COME E’ NATO IL COMMISSARIO MAIGRET
21 Novembre 2013” NESSUNO E’ COME SEMBRA ” DI VITO DI BARI- IL GIALLO MONDADORI
24 Dicembre 2013In questi giorni si svolge a Courmayeur la ventitreesima edizione del “Noirfest” che giungendo praticamente a fine anno serve anche a tracciare un ideale bilancio
su quella che è stata l’annata giallistica, se per lo meno vogliamo farla coincidere con l’anno solare. In verità è un po’ difficile tracciare dei bilanci definitivi, la
grande stagione del giallo sembra ormai coincidere con l’estate, in quanto è tra giugno e settembre che ogni settimana si susseguono una serie di festival, di premi,
di incontri, che evidentemente non possono non influenzare il giudizio del lettore. Ma la stagione editoriale è abbastanza diversa, ci sono sicuramente due
fasi consolidate, appunto il periodo estivo, la gente va in villeggiatura, ha più tempo per leggere, e quindi è naturale che escano molte novità. Ma anche verso il
periodo natalizio ci sono molte uscite, i cui riscontri però si hanno normalmente dopo qualche mese. Ma anche questi sono ragionamenti da prendere con le
molle, nel senso che anche in periodi di supposta fiacca possono uscire dei buoni libri, e inoltre c’è un fiorente mercato che riguarda le riedizioni di tanti famosi
autori del passato, e il lettore sembra gradire molto queste riproposte.
Del resto, se torniamo a Courmayeur, il personaggio omaggiato dal festival è proprio un “mostro sacro” dell’investigazione,Kurt Willander, creato da quel grande
scrittore che è Henning Mankell. Forse forse poteva anche essere stato chiamato prima, ma è anche la testimonianza che il giallo scandinavo non è stata una moda
passeggera, anzi l’enorme successo di Stieg Larsson e della sua Triologia poggiava su un retroterra di scrittori assai importanti e capaci di cantare quel malessere
profondo che stava minando quella che dall’esterno sembrava una società felice e senza problemi. Va del resto ricordato che i capostipiti del giallo scandinavo, pro-
digo negli anni di buoni talenti, sono stati Maj Siowall e Per Waloo che già cinquant’anni fa intuirono che il conflitto sociale avrebbe attentato contro la democrazia,
generando insicurezza, rabbia, depressione, xenofobia.
Anche Mankell si serve della chiave del giallo per indagare su questa società dove il capitalismo ha portato il male, un male di tutta la società più che di un singolo
individuo. E Wallander è un poliziotto che conosciamo dal 1991, e che privilegia il lavoro investigativo di squadra, ma che si porta dietro grossi problemi fisici e
psicologici, con una famiglia che gli da grossi problemi. Ma quest’uomo comune, con tanti problemi, ha fatto presa sul pubblico e dei lettori e dei telespettatori,
visto che a lui sono state dedicate varie serie, famosa quella girata in Inghilterra con Kenneth Branagh.
Tutto sommato il premio a Mankell, che ha abbandonato da tempo il suo detective, appare un doveroso riconoscimento a un grande scrittore e dimostra che
il tempo dei gialli non è legato a mode o a anni, un bel libro giallo ha un successo duraturo nel tempo.
Il Courmayeur, o meglio il mitico “premio Chandler” è stato sempre assegnato a grandi autori internazionali, di varie provenienze geografiche, ci si può chiedere
se il premio sia più un riconoscimento alla memoria, storica ben s’intende, che non al nuovo che viene dal mercato. Ma probabilmente è proprio sul nuovo e
presunto tale che occorrerebbe soffermarsi, ovvero cosa ha dato di veramente “nuovo” il panorama letterario del noir internazionale ? Francamente ben poco,
non è che manchino i titoli, ma mancano il romanzo, lo scrittore, il personaggio che ti colpiscono veramente, quindi ben venga l’omaggio a Mankell ma è il futuro
quanto a nuovi talenti che lascia perplessi.
Per l’Italia a Courmayeur viene assegnato il premio Scerbanenco, si abbraccia il panorama di quasi tutta l’annata 2013, per la successione a Maurizio De Giovanni
in lizza Carrisi, Gardella, Malvaldi, Paglieri e Sarasso. Nomi noti e meno noti, certamente autori di qualità, ma l’annata giallistica nazionale poteva benissimo essere
rappresentata da altri autori altrettanto degni. Il fatto è che abbiamo avuto un’annata ricca di titoli, quasi tutti i grossi nomi sono usciti, qualcuno come Camilleri, Di Giovanni
anche con più libri nel corso dell’anno, si sono affacciati nomi nuovi, altri sono cresciuti, manca probabilmente, come nel campo internazionale, il libro-boom.
GIUSEPPE PREVITI