” FERRO E FUOCO “di ROMANO DE MARCO- PENDRAGON
23 Febbraio 2016” FIRENZE CAPITALE NOIR” -Storie nere di Firenze capitale (1865-18719- Antologia a cura di Graziano Braschi- AA.VV
2 Marzo 2016La storia di un amore, un grande amore che via via si sfascia, si decompone , entrando come un veleno nella pelle e nella psiche della coppia protagonista.
La storia ce la racconta in prima persona Edo, viareggino, che ha sposato Guia una donna bellissima che vuole fare la scrittrice. Guia è ricchissima i geni-
tori sono proproietari di uno stabilmento balneare in Viareggio dove Edo faceva il bagnino Colpo di fulmine, i due si sposano e tutto sembra andare a mera-
viglia. Lei è una donna fortee determinata il suo sogno è diventare una scrittrice famosa, ma è anche una donna felice, appagata, ama il marito che a sua vol-
ta innamoratissimo di lei Ma c’è un ma, non riescono ad avere figli, e questo per Guia diventa un tarlo che la divora sempre di più via via che le terapie non
funzionano. E questa coppia che possiede tutto per essere felice viene colpita da una specie di “lutto al contrario”, il lutto del figlio che non viene e tutto
questo non può che incrinare i rapporti tra i due.
Oltretutto Edo in Versilia, si occupa della gestione del bagno e quando comincia la nostra storia la stagione è quasi finita e sta provvedendo alle varie
sistemazioni prima della chiusura completa. Guia va e viene da Roma , sta ultimando un romanzo e è in cerca di un buon editore.La loro è una vita da bene-
stanti, ognuno con le proprie occupazioni che a volte appunto li separano, ma, una volta che si ritrovano, il loro amore sembra più forte che mai.
Improvvisamente tutto cambia, Edo conosce un’altra donna, Anna, prima per motivi di lavoro, poi perché piano piano la donna si inserisce nella sua vita.
In una giornata che presto si rivelerà apocalittica , una grande nevicata metterà in ginocchio la Versilia Edo sì è recato presso l’appartamemento
della donna e dopo un paio d’ore viene via, lasciandola viva. Ebbene da quel momento di Anna non si saprà più nulla. Naturalmente, una volta che le amiche
ne denunciano la scomparsa, i media si buttano sul caso, giornali, televisione, non si parla d’altro. Anche perché Anna era stata per anni legata a un divo
della televisione, un tipo abbastanza collerico che l’aveva minacciata più volte e che ancora continuava a starle dietro e minacciarla.
Edo, Guia, Anna Giangi storie che si intersecano ,tutto contribuisce a farsi male l’un con l’altro, e anche la misteriosa scomparsa di Anna non potrà non
avere effetti sul rapporto tra Edo e Guia.
Cosa resta di noi : con questo testo Giampaolo Simi ha scritto una sorta di giallo, più psicologioco che di azione, ambientato dentro uno stabilimnento
balneare quando la colorata stagione estiva volge al termine e tutto assume via via una dimensione più grigia, più dimessa più tenue. Poi arriverà l’inverno,
e con questo un fenomeno insolito per queste zone, una fitta nevicata che tutto imbianca e copre, e proprio quando si verifica questo, la storia di Edo e
Guia prende una piega imprevedibile. Edo, Guia è a Roma, ha un fugace incontro con Anna, una donna che si è insinuata nella sua vita , poi viene via
mentre appunto infiuria la tempesta di neve e lasciandola in casa, ma da quel momento di Anna non si saprà più niente.
Noi siamo andati alla seconda parte del racconto, Simi fa parlare in prima persona Edo, viareggino doc, marito della figlia dei proprietari dello stabilimento
balneare che ora lui dirige,. La moglie è Guia, aspirante scrittrice, i due si amano molto, ma Guia vuole a tutti i costi un figlio che non viene, questo ormai
è una specie di ossessione per lei, e anche il loro rapporto sembra risentirne,
Simi sceglie per questa storia il momento più crudo dell’inverno, con la neve che con il suo manto bianco, con il suo candore vuole essere un simbolo di rina-
scita , di speranza, quella che del resto aspettano Guia, Edo, Anna. Le località di mare sono contraddistinte nel periodo invernale da una cupezza tutto somma-
to inevitabile, con gli stabilimenti chiusi, poca gente in giro, molte zone appaiono deserte o quasi , gli stessi colori appaiono più grigi e più smorti. Ma la vita
prosegue , per paradosso il più grande evento di Viareggio, il Carnevale, avviene d’inverno quando esplode l’allegria, l’ironia, la voglia di divertirsi, ma in teoria
( o forse anche in pratica)è una stagione morta per i viareggini. Il nostro autore sa rendere con grande maestria sia la malinconia che l’allegria delle genti del
Tirreno, e dei viareggini in particolare, in questo dato periodo dell’anno.
Ma la nostra storia non è soltanto simbolica è anche un giallo che coinvolge due coppie in crisi Edo e Guia, Anna e Giangi, ma la parte ” gialla” sembra quasi
un pretesto per raccontare sulla scorta delle parole dei protagonisti le memorie e le vicende della vita della Versilia e d’inverno e d’estate. Questo libro si può
a maggior diritto definire un noir , perché quel che interessa è l’agire dei singoli, un agire spesso confuso e in balia degli eventi.
Un noir quindi che ha segnato il debutto di Simi in Sellerio e che gli è anche valso l’ambito riconiscimento dello Scerbanenco noir. Un noir inquietante perché
usando la crudezza dei colori invernali ci illustra un episodio di viya vissuta, che ben fotografa il malessere di questa società. Ai tre protagonisti, una coppia e
una donna che si insinua progressivamente tra loro, si aggiunge Giangi, il comico televisivo caduto in disgrazia che sfrutta la scomparsa di Anna per tornare
alla ribalta televisiva , pur se le varie trasmissioni ” spazzatura” si accaniscono contro di lui. Ma Simi si toglie anche altri sassolini…c’è una feroce critica verso il mondo editoriale, la televisione, i giornali.
Tutto il libro è pervaso da un senso di ineluttabilità, è molto amaro,pessimista del resto l’autore lo ha definito ” una storia di mancanze” . Giallo o noir che
sia mancano i poliziotti che indagano, manca un cadavere, in compenso c’è una società amara, disincantfata, malata di troppoi narcisismo, l’angoscia sembra
il tratto che unisce i vari personaggi, e l’angoscia è anche ben rappresentata dal mare d’inverno Il tutto è narrat6 con uno stile assai curato , un inno in negativo alla solitudine.
GIUSEPPE PREVITI