QUADO CINEMA E LETTERATURA SI INCROCIANO: SCIASCIA E ROSI, IL CONTESTO E CADAVERI ECCELLENTI
29 Ottobre 2014” L’ARTE IN GUERRA” DI SERGIO ROMANO-SKIRA
10 Novembre 2014Alberto Eva, scrittore di vecchia data, appassionato di gialli, ma anche di letteratura in generale, di cinema, torna in libreria con Crescendo fiorentino, Tre
passi nel giallo a misura delle gambe dell’autore.
Tre racconti, uno sulla misura di un romanzo breve, il secondo un racconto abbastanza lungo, il terzo molto più corto.
Il primo è Ballava bene quel ragazzo, una storia che si ispira a un film visto dall’autore. Una vicenda legata dal punto di vista del giallo a una ricerca commis-
sionata da un uomo del cinema a uno scalcinato investigatore fiorentino, ma questo è più che altro un pretesto. Eva invece ci racconta una storia che ci fa
riassaporare il profumo di tempi ormai lontani, le emozioni vissute, insomma ci fa ripercorrere oggi la storia di ieri.E anche il titolo è significativo, perché
vuole essere un omaggio di chi scrive a figure mitiche del loro tempo.
Il secondo racconta si intitola La macchina del Biagiotti, come origine doveva essere una commedia, infatti vi sono molti dialoghi, e la storia era stata conce-
pita in vernacolo fiorentino. Adesso Eva ripropone quella commedia e la trasforma in un racconto che conserva buona parte dei ricordi di tempi ormai lontani,
conferendo però un maggiore spessore ai personaggi. La storia è qui abbastanza autobiografica, perché si riferisce ai tempi in cui Eva lavorava in un’azienda indu-
striale cittadina e ….gioca sull’ottusità dei padroni che vogliono sapere tutto di tutti e su tutto. Infrangono le regole e la vita ognuno, in questo caso gli ex-dipen-
denti.
Con Movimenti sospetti si ha un racconto giallo anche questo mutuato da un testo precedente che è stato ampliato e rivisto. Anche qui una rimpatriata tra
vecchi amici che vogliano tornare ai tempi della loro gioventù organizzando una gara su strada con una vera e propria strategia da guerra….
Alberto Eva è da sempre considerato un geniale ” costruttore” di storie gialle, ma e per la sua propensione a lavorare molto sui linguaggi e anche a spaziare
assai dal tema generale lo potremmo anche definire un giallista con licenza di evadere….. Del resto anche questa sua ultima antologia riunisce testi nati in occa-
sioni diverse. Tre racconti, molto lungo il primo, abbastanza il secondo, breve (almeno rispetto agli altri) il terzo. Eva fa un uso abbastanza variegato della
scrittura, ricorrendo anche a numerose citazioni e locuzioni, avvalendosi dell’esile filo di una trama gialla, ma poi sviluppandola secondo il suo estro notoria-
mente vivace che lo porta spesso a procedere a…ruota libera. Oltretutto qui ricorre spesso al vernacolo fiorentino anche per dare conto dell’ambientazione delle
varie storie.In verità non se ne trova traccia nel primo racconto, più accentuato l’uso nel secondo, debordante invece nel terzo.
Il fatto è che Alberto Eva vuole dare un’impronta particolare alle sue storie, legate a personaggi, tutti in massima parte fiorentini doc, e poiché il secondo e terzo
racconto danno molto spazio al dialogo ecco che riproducendo il parlato comune si dialoga come mamma ci ha fatti….ossia in vernacolo. Ma fuori dei dialoghi
l’autore, con una certa spregiudicatezza di toni, ritorna al testo in lingua italiana. Il concetto però che ispira il nostro Eva è che se noi consideriamo i testi basati su
una certa città, se scritti in ottimo italiano hanno un vizio di base, quello cioè di costringere personaggi di estrazione popolare a parlare una lingua che tutto
sommato non è la loro, lontana da quello che è il loro parlare comune, e del resto un Maestro come Camilleri adopera sempre il dialetto nel suo mondo siciliano.
La v0lontà di Eva era certo quella di presentarci una storia fiorentina in Ballava bene quel ragazzo, racconto che ha appunto come protagonista un giovane fioren-
tino. Ma l’autore sembra non essere rimasto convinto della storia e quindi passa alla narrazione in lingua italiana.
Poi attraversa una sorta di rioensamento e ci onfeziona due racconti, dove torna, sia pure in maniera diversa,il dialetto che acquista forza, spazio, in un vero e
proprio…Crescendo fiorentino.
Ed è veramente singolare che in tempi in cui nel giallo spesso trionfa un deprecabile stile uniforme, si trovi invece uno scrittore che dà una importanza quasi
maniacale al linguaggio, Eva sottolinea anche di aver voluto dare dignità al fiorentino, noi diremmo al linguaggio in genere.
Sul c.d.romanzo breve che fa parte della raccolta una ultima annotazione, vi consigliamo di leggerlo attentamente, per gli amanti del vecchio avanspettacolo,
della rivista, del cinema musicale è un godimento, ma non aggiungiamo altro per non togliere sapore alla storia, a prescindere da quanto di giallo vi sia in
essa….
GIUSEPPE PREVITI
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