” IL KILLER DELLA SERIE A ” di CLARA MAGGIO- ALTRO MONDO EDITORE
12 Ottobre 2015” DOPO LA GUERRA”- di HERVE’LE CORRE – EDIZIONI e/o
19 Ottobre 2015militare di Germania.Sono in molti a volere Germanico al posto dell’imperatore Tiberio. Con Germanico e Gaio c’è anche la rispettiva moglie e madre,
la temutissima Agrippina, nipote di AugustoGaio si è fatti amci dei legionari procurando loro schiave e sollazzi vari, loro lo istruiscono ai combattimenti,
gli hanno affibbiato il nome di Caligola, dal nome caligae, ovvero le calzature dei legionari che il bambino calza sempre.
Germanico poi verrà ucciso e il piccolo Caligola capisce che non basta essere forti, potenti e amati, ma occorre saper sempre prevenire le mosse dei nemici,
conoscere tutto di loro e così gira furtivamente per i palazzi imperiali, ascoltando, non visto tutto quello che i potenti si dicono, venendo così a sapere delle
loro trame, dei loro disegni, dei loro pensieri, e questa sua arte nello stare nell’ombra lo porterà a salire, inosservato, tutta la scsla del potere. Animato
dal desiderio di vendicare il padre, con la sua astuzia passerà davanti ai fratelli e sarà il nuovo imperatoire di Roma.
In un clima di congiure, intrighi, grande lussuria si rivive, grazie alla penna di Franco Forte il mito dell’Imperatore più odiato e avversato della storia.
La storia di uno dei più crudeli tiranni di tutti i tempi rivisitata appunto da Franco Forte che in Caligola Impero e Follia che però parte da un punto di
vista originale e innovativo. Infatti racconta questa vita come se fosse lo stesso imperatore a narrarcela, esponendo quindi il punto di vista di questo
personaggio assai odiato, al più liquidato come un folle. Caligola ci è stato tramandato dalla storis come un despota e di lui si ricordano stravaganze,
eccessi, ecentricità, costumi assolutamente depravati. Del resto dai più è ricordato come ” quell’imperatore che fece senatore un cavallo”. Ma tra lui
e il suo predecessore, Tiberio, non è che poi ci fossero molte differenze. Certamente fu assai dissoluto, spese cifre ingenti ma con l’intento di offrire al
popolo che amava profondamente cibo, denaro, giochi. Odiava e disprezzava, altro tratto in comune ai due, i senatori e tutti quanti detenevano il potere
a Roma. Ma fu anche un buon amministratore e un ottimo stratega militare. Nonostante la giovane età fu ben presto soggetto a gravi squilibri e forti ma-
lattie. A soli 28 anni venne assassinato dalle guardie pretoriane.
Un personaggio affascinante e stimolante, su di lui si sono occupati Camus con una piéce teatrale e Tinto Brass in un film che secondo le corde del suo au-
tore fu al centro di tante polemiche e venne più volte censurato. Franco Forte si sente attratto da questo personaggio tutto genio e follia e studiandolo a
fondo ha voluto combattere o almeno ridimensionare la visione assolutamente denigratoria che lo ha sempre accompagnato. Una ricostruzione oggettiva
di una personalità complessa, certamente disturbata, ma che si era formata duramente alla vita e che si era prefisso l’obbiettivo di attaccare in tutti i modi
quell’aristocrazia debole e corrotta che era la rovina di Roma.
Certamente l’autore fa vedere un Calogola egoista e egocentrico, ma che persegue un suo disegno, anche la famosa nomina del cavallo a senatorenon va
vista solo come un simbolo di follia, ma viene fatta perché l’imperatore vuole dare una lezione ai senatori, irriderli ma anchd invitarli a capire la lezione,
pur se lui stesso osserva ” Chissà se questi idioti capiranno…il significato di un’azione simile “. Caligola voleva fare intendere che se lui nominava senatore
un cavallo, figurarsi quale era la sua considerazione degli uomini che sedevano sugli scranno, e allora siamo sicuri che questo fosse solo il gesto di un fol-
le ?
Il personaggio ci viene descritto dall’infanzia accompagnandolo in quel percorso che lo porterà a diventare imperatore dopo che tutta la sua famiglia è
stata sterminata. E come ammette lo stesso Forte, una volta raccolte e consultate tutte le fonti possibili,è compito poi della sua sensibilità d’autore di
collegare tutti i fili della storia servendoli al lettore usando anche la sua fantasia. Del resto questo è il compito del narratore.
Quel che colpisce è che l’iniziazione alla vita di Caligola comincia prestissimo, già piccolino deve fare i conti con un padre ” mitico”, una madre ” dissol-
luta” e infedele, dei compagni di….strada ben poco adatti a un ragazzino, tutti elementi questi che incideranno pesantemente sulla formazione del suo
carattere.
Caligola vive in un momento storico dove vivono grosse personalità, dei suoi genitori si è già detto, ma il fatto di appartenete alla dinastia giulio-claudia
comporta l’aspettativa del trono. Ma a quei tempi governa Tiberio che elimina tutti i suoi possibili successori, ma anche nella sua corte c’erano persone
feroci e malvagie. che non si comportavano meglio. Il ragazzo comprende che per sopravvivere e poi conseguire i suoi obbiettivi deve agire nell’ombra,
certamente lui si riovelerà una ” spia ” perfetta, In quella corte imperiale infida e piena di intrallazzi e trabocchetti non era necessario essere un grande
guerriero, importante era sapersi muovere, individuare amici e nemici. Una volta raggiunto il potere forse si è troppo fidato di se stesso, troppo auto-
compiacimento, fino a arrivare a credersi uno di quegli dei che lo avevano sin li sorretto.
Va aggiunto che la formazione alla vita di Caligola è avvenuta in un ambiente malsano, pieno di intrighi, di lotte per il potere, ipocrisie, violenze,vendette
e proprio i primi nemici li troverà nella sua famiglia. Del resto questa era Roma, certo se saltiamo alla…Suburra dei giorni nostri, verrebbe da dire….questa
è Roma. Caligola finirà per non fidarsi più di nessuno, eccetto la sorella Drusilla( con la quale però intratterrà un rapporto incestuoso) e il transessuale
Micenio, amico di entrambi.
Nel romanzo grande spazio è lasciato alla componente erotica, nella vita di Caligola il sesso ha un ruolo rilevante, ma va detto che in quell’epoca pas-sioni e eccessi andavano di moda, e quindi non ci si deve meravigliare che questo è accaduto anche per questo imperatore. Inoltre gli imperatori erano
assimilati alle divinità, a cui tutto era lecito.
Un romanzo denso, ricco di fatti, per lo più veri, ma che l’autore sa miscelare in un gioco ben riuscito dove verità e invenzioni si compensano e quindi
il lettore non può che rimanerne affascinato.
GIUSEPPE PREVITI