” FUOCO” DI ENRICO PANDIANI- RIZZOLI- 24.O1.2022
24 Gennaio 2022” LE OSSA PARLANO” di ANTONIO MANZINI- SELLERIO- 3O.O1.2021
30 Gennaio 2022Il nostro protagonista, commissario Ansaldi, titolare del commissariato di Monteverde, è un buon poliziotto, nonostante che soffra di ansia e di ipocan-
dria, il che spesso gli rendono difficili vita quotidiana e attività lavorativa. Monteverde è una zona tranquilla di Roma e quindi anche al commissariato
si vive bene. Con lui un gruppo un po’….border-line, la sua preferita è Eugéne, eccezionale come investigatrice, ma soffre di disturbi di socialità ed è quasi
negata alle relazioni umane, poi ci sono gli agenti scelti Di Chiara e Leoncini, pieni di manie ma che si completano bene a vicenda e poi Elena, l’ultima arrivata,
una bella ragazza, ambiziosa e desiderosa di apprendere, Di Chiara è innamorato cotto di lei. Insomma un gruppo stranamente assortito, pieno magari di difetti, ma però è un “gruppo” che funziona e che puo’ arrivare a buoni risultati.
Un pomeriggio, un anziano signore, vedovo, che vive solo, noto per il suo cattivo carattere, viene trovato con il cappio al collo. Apparentemente si pensa a un
suicidio, ma Eugénie riesce a convincere il commissario a non chiudere l’indagine, per lei si tratta di un finto suicidio. In seguito una serie di morti assassinati
scuoterà la quiete del commissariato, mettendo in subbuglio anche Roma e i Palazzi della politica.
In un clima letterario abbastanza ingessato ben vengano le novità ! Tra i tanti libri che occupano le librerie un grosso successo lo sta riscuotendo FRANCOIS
MORLUPI, resosi famoso con una serie di ebook, e poi vincitore di uno dei premi Scerbanenco con COME DELFINI TRA PESCECANI ( un’indagine per i
cinque di Monteverde).
Un giallo curioso perché è scritto con molta ironia pur non mancando mai la giusta tensione necessaria a costruire appunto un buon romanzo giallo. Intanto
colpisce la descrizione di una Roma senza i particolari orpelli delle cronache o patinate o sensazionalistiche o distruttive, a seconda degli andamenti politici delle varie testate. Qui abbiamo una Roma viva, a volte bella a volte no a seconda delle zone, sicuramente più umana, anche se ci sono mancati i cinghiali….
Al centro della storia un commissariato, quello di Monteverde, cinque poliziotti, due uomini e due donne, più un commissario, tutti con i loro pregi e difetti,
ma capaci di trasformarsi in una “squadra”, e questo è importante e indicativo dell’atmosfera che pervade il racconto, dove anche lo sport, in particolare il
gioco del calcio, è al centro della storia con tutto il suo sottobosco.
Quindi, un commissario, tale Biagio Maria Ansaldi, al centro della vicenda, un uomo depresso, un “malato immaginario” all’ennesima potenza, che si imbottisce di medicinali, che rifà dieci volte le scale di casa perché non è sicuro di avere chiuso la porta di casa, che si fa tiranneggiare dal cane Chagall che
pur è il suo antedepressivo, veste in maniera…oscena, sta lottando per perdere peso. Però è una brava persona, è un ottimo poliziotto, è un buon capo per i suoi
uomini, giusto e comprensivo, molto umano. Al suo fianco Eugénie Loy, la migliore investigatrice del gruppo, ma un carattere scostante, difetti di socialità, poi la bella Emilia, arrivata da poco al commissariato, ben preparata, vuole “arrivare” e quindi vuole partecipare alle attività dei colleghi, dando il suo apporto.
Quindi i “Ringo Boys”, Di Chiara, una passione sfrenata per la Roma, un po’ chiacchierone, gli piace sfottere il giovane Leoncini, ma fondamentalmente è un
bonaccione, l’altro è Leoncini, gran lavoratore, grande cinefilo, un bel rapporto d’amore. I due “cazzeggiano” molto ma sono brave persone, stanno bene insieme e conoscono il loro lavoro.
Un giorno viene trovato impiccato nel suo appartamento un anziano vedovo che viveva solo, sembra un suicidio, ma Eugénie, che è un po’ lo spirito critico del
gruppo, non è convinta, e il commissario si fida delle sue intenzioni e quindi le indagini si allargano. Verrà fuori che si è trattato di un delitto, ne seguiranno
poi altri, che prenderanno una certa direzione visto che si scoprirà un elemento comune ai vari assassinati.
L’indagine va avanti, la “strana” squadra del Monteverde procede, hanno i loro problemi ma ,ripetiamo, il lavoro procede. Ci si affeziona a questi strani tipi, un po’…matti, ma tutti al pezzo quando ce ne è bisogno.La squadra si addentra nel mondo del calcio giovanile capitolino, con i sogni e le speranze dei ragazzi più bravi, i dirigenti, i vari componenti la società, e naturalmente i genitori di questi ragazzi.
Questo romanzo ha un forte riscontro sociale, con al centro i giovani, i ragazzi che stentano ad affermarsi nei campi professionali , ma ci fa vedere anche gli an-
ziani sempre più abbandonati, li vediamo o chiusi in casa, o nei bar o nei circoli, o nelle case di riposo se non all’ospedale. C’è un episodio particolarmente commovente l’episodio di un uomo solo e molto malato, ricoverato all’ospedale dove casualmente si incontra con il commissario Ansaldi, è ormai agli ultimi
giorni di vita, e lui chiede a questo…inatteso visitatore se torna a trovarlo e gli porta un dolce, è l’ultimo suo desiderio, e il commissario ne resterà particolar-
mente toccato.
E così tra battute, sfottò,ma anche tanta umanità, la storia va avanti, viene alla ribalta un ragazzo a cui tutti profetizzano una grande carriera, tanto da essere
chiamato l'”Eletto”.Ebbene, in una gara decisiva per il suo avvenire, ci sono osservatori da tutta Italia, il ragazzo si infortunia gravemente e i suoi sogni si infrangono.
Il libro entra alla grande nei problemi del calcio giovanile, dove tanti “pescecani” gravitano intorno ai giovani campioncini in erba e ai loro genitori. E non ci si
accorge che girano troppi soldi, che si sta creando una nuova generazione di spostati. Quel che è grave è che questa massa di maneggioni, che tra l’altro molto
potere ha sui genitori,(altro anello della catena),è che se ne infischiano dei loro sogni, delle loro aspirazioni, della loro voglia di arrivare.
Una considerazi9ne molto amara in un romanzo che è tutt’altro che amaro, ma proprio per questo colpisce di più questa chiosa su uno dei tanti mali che afflig-
gono il Paese, qui in particolare problemi di giovani e anziani visti in un’ottica particolare, che proprio per questo colpisce di più.
Un altro elemento interessante è dato dal personaggio del Questore di Roma, figura abbastanza simpatica (c’è un movimento “letterario” di rivalutazione
dei questori…), che protegge questo commissario di cui apprezza sagacia e intuito anche se non di grande presenza. E c’è il cammeo di un ministro che
si presenta in divisa di poliziotto sul luogo di un delitto….)
Tra i tanti che oggi discutono di gialli non si parla più di letteratura di genere, e proprio questo invita a riflettere su temi e romanzi importanti che stanno al
centro della storia di cui si è qui parlato, e quindi un bravo al nostro Francois Morlupi.
GIUSEPPE PREVITI