconfitte, come è nella vita di un calciatore.
Ma questo non è un libro solo per chi ama il calcio o chi ama Piombino, i due perni della storia. Piuttosto è un libro di valori universali su quella che è l’esistenza di ognuno di
noi, luoghi e professioni sono solo varianti.
Giovanni sa bene che la sua città è devastata da una grande crisi che lascia poche speranze,lui si attacca al calcio, è l’unica cosa che sa fare, ma il calcio per lui è qualcosa di
speciale, ogni domenica in campo ci si deve battere, quindi è una scuola di sopravvivenza ideale, l’importante è continuare a sognare forti della propria passione.
Arricchito di efficaci immagini della città maremmana il romanzo rievoca quel che è la provincia italiana, e grazie al calcio cerca di infondere speranza e di dare una possibilità
di battersi per qualcosa che vale.
Una storia dove troviamo malinconia e amore imperniato su un personaggio che correva per i campi di calcio, invecchiando senza amore, forse questa vita “irreale” dei calciatori
di successo lo ha bruciato “dentro”, ma lui vuole trasmettere agli altri quello che ha avuto, insomma il calcio come metafora di vita con tutto quello che ne deriva, impegno,
fortuna, ambizioni e tutto questo può essere di valido insegnamento alla città di Piombino.
Scritto con stile asciutto specie nelle parti più cronachistiche, senza alcuna sdolcinatura nelle parti più legate ai ricordi,ecco la “madeleine” di Piombino e del vecchio calciatore……
GIUSEPPE PREVITI