” QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DE VIA MERULANA” DI CARLO EMILIO GADDA – ROMANZO- 15.04.2020
15 Aprile 2020“L’INVERNO PIU’ NERO” DI CARLO LUCARELLI – Un’indagine del commissario De Luca.- EINAUDI- 18.04.2020
18 Aprile 2020Libero Russo, ex-poliziotto, vive a Milano dove fa l’investigatore privato, se la passa maluccio, trasandato, molti problemi esistenziali con…rifugio nel bere. Siamo nel dicembre
del 1973, quando un tale, molto elegante e ricercato, lo va a trovare e gli affida l’incarico di ritrovare Sandra Poggi, una ragazza della buona borghesia,scomparsa senza lasciare
tracce. Sembra un incarico semplice, la ragazza non andava d’accordo con la famiglia. A una domanda di Russo il suoospite gli rivela che la ragazza è sanissima, anche di cervello, del resto era stata visitata di recente da uno specialista che aveva trovato tutto a posto. Libero, pur pensando più ai casi suoi che a questo nuovo cliente, sente che
qualcosa non quadra con una semplice fuga di casa. Effettivamente la situazione si rivelerà molto intricata, lo psicologo gli conferma che la ragazza pur essendo sana di mente
è un tipo molto singolare, molto libera e spregiudicata.
E così inizia un giro molto frenetico che porta Libero da Milano a Venezia a Bologna, trovando tipi e tipe di ogni risma,neo-fascisti, comunisti,doppio giochisti, spie,poliziotti,
prostitute, sognatori, correrà molto rischi per ritrovare la ragazza, in un vorticare di situazioni e fatti dalle interpretazioni sempre più mutevoli…
Che fine ha fatto Sandra Poggi ? scritto da Davide Pappalardo è una sorta di giallo classico tendente al noir, con al centro un investigatore privato, altrettanto classico nella
sua trasandatezza, apparentemente distaccato dal mestiere, pieno di problemi com’è ,esistenziali e di mantenimento, un pò richiama i detectives americani degli anni Quranta.
Libero Russo è un poliziotto buttato fuori dal Corpo dopo una brutta storia capitata durante una rapina in cui il suo collega è stato ucciso. Siamo nel periodo vicino a Natale<
,anno 1973,lui fa l’investigatore privato, pur se sta aspettando ancora la licenza e quindi deve arrangiarsi per sbarcare il lunario, vive alla Bicocca un po’allo stato selvaggio, gli
fanno compagnia un gatto e le canzoni di Fred Buscaglione. Mentre si macera di rimpianti per la vita di merda che conduce e di nostalgia per la natia Sicilia, gli capita per le
mani un caso abbastanza facile all’apparenza, ricercare una ragazza scappata di casa.
Va però detto che Pappalardo ci …spiazza con un prologo dove il nostro protagonista sta finalmente concludendo la sua ricerca, ovvero finalmente vede davanti quello che sino
a quel momento era stato una sorta di miraggio, ovvero davanti a lui c’è Sandra Poggi, “bella era bella,accidenti a lei…ma doveva avere un cervello strafatto…o era così di suo…”
E in un baleno gli vengono a mente tutte le peripezie, i rischi, le lordure,le amarezze, i disagi per arrivare a lei.Ma….”diamine se ne era valsa la pena”.
Ecco a questo punto si torna all’inizio della storia quando appunto Libero Russo si mette in caccia della scomparsa, in apparenza un incarico semplice, ma ben presto da quello
che gli hanno detto il suo elegantissimo committente, il dottore che l’ha avuta in cura, i suoi ex-colleghi che sembrano ansiosi di dargli una mano, il fratello della ragazza si con-
vince che alla base di questa scomparsa non c’è sicuramente solo un disagio nei rapporti familiari quanto un qualcosa di ben più profondo e anche pericoloso. Si troverà a inseguirla da Milano a Venezia a Bologna e dovrà vedersela con neofascisti, ragazzi della sinistra, ex-sessantottini, psicologhi che poi si rivelano tutt’altro,prostitute, spie,pic-
chiatori, barboni,poliziotti, e anche un cane che diventa la sua spalla.Tutto per rincorrere questa fantomatica Sandra, che sembra possedere il dono di sparire al momento giusto,
anzi spesso lui h l’impressione di essere lui l’inseguito.
Un libro scritto con mano agile, divertente e dissacrante rispetto a tanti canoni del giallo classico, a partire da questo investigatore abbastanza anomalo, pur se alla fin fine li
rispetta tutti, la trama funziona, molti misteri, molti personaggi, dialoghi serrati. Noi vediamo tutto con gli occhi di Libero, uomo eternamente in cerca di guai, ma anche in
possesso di una sua filosofia che lo porta a smitizzare tutto, ma riuscendo in questo modo a interessare ancor più il lettore.
Russo si racconta e ci racconta, il libro è scritto in prima persona, le situazioni si capovolgono in continuazione, Pappalardo fa spesso ricordo all’ironia nel descrivere i tanti
protagonisti e le situazioni che cambino in continuazione. Comunque si ravvisa sempre una scrittura che è molto attenta all’uso delle parole, le sa dosare, fino a farne quasi le>
protagoniste del racconto.
Si va in tre grandi città, Russo sembra sempre tirarsi i guai addosso, c’è molta azione, lui , sullo stile dei tanti investigatori “maledetti” tipici dell’hard boiled ma anche di
una certa letteratura gialla italiana che sulla lontana scia di Scerbanenco ha riscoperto il noir duro e violento, lui beve molto, becca qualche sberla o corre il rischio di essere
ammazzato, m poi trova sempre il modo di venirne fuori, anche perché c’è sempre qualcuno che veglia su lui.
Non mancano i momenti di riflessione e di nostalgia, quando pensa alla sua Sicilia, al nonno che lo ha allevato, gira gira il nostro protagonista è una brava persona, addirittura
con tutti i guai che ha addosso vuol far convivere un gatto e un cane…. Ben curata è la parte più poliziesca, la trama si evolve in continuazione tenendo sempre viva l’attenzione
anche per il continuo fluttuare delle situazioni. E molto spazio è dato anche all’evidenziazione della natura umana dei vari soggetti, e anche del clima dell’Italia anni ’70 ,sempre
buona fonte d’ispirazione.
GIUSEPPE PREVITI