“IL FANTASMA DI PIAZZA STATUTO”DI MASSIMO TALLONE- E/0
9 Ottobre 2012“L’ERA GLACIALE 4-CONTINENTI ALLA DERIVA” DI MARTINO E THURMEIER
13 Ottobre 2012Sette racconti sui carnevali della Barbagia raccontati non in maniera scherzosa ma come storie di sangue e di sofferenze dove tanti sono i colpevoli e nessuno è veramente innocente.
Sette storie che raccontano le feste trasgressive legate ai carnevali della Sardegna.Cronache che hanno come sfondo la Barbagia,il Campidano,il Carnevale che si vive per le strade,con il tempo che ora scorre lento ora veloce,segnando i destini di tanti uomini e spesso vedendo confondersi i ruoli dei carnefici e delle vittime.
Gian Luca Campagna ci racconta sette carnevali dalle antiche origini: a Bosa il racconto ruota attorno a un convegno di scrittori di gialli mentre le maschere si rincorrono per le strade e compare una figura tragica,colei che praticava l’eutanasia(Sa Abbacadera); a Ottana Boes un ingegnere idraulico deve consegnare al boss dell’industria locale i risultati dell’inquinamento del Tirso ma Merudes e Filanzana decideranno il suo destino(Il filo della vita); nella Lula mineraria il rito della fecondazione della terra con il sangue dei bottileddas si mescola con le proteste dei minatori(Madre Terra);a Lodine i Sus Umpazia corrono di casa in casa mentre ci si accanisce contro Bepi il vampiro,ma qui c’è pure un triangolo amoroso da sciogliere in pieno complotto noir(La malattia del vampiro);ad Austis,anno 1970,un medico messicano vanifica per bontà e senso di giustizia la triste usanza dei Colangones di sacrificare lo scemo del villaggio per ottenere un buon raccolto(Corbezzolo uno tantum edo);nella Sartiglia di Oristano cavalli e cumpadores si sfidano in un gran frastuono di tamburi e trombe ma il gran rumore
cela l’estrema punizione inflitta a un baro(Febbre di cavallo); a Mamolada Mamuthones e Issodadhores processano una coppia borghese in crisi,ma lo fanno per gioco o sul serio?(Il rito della verità).
Sette racconti del carnevale sardo corredati da autentici reportages.Sette racconti noir,duri che lasciano senza respiro e che fondono a meraviglia stile narrativo e potenza delle immagini.
Carnevale di sangue è un libro a quattro mani, si diversifica da altri del genere,perché la parte scritta è dello scrittore e giornalista Gian Luca Campagna e quella visualizzata è del fotoreporter Roberto Gabriele.
Una lunga scorribanda nel periodo dei carnevali per la città della Barbagia e del Campidano.Ma questi eventi non sono accompagnati solamente dalle bellissime foto del Gabriele ma anche dai racconti in cui Campagna ci fa respirare l’atmosfera di questi posti e di questi riti.Ma lo ha fatto non limitandosi a fare la cronaca di queste particolari giornate,ma trasformando sensazioni,personaggi,atmosfere in una serie di racconti.Validissimi perché rispettano il linguaggio e le realtà sarde.
E’una letteratura da viaggio in quanto il territorio ci viene descritto tramite le fotografie ma si discosta da quella classica perché qui non si fa cronaca ma si crea una storia che ci fa entrare nel carnevale con i suoi protagonisti,i suoi suoni,i suoi odori e le sue atmosfere.Tutte sensazioni particolari perché i carnevali sardi hanno ben poco di giocoso,rievocando piuttosto immagini cupe,crude,anche tragiche perché sono legate a miti relativi alla natura e i vari riti vogliono essere propiziatori.
E quindi il nostro autore va oltre la nota di cronaca affondando le mani nella realtà di questi uomini,nelle loro tradizioni e anche prestando attenzione ai loro animali che in questo contesto
recitano una parte importante.
E la vena è dell’autore di noir in un continuo andirivieni di posizioni,ora vittime,ora carnefici, e nel breve volgere di pochi momenti apparentemente di festa,si realizzano o si capovolgono tanti destini. In questo “libro con fotografie”si toccano sette carnevali e questo ci porta a immergerci nelle più autentiche tradizioni sarde.
L’idea originaria di Campagna era di corredare le fotografie con degli articoli giornalistici ma poi girando per l’isola,incontrando gente vera,facendosi contagiare da una terra per molti versi genuina.Ecco un approfondimento maggiore tramite la stesura di racconti con una forma di giornalismo o di scrittura “errante”,ma poi chiaramente prevalsa l’idea dello scritto narrativo via i reportage,via le cronache.Mettendo nella narrazione la vita di chi vive in questi posti, con un’atmosfera cruda, reale che è tipica dei centri sperduti che formano la Barbagia.
L’approccio con la realtà viene così filtrato attraverso lo strumento del racconto,e in successione l’approccio noir che ha la caratteristica di incidere sulla via dei protagonisti,con una dose massiccia di amarezza,perché si vede che la lotta tra il bene e il male è talmente incerta che spesso lo stesso personaggio può rappresentarli entrambi.
IL noir al servizio di un idea,di una ricerca quasi storica di usi e tradizioni,un ritorno anche alle origini. Una curiosità,qui non si parla di droghe ma di vini e di verdure, vero è che possono avere lo stesso effetto letale….
Interessante è questo allontanarsi degli autori dagli scontati scenari moderni tutti illusioni e falsità, esempi di “reality caserecci”che ormai ci hanno stufato. I carnevali di Oristano,Austis,Mamoiada,Ottana,Lula sono scenari inediti che però si sono prestati in maniera eccellente alla costruzione di trame appassionanti. Ma non va dimenticato che in queste feste si onorava Dioniso e la crudezza era uno degli elementi cardine, e i racconti che ne sono derivati non potevano che essere intinti di crudeltà. Ne sono scaturiti sette racconti che tengono teso e attento il lettore con la forza della parola e il fascino dell’immagine.
I carnevali sardi sono pieni di cupezza,non ci sono i tradizionali carri,il lutto e il pianto sono alla base di pantomine che celebrano la morte e la resurrezione del Dio.Arriverà la primavera,arriverà la fecondità ma attraverso riti violenti e sanguinari, in sardo carnevale si dice Carra secare, che vuol dire “sturatevi le orecchie/lacerare la carne viva”,il che richiama alle orge dionisiache del passato,quando si banchettava sbranando animali vivi.
Gian Luca Campagna sa dosare i toni del noir, dei suoi personaggi si può dire in conclusione che compiono le cattive azioni senza pentimenti,una volta che una cosa è accaduta non esiste possibilità di tornare indietro, come è tipico di un noir che si rispetti.E resta l’immagine di una terra dove di pietà ve ne è ben poca,almeno a leggere questi racconti.
Da osservare infine che alcuni sono più allegorici,altri invece nascondono sotto il rito che si consuma nelle strade la trama di un vero e proprio giallo.
GIUSEPPE PREVITI