” MDF-LA STORIA DEL MOSTRO DI FIRENZE ” -DI ROBERTO TADDEO-MIMESIS – 13-02-24
13 Febbraio 2024” ERRORE 4O4″ – edizioni e/o DI SACHA NASPINI- 24.04.2024
24 Febbraio 2024Un commando terroristico di matrice islamica tenta di rapire la figlia di uno dei più ricchi industriali lombardi, e tutta la nazione si interessa al caso. Sullo slancio di questa grande popolarità la ragazza decide di entrare in politica, e l’interesse mediatico diventa ancora maggiore, anche se non tutti approvano queste mossa che potrebbe anche alterare gli equilibri del Paese.
Frattanto a Roma la mafia ordina l’uccisione del commissario Laura Damiani, l’attentato fallisce ma ben tre poliziotti perdon0 la vita e quindi la polizia si mobilita in forze.>
Intanto sbarcano a Fiumicino due killer spietati, provenienti dal Giappone, inviati dalla Yakuza per regolare dei vecchi conti, insomma la situazione è sempre più tesa, quando si annuncia
l’arrivo del capitano dei carabinieri Rinaldo Ferro, l’unico uomo in grado di frenare questa ondata di violenza, pur se i suoi metodi sono tutt’altro che ortodossi.
Ritorna, con i suoi uomini, il capitano dei carabinieri Rinaldo Ferro, lui e la sua squadra speciale dovranno vigilare su una giovane rampante, che vuole tentare la carriera politica.
E’ tornato così in libreria ROMANO DE MARCO, una quindicina di romanzi pubblicati, tanti racconti, tanti premi, insomma uno di quegli scrittori “sicuri”, che costituiscono la base del “giallo” italiano, un movimento letterario che se ha certo le sue punte di diamante, può vantare un consistente numero di autori di valore che hanno saputo nobilitare ed elevare delle storie che, da tanta critica, erano sbrigativamente definite “letteratura di genere”.
ROMANO DE MARCO è sempre stato attivo nel tempo, e ha saputo costruire delle trame sempre di azione, ma anche capaci di individuare e sferzare i tanti mali del Paese, sia politici che sociologici.
Protagonista un capitano dei carabinieri, certo fuori delle righe, per comportamenti, modi di agire, refrattario alla disciplina militare, come del resto gli uomini della sua squadra, pronto a sacrificarsi per il trionfo della giustizia e della verità.
E’ un libro dove l’indagine, la corsa contro il tempo per evitare il peggio, con al centro uomini forti e senza paura che danno vita a una storia complessa, con tante implicazioni psicologiche, e anche con critiche non troppo velate ai centri del potere, anche il potere…costituito, che certamente non fa una bella figura.
Il tentato rapimento della figlia di un grosso imprenditore lombardi dai molti legami romni mette sotto accusa i gruppi islamici si incrocia con il tentato omicidio del commissario Laura Damiani, uno dei personaggi fissi delle storie di De Marci, e in questo caso si pensa alla mafia. Ma come se non bastasse, l’autore ci aggiunge la malavita giapponese, infatti sono arrivati a Roma due spietati esponenti della Yakuza per regolare vari conti rimasti in sospeso, e che riguardano proprio il commissario Ferro.
Una vicenda forte, dove la morte è sempre al centro, l’autore usa molta ironia, discorsi brevi e concisi, tanti capitoli, mai lunghi, per concentrare appunto l’interesse sui fatti.
Al centro Milano, Roma, il Giappone, Poliziotti, carabinieri, sicari, agenti segreti, spie, guerrieri che vengono da lontano, forti delle loro tradizioni, ma anche lontani dai valori etici che dovrebbero proteggere per essersi ormai messi al servizio di questo super concentrato di malavitosità. Non poteva che esserci il capitano Ferro, uomo tutto d’un pezzo, un “puro”, che però non disdegna metodi fuori della norma, per venire a capo di una storia che lo coinvolgerà anche personalmente .Infatti vi saranno implicati la donna che ama, Laura, il padre, ex-colonnello dei carabinieri, e la figlia Suyn. D’altra parte il rispetto delle leggi è certamente importante, ma se si vuole fare giustizia a volte si deve andare oltre la mera applicazione della legge, anche perché spesso Ferro si imbattono in situazioni molto oscure.
Ferro e i suoi combattono le connivenze del potere, sono molto uniti fra loro e pronti a qualsiasi evenienza. In tanti li consiglierebbero di chiudere gli occhi, ma Ferro-uso anche ai codici d’onore dei giapponesi, applica un suo codice, simile anche a certi eroi dei film western, dove l’eroe solitario trionfa su tutto e su tutti. A parte che il nostro eroe ha un valido stuolo di collaboratori.
DE MARCO si conferma abile confezionatore di romanzi d’azione, con molta tensione,, ben sostenuta da una narrazione che aborrisce tempi morti e inutili descrizioni, e tutto sommato sa anche…destreggiarsi tra una miriade di personaggi, tutto sommato necessari all’economia del racconti.
In questi ultimi anni sono un po’mancati nell’economia del Giallo italiano i “polizziotteschi”, e del resto anche il cinema li ha un po’abbandonati. Eppure avevano un grosso stuolo di ammiratori.
ROMANO DE MARCO, tra l’altro ripescando un suo vecchio romanzo scritto quindici anni fa, ma mai pubblicato, torna a questo suo antico eroe, e effettivamente ne è valsa la pena. Di nuovo in pista pertanto Ferro con i suoi uomini !
In un romanzo fitto di azioni e colpi di scena si ribadisce, se ancora ve ne fosse bisogno, l’importanza che questo tipo di letteratura ha avuto nella nostra società. Perché, oltre alle varie scene di movimento, c’è una acuta critica verso i politici, spesso collusi con la mafia, e anche verso certe in capacità dei servizi segreti e anche dei più alti gradi della polizia.
GIUSEPPE PREVITI