” SANGUE BLU” DI PIETER ASPE – FAZI EDITORE
4 Aprile 2015” CONFESSO CHE HO INDAGATO” DI MICHELE GIUTTARI-RIZZOLI
11 Aprile 2015Salvo Sottile è un giornalista, esperto di cronaca nera, uno scrittore con all’attivo due thriller sulla mafia, un conduttore televisivo di programmi di successo legati
sempre alla cronaca nera e criminosa. Da poco è uscito in libreria il suo terzo romanzo, Cruel, un libro dal taglio del giallo con suspense e misteri vari.
La vicenda è ambientata a Roma, che viene scossa da un omicidio atroce: in un vecchio ospedale psichiatrico, ormai abbandonato, viene trovato il corpo di Marta Luci,
una giovane stedentessa universitaria uccisa in maniera particolarmente efferata, l’assassino le ha squarciato la gola, ha svuotato il corpo di tutto il sangue, l’ha sevi-
ziata e poi le ha unto i capelli con un unguento. Opera di un serial killer ? Opera di una setta satanica ? Le indagini vengono condotte dal commissario Sciuto, a capo
della omicidi e anche esperto di omicidi seriali, ma a lui in un certo senso si affianca un giornalista della rivista Cruel, un settimanale, anzi un ” crime-magazine” diretto
da uno psichiatra di chiara fama, Tiziano Costa. IL giornalista, Mauro Colesani, ci viene presentato come un gran donnaiolo, gira per Roma con una moto scassata, sembra un po’ svitato ma in compenso è dotato di un gran talento, sa come pochi “catturare”la notizia.
Costa gli ha appena affidato il caso dell’Ospedale Psichiatrico quando si presenta in redazione una aspirante giornalista, una ragazza bellissima, Ester, che il direttore
affiancherà a Mauro per seguire il caso Luci oer il giornale. La redazione diventa il centro-motore della vicenda, ogni giornalista ha una sua storia, un suo “privato”,
tutti sembrano fare a gara l’uno con l’altro a chi sarà il primo a scoprire la verità, e non esitano a colpirsi senza pietà con un livore e un’acredine che addirittura aumen-
tano con l’arrivo di Ester, di cui ben presto si coglieranno le voglie di arrivismo. La storia vedrà un altro delitto, Sciuto a Mauro si devono addentrare in un mondo sempre più infernale, arrivare alla verità non sarà facile….
Con Cruel Salvo Sottile ricava dalla sua conoscenza del mondo della cronaca una crime-story avvinente e assai intensa. Sottile è un giornalista assai noto alle platee
televisive perché ha condotto programmi legati alla cronaca nera. Adesso con questo libro trasforma queste sue esperienze, anche redazionali, in un romanzo che
parte dal crudele omicidio di una studentessa tutta casa e studio. C’è una indagine parallela, quella ufficiale della polizia affidata al capo della squadra mobile della
questura di Roma, il commissario Sciuto, e quella invece condotta da Mauro Colesani, il giornalista, il fuoriclasse della notizia, che in questo caso si dovrà a un certo
punto indagare all’interno della sua stessa redazione.
D’altra parte è nel DNA del giornalista la ricerca della verità, e il primo insegnamento che riceve è quello di raccontare la verità. Ma i tempi cambiano e ora la verità,
o almeno quella che sembra tale al giornale che la pubblica. Comunque questa verità te la devi andare a cercare un po’ ovunque, sfruttando amicizie, relazioni, contatti,
conoscenze e se occorre anche frugando nella spazzatura… E’ quello che fa il cronista-protagonista di Cruel, che è il titolo del romanzo ma è anche il nome della testa-
ta, che secondo le mode di oggi è definita un crime-magazine e dove si concentra la vicenda. Pssiamo anche aggiungere che Cruel sta per crudele, crudo, violento e
anche riflette il clima di questo fatto di sangue e di misteri.
In questa redazione la punta di diamante è Mauro, che è dotato di un grande fiuto, ma non è un conformista e pertanto non ha fatto il poliziotto, pur se ne possedeva
tutte le capacità. Non per nulla è un grande amico del commissario Sciuto, amicizia fatta di stima reciproca, giocano ogni tanto insieme alla playstation nei momenti
liberi, ma fanno mestieri diversi, Sciuto spesso mal sopporta l’invadenza del giornalista. Ma sul fatto che agiscano su piani diversi il lettore ne avrà la prova seguendo
il decorso dei fatti.
Mauro è uno che sa indagare nell’animo umano, in lui c’è l’anima del vero cronista che non si accontenta delle mezze verità e vuole andare sino in fondo. Capita che arrivi in redazione una bellissima ragazza che il gran capo gli affida, e per la quale lui sembra perdere completamente la testa. Punto focale della nostra storia l’omi-
cidio di una studentessa con modalità da crimine dell’orrore, il che fa supporre che dietro ci debba essere per forza una mente malata. Ma questa spiegazione, sembra
ammonirci l’autore, sarebbe anche la più pericolosa, perché liquiderebbe il caso riducendolo a un semplice fatto di cronaca tra due mondi opposti, quello dei sani e
quello dei malati, non per nulla come teatro dell’omicidio è stato scelto un ex-ospedale psichiatrico, simbolo di un mondo di reclusi dalla società civile. Ma Colesani non
si accontenta della verità più scontata, più ovvia, anche la cronaca può portare a tante verità, quella dei cronisti non è mai una sola, principalmente non ci si deve fi-
dare di nessuno, neppure del tuo collega di scrivania. E infatti la bella Ester sfruttando gli input di Mauro costruirà una sua teoria ma terrà tutto per se e questo le
sarà fatale…
Salvo Sottile ha fatto e si sente ancora un cronista , ama questo mestiere, descrive con poche pennellate il mondo della redazione, con il momento-clou della riunione
settimanale, facendoci vedere chi la compone, evidenziandone i vari caratteri con gelosie, maldicenze, menzogne, una redazion insomma vista come sembolo di una§umanità composita, in cui ognuno ha i suoi problemi. Una storia, vedi il titolo, molto crudele in taluni aspetti, non ci sono concesisioni per alcuno, importante sarà
arrivare alla verità. Questa trama sembra volerci dire che tutti siamo portati al male come se ne fossimo affascinati, anche per chi di mestiere si occupa del male e ne
deve riferire. Può accadere infatti che chi indaga o per rendere giustizia o per dare informazioni abbia qualcosa da nascondere e allora la verità che arriva può anche
essere alterata.
Salvo Sottile ha scritto questo romanzo mentre conduceva Quarto Grado, ha immaginato che uno psichiatra famoso, di quelli che spesso appaiono come opinionisti
in televisione, diriga una rivista di gran successo che si occupa di crimini e vuole che si diffonda la voce della stampa accanto alla voce della giustizia ufficiale , una
voce che quindi può essere più libera, meno vincolata alla ritualità e ai tempi della legge. Ecco quindi che l’autore ci fa partecipi delle esperienze maturate nel campo
del lavoro, nel suo libro addirittura fa della redazione il centro del Male. In generale ognuno si sente il depositario della verità, ma nella realtà non esiste mai(o quasi
…)un coolpevole certo, anche le verità a volte possono essere diverse, tutte apparentemente certe e sicure, salvo che poi un ulteriore passo porti a una nuova verità
che sostituisce quella precedente.
Molti i personaggi del romanzo, tutti legati per lo più al giornale, le donne occupano una parte cospicua del corpo redazionale e il nostro autore a sommi capi traccia
vari ritratti. Spicca la figura di Ester Marini, l’aspirante giornalista, una ragazza che pur di fare carriera non si arresta difronte a niente. Apparentente docile e rimes-
siva è tutt’altro che ingenua, gioca abilmente il suo fascino su tre fronti: con il direttore della rivista, con Mauro e anche con il fidanzato ufficiale, qui il rapporto è più
controverso, una sorta di—–usa e getta, lei se ne serve per i suoi scopi di carriera, è lui che l’ha introdotta al giornale, lui è geloso marcio e reagisce in malo modo.
Il personaggion di Ester è forse anche troppo estremizzato, può sembrare più che una dark lady una opportunista, alla fine resterà senz’altro vittima di un gioco più
grande di lei.
La storia ha il pregio di essere incalzante, molti i colpi di scena, fitti i dialoghi con il pregio di tenere desta l’attenzione sino alla fine, e anche di giungere a una soluzio-
ne che non è scontata, e se pure è in un certo senso prevedibile, Sottile riesce a mettere qualcosa di nuovo pure nel finale, anzi lasciandolo aperto a nuovi ulteriori
sviluppi.
Azzeccata ci è parsa pure l’analisi del crimine e il lavoro fatto da Mauro e Ester per scoprire cosa ci sia dietro un omicidio, per di più quando è avvenuto in maniera
così efferata come nel caso di Marta. Semmai poteva essere riservata una parte maggiore alla psicologia di chi commette i delitti. Piuttosto il non essersi soffermato
molto sui tanti personaggi ha un senso perché l’autore preferisce giocare con il lettore a carte…coperte lasciandoli nel dubbio.
Un’astuzia di chi conosce bene i meccanismi per intrattenere il pubblico….
GIUSEPPE PREVITI