La scala a chiocciola – Mary Roberts Rinehart – I gialli del Corriere della Sera
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19 Marzo 2013Biagio Proietti , scrittore, sceneggiatore, regista, insieme con la sua compagna di lavoro e di vita Diana Crispo, sono stati tra i maggiori protagonisti del giallo televisivo anni ’70 e ’80.
Molti i loro soggetti e le loro sceneggiature per una felice stagione di polizieschi a puntate, molto celebre fu nel 1976 Dov’è Anna con ben 24 milioni di spettatori.
Ma singolarmente o in coppia non sono venuti mai meno all’appuntamento con la scrittura, racconti per antologie, romanzi, ed ecco un fortunato ritorno in libreria con Chiunque
io sia.
L’avvocato Guido Morelli si trova difronte nel suo studio romano una donna in cerca di lavoro, dice di chiamarsi Bianca Rizzi. Ma grande è il suo sconcerto, assomiglia in maniera
incredibile a sua moglie Daniela, scomparsa senza lasciare traccia di se otto mesi prima. Quel che stupisce ancora di più e che Bianca non solo assomiglia come una goccia d’acqua
a Daniela ma sembra che sia veramente Daniela. Eppure i ricordi della presunta Bianca sono autentici e nulla hanno a che fare con Daniela Morelli. Un vero e proprio enigma, due
“identità” diverse che sembrano essere confluite nella medesima persona.
Morelli si trasforma in investigatore, deciso a risolvere il mistero, e quindi compie una lunga indagine su questa donna che sembra aver vissuto due vite. Sarà come entrare in un
labirinto cercando di non smarrirsi e di mettere insieme le varie tessere per trovare la via giusta per uscire da codesta situazione. Morelli riuscirà a venire a capo dell’enigma pur se
la verità che troverà forse non la tranquillizzerà del tutto….
La mia vita con Daniela è un soggetto televisivo scritto dal duo Proietti/Crispo nel 1976, altri riferimenti potremmo farli ad alcuni film di Hitchock o anche a Pirandello molto
sensibile ai problemi dell’identità. Fatto sta che ispirandosi e facendo tesoro di queste esperienze con Chiunque io sia i nostri autori costruiscono un giallo coinvolgente e originale
dove la realtà di un fatto ci viene offerta con varie interpretazioni sino a uno straordinario colpo di scena finale.
Un giallo italianissimo per impianto e tecnica narrativa, pieno di dubbi e ombre. Protagonista un avvocato, Morelli, abbandonato otto mesi prima dalla moglie Daniela svanita
nel nulla e che improvvisamente si ripresenta dicendo di chiamarsi Bianca Rizzi. Se si dovesse prendere per buona questa identità andrebbe comunque rimarcato che Bianca
è la sosia perfetta di Daniela.
Ma se la somiglianza fisica è assoluta, altre prove dimostrano che Bianca è Daniela, eppure i ricordi di Bianca sono diversi, sono suoi propri, con Daniela nulla hanno a che spar-
tire. E da qui inizia il lavoro indagatorio del marito…
Biagio Proietti e Daniela Crispo partendo da uno sceneggiato televisivo confezionano un romanzo completamente nuovo di ambientazione europea con puntate in Italia ma
anche a Bruxelles e Parigi. Non viene indicata un’epoca certa, si può ritenere che siamo ai tempi nostri ma maggiore importanza viene lasciata alla tensione della situazione e alla
suspense psicologica che ne deriva.Un giallo “cerebrale”, lineare, senza quegli effetti spettacolari che infarciscono molte storie di questi anni.
Abbiamo due personaggi principali, l’avvocato Morelli è il primo, uomo disperato per un abbandono improvviso e imprevisto, che si ritrova davanti una donna che è certamente
la moglie, anche se lei, almeno inizialmente, lo nega. Poi c’è una giovane donna, Daniela, moglie trascurata che ha pIantato il marito per un altro, bella donna ma per molti niente
più che una…pupattola. C’è poi un terzo personaggio, o se vogliamo l’altro lato del secondo, Bianca, che piano piano impariamo a conoscere, una donna indurita e inacidita dagli anni, che improvvisamente nell’amicizia di Daniela scopre un nuovo modo di vivere.
Il terzo personaggio effettivo è Andrea, l’amante o il “presunto” amante. Daniela(o Bianca)dice di non conoscerlo, non ricorda o finge di non conoscerlo?
Guido e Daniela vanno oltre tutto, tendono a riavvicinarsi, lei ritrova sicurezza accanto a lui, dopo le diffidenze iniziali sembra possibile un ritorno alla vita in comune.
Proietti conferma di essere uno dei maestri del giallo italiano, non ricorre ad artifizi o scene crudeli ma sa coinvolgere il lettore emotivamente e psicoligicamente. La forza vera è nei
protagonisti, nella loro caratterizzazione, notavamo in precedenza che non sono indicate delle date, la sceneggiatura di riferimento è degli anni settanta, sono passati quaranta e
più anni, ma la storia va oltre ogni vincolo di attualità, andava bene allora, va bene oggi, potrebbe andare bene domani. La vera forza è nella tensione che cresce con lo scorrere
delle pagine, è nello scandagliare le varie personalità, cercando di mettere le anime a nudo.
L’ansia che prova Daniela/Bianca nel voler sapere chi è effettivamente, lo struggimento di Guido nel ricostruire questi otto mesi si trasferiscono pure a chi legge. Si è già
parlato di vari influssi, ma la trama resta originale, Proietti e la Crispo non sono ricorsi a violenze fini a se stesse, o a una esasperazione dei toni. Potremmo dire una somma
beatificazione del giallo classico, di buona scrittura, lineare nello svolgimento, notate che non vi sono delitti, la tensione è nel procedere dei fatti. Un altra nota di merito è anche
nella apprezzabile semplicità di dire con un numero giusto di parole quel che si vuole dire.
Quando trentacinque e più anni fa i nostri autori sceneggiarono per la televisione La mia vita con Daniela partirono da una idea della Crispo: una donna arriva in una città
sconosciuta per un colloquio di lavoro e scopre che molti la salutano come se la conoscessero….
Da questo incipit discendono vari interrogativi: chi è la donna ? Una pazza ? Una truffatrice ? Una simulatrice ? Una povera giovane colta da amnesia ? E poi perché i ricordi di
una si sono trasferiti nell’altra ? Partendo da questo spunto e dai vari interrogativi si snoda quindi una storia ricca di suggestioni, una storia che si può prestare, e qui sta il suo
fascino, a qualsiasi soluzione. Una storia intrigante che spazia su varie città, abbiamo già ricordato quelle straniere, ma interesserà anche Roma, Firenze, Pisa. Città viste con
l’occhio di Daniela, cioè non “cartoline” turistiche ma nell’ottica di una persona che ricerca qualcosa, a volte punti precisi ( un palazzo, un negozio), a volte semplicemente sente il
bisogno di immergersi nell’atmosfera delle strade per farsi tornare i ricordi di una vita sfuggita.
Chiunque io sia è il titolo di questo romanzo, con una giovane donna, bella e affascinante, che ha assunto la voce e il modo di fare di una donna matura e disillusa.
Un incidente automobilistico forse è alla base di tutto quanto sta avvenendo, ma poi alla fin fine è veramente necessario sapere chi sia veramente la donna ? Quel che contA
sembra il senso del libro è penetrare nel suo dolore, esserne partecipi. Più che sulla soluzione dell’identità questo “giallo”sembra volerci dire che è impossibile dare una risposta
esatta.
La donna va accettata, e lei stessa sembra capirlo, chiunque ella sia!
GIUSEPPE PREVITI