IL PERSONAGGIO DEL GIORNO: ELIZABETH McGOVERN
18 Luglio 2015IL FILM DEL GIORNO: IL CLIENTE
20 Luglio 2015Ci fu un tempo in cui Marco Tanzi era ritenuto il miglior poliziotto di Milano, poi la sua vita precipita, finisce in galera, si riduce a fare il clochard, per poi tornare alla vita e
riabilitarsi. Ora che sembra tutto si possa accomodare gli viene chiesto di collaborare a una indagine segreta. Deve infiltrarsi nel carcere di Brescia per ottenere la collabora-
zione di un contabile della mafia e così infliggere un duro colpo alle cosche che si contendono il traffico di cocaina a Milano. Ma deve anche trovare il modo di smascherare
un poliziotto corrotto, Matteo Serra, capo della narcotici, una vera anima nera. Tanzi accetta benché il suo amico ed ex-collega Luca Betti cerchi di dissuaderlo perché teme
che vada incontro a ulteriori guai.
Milano è sconvolta nel frattempo da una guerra fra bande, una nuova organizzazione criminale vuole assicurarsi il controllo della città immettendo sul mercato una metanfe-
tamina, dagli effetti collaterali devastanti, la green inferno.
La storia ha inizio quando una rapina a una banca, un vero e proprio assalto, lascia molti morti sul terreno, e la violenza sarà sempre più devastante e sanguinaria. Tradimenti,
giochi di potere, rese dei conti. Luca Betti e il commissario Laura Domini, se non riusciranno a dare un seguito alla loro relazione, non dimenticano di essere dei buoni poli-à
ziotti, che hanno conservato i loro principi, arrivando così in fondo a una vicenda sempre più cruenta, sicuramente niente sarà come prima.
” Mi chiamo Marco Tanzi. Sono un ex-poliziotto, ex-padre di famiglia, ex-detenuto. Ho passato otto anni in prigioni come questa credevo di essere uscito dall’incubo, ma eccomi
di nuovio qui. Stavolt però ho una missione. Disperata, come al solito, e dalla quale dipendono parecchie vite. Sempre che prima riesca a salvare la mia.”……
Così si esprime all’inizio di questa storia l’ex-poliziotto Marco Tanzi che sta riassaporando aria di riabilitazione, quando decide di accettare la richiesta di collaborazione di quel
magistrato che lo aveva a suo tempo sbattuto in galera, ma stavolta in carcere ci va volontariamente….
Dopo Io la troverò ancora alla ribalta la Milano malavitosa e dei loschi traffici legati alla droga. In Città di polvere Romano De Marco fa incrociare ancora una volta i destini
di Tanzi e il suo amico >Betti. Ai due si è aggiunta una poliziotta, Laura Damiani, un tipo tosto che viene da Roma, avrà anche una momantanea relazione con Luca, ma lei
poi anteporrà tutto al servizio, non ha tempo da perdere, il suo sforzo è di ripulire la città. Nominata da poco capo della squadra antirapine si trova a dover affrontare una si-
tuazione assai difficile, un vero e proprio assalto a una banca con vari caduti sul campo, tra impiegati e poliziotti, Troppa ferocia che va al di là di una semplice rapina.
Intanto Tanzi è tornato in carcere e dovrà acquistare la fiducia di un uomo recluso per pedofilia ma anche addentro ai segreti delle cosche che imperversano in città.
E grazie all’azione dei tre, con Betti e la Damiani in prima linea, Tanzi dal carcere di Canton Mombello, si cominciano ad aprire degli squarci su cosa sta avvenendo. La’Ndrasn-
ghetan che domina la città, nuovi gruppi che vogliono entrare, poliziotti che fanno il doppio gioco, padrini mafiosi, viscidi faccendieri.
La polizia è guardata con un occhio particolare: un personaggio a tutto tondo è il questore di Milano, Daniela Boschi, una donna con sulle spalle venti anni di lotta alla camorra,
che saprà discernere i buoni collaboratori dai cattivi, E il cattivo per vocazione sarà Matteo Serra, il tenebroso capo dell’antidroga.
De Marco ci racconta una storia d’azione, assai violenta, con tanti personaggi, ogni attimo il pericolo incombe su di loro, speranze, illusioni e delusioni si alternano in questo
bellissimo romanzo che ci da un quadr0 terribile della capitale lombarda. Tutto narrato senza lasciare un momento di respito al lettore, ammaliato da questo ritmo aspro e
intenso che per certi versi richiama l’espressività degli hard-boiled dove l’azione è sempre al centro di tutto.
Al centro di tutto qui c’è Milano, una Milano Nera, assai violenta e molto reale.
De Marco arricchisce la narrazione di cognizioni tecniche, ad esempio c’è l’immagine di quella che dovrebbe essere la banca ideale uanto a sicurezza e inattaccabilità, ma poi si
vedrà che l’immagine è una cosa e la realtà un’altra.
Esiste una nuova sostanza che proviene dal Messico, per immetterla sul mercato vanno scalzati le gang sin li operanti. Quello che colpisce è che sia un poliziotto, Matteo Serra,
a guidare tutto questo gioco.
No mancano i risvolti personali legati alle storie dei singoli protagonisti. Luca è come sempre l’idealista, Marco è il più duro. Laura Damiani ha avuto anche lei, come i suoi alter ego,le sue pene d’amore ma ora non vuole più avere cedimenti, sacrificando anche quella che potrebbe essere una nuova vita sentimentale e guardando di portare in fondo il suo
compito.
De Marco è un abile tessitore di storie, a cui sa conferire il giusto ritmo, non ci risparmia scene molto violente, ma il tutto va inquadrato in quel che si aspetta da un romanzo che
fa del ” nero ” il suo emblem, e quindi non ci sembra ci siano esagerazioni e compiacimenti.
In Io la troverò ci erano srati fatti vedere gli avanzi della società che vivono nel parco Solasri, qui viene visualizzata una città nascosta, sordida, violenta che i più non conoscono
e lo fa non…risparmiandoci niente, ma del restola violenza è un connotato della società in cui viviamo. Se poi ci ricordiamo i tanti film degli anni settanta, i c.d.”polizziotteschi”
già li si vedeva una violenza esagerata ma non fine a se stessa.
Interessante è anche la rappresentazione dei due poliziotti amici, due uomini che stanno attraversando una grande crisi personale. Tanzi si è quasi perso, Betti non sa più
a cosa aggrapparsi, tutto gli sembra sfuggire, però, e qui scatta il lato positivo,decidono di non arrendersi e di continuare a battersi.
Un grande rilievo è dato anche alle donne, figure forti, si dice che siano più complementari allo sviluppo della storia che non protagoniste assolute, ma questo secondo romanzo
di De Marco ci pare più corale del primo, e tutti sono, a seconda dei momenti, protagonisti o comprimari.
Neppure in questo romanzo non manca un certo accenno al sociale, vedi lo stato disumano in cui si vive nelle carceri o tutto quanto di violento è legato al traffico di droga.
GIUSEPPE PREVITI