” L’APPUNTAMENTO ” DI PIERGIORGIO PULIXI E/0
20 Novembre 2014” LA PIOGGIA FA SUL SERIO ” DI FRANCESCO GUCCINI LORIANO MACCHIAVELLI – MONDADORuwst
25 Novembre 2014I VENTI ANNI DI SALVO MONTALBANO ”
In un convegno a cui ha partecipato qualche mese fa Andrea Camilleri dichiarò che non è semplice trattare di mafia nei romanzi o nel cinema, perché
si corre il rischio di creare un ” mafioso simpatico ” ed ecco una prima caratteristica di Salvo Montalbano e dei suoi romanzi: nelle sue storie la mafia non
è mai al centro della scena.
Il primo titolo della serie di Montalbano è La forma dell’acqua uscito nella primavera del 1994, poi seguiranno La forma dell’acqua, Il cane di terracotta,
Il ladro di merendine, La voce del violino. In quasi venti anni il commissario siciliano è diventato portatore di successo, sia nel campo editoriale che in
quello televisivo con la lunga serie di sceneggiati interpretati da Luca Zingaretti nei panni del commissario. Montalbao ormai è diventato un appuntamento
fisso e rassicurante per chiunque ami i gialli. Ogni anno compare puntualmente in libreria con una nuova avventura che poi in tempi più o meno brevi
ritroveremo in televisione.
Circa 22 romanzi, quasi sedici milioni di copie vendute, traduzioni in tutto il mondo, particolarmente popolare negli Stati Uniti e in Germania.
In televisione la prima serie fu realizzata nel 1999, anche in questo caso le varie serie hanno girato tutto il mondo, viste da ottocento milioni di spettatori
circa.
Ma qual’è il segreto di tale successo ? La ricetta giusta non esiste in nessun campo della vita….gastronomia a parte( e anche qui ci sarebbero da fare dei
distinguo), semmai è più interessante seguire il cammino del duo Camilleri/Montalbano e magari trarne qualche conclusione. Quando Andrea Camilleri
cominciò a scrivere le storie del commissario e le propose alla Sellerio aveva scritto solo due storie ed Elvia Sellerio dovette chiedergli esplicitamente il
terzo libro visto che i primi due erano andati bene. Nacque allora il personaggio Montalbano, certamente poi reso ancor più popolare dalla trasmissione
televisiva, ma vogliamo ricordare che nel 1998 i Sellerio di Montalbano figuravano già ampiamente tra i gialli più venduti, il traino televisivo semmai av-
verrà in tempo successivo.
Si può anche aggiungere che Montalbano ha incontrato i favori del pubblico perché ha saputo, anno dopo anno, descrivere la vita e i cambiamenti del
Paese.Né ha nuociuto il fatto che spesso si parlava in siciliano, questo rendeva il libro più vero. Tutti questi motivi hanno certamente contribuito al
successo e va messo in rilievo che da questo momento è cambiato il panorama del giallo italiano allargando la base dei lettori e facendo quindi di Montal-
bano il ” personaggio seriale più importante della nostra letteratura “.
GLI ESORDI DI MONTALBANO
La forma dell’acqua è il primo romanzo con protagonista Salvo Montalbano. Per festeggiare i venti anni Sellerio ha riproposto i suoi romanzi iniziando
appunto dal primo e affidando la prefazione a Michele Serra.Ne vogliamo evidenziare i punti principali.
All’inizio della narrazione Salvo Montalbano sta dormendo, anzi sta sognando di fare all’amore con Livia, questa figura femminile che poi impareremo a
conoscere nelle prossime storie ma non sappiamo al primo libro quale destino le volesse riservare nel tempo l’autore, ma certamente a venti anni di distan-
za si può dire che mai rappresentazione fu più azzeccata o se preferite più profetica vista l’impalpabilità di questo singolare rapporto, quindi cosa meglio
di un sogno ?
Le prime pagine insistono su questa strana coppia. e sapremo che mentre lui sogna lei, Livia sogna lui, un mare li unisce per lui quello di Sicilia, per le
quello di Liguria.
Presto Camilleri ci delinea il personaggio un po’ arruffone: mangia, fa il bagno, legge, lavora instancabilmente ma l’orario di ufficio e le gerarchie gli stanno
un po’ strette, preferisce di gran lunga le indagini sul campo alle scartoffie. E’ un buongustaio ma non cucina, a differenza di tanti suoi celebri colleghi il
cibo però non è in testa ai suoi pensieri, mangia al ristorante o aspetta di trovare in casa, magari in piena notte, quel che gli ha preparato la fida domestica.
Dicevamo che si muove molto, ma senza una regola fissa, spesso si isola sulla veranda di casa sua davanti al mare a riflettere, saltando magari qualche inter-
rogatorio o il disbrigo delle pratiche d’ufficio.
Serra osserva che è molto probabile che Camilleri abbia voluto preservare questo suo figlio…, pardon, personaggio prediletto da questo mondo oscuro pieno
di cattiverie, violenze, meschinità, invidie e per questo lo ha costruito come un amante della solitudine che però- come dice il proverbio- preserva dalla catti-
ve compagnie…..
Ma quello che risalta maggiormente è la libertà di quest’uomo, una libertà di pensiero e di giudizio assoluta, che va oltre anche la sua figura di poliziotto e sin
dalla sua prima apparizione è lui che decide ” la forma dell’acqua”, cioè non è un mero esecutore della legge, lui agisce secondo coscienza e secondo il giudizio
che si è fatto delle persone e dei fatti.
La libertà di Montalbano va intesa come una forma di rispetto per le persone che vanno prese come sono, ma libertà anche di godere di tante cose che gli fanno
dimenticare il suo singolare mestiere.Belle spiagge, un bel mare, ristorantini sul mare, frigoriferi che celano invitanti delizie, femmine magnifiche che mirereb-
bero volentieri al suo cuore ma lui è fedele a Livia. In questo romanzo ad esempio c’è una donna del nord assai disinibita, abbastanza libera di costumi. Tutto il
paese la condanna, e proprio per questo Salvo cerca di salvarla…
CAMILLERI E MONTALBANO
Venti anni li compie Montalbano, 90 Camilleri, che quando lo ha creato lo ha fatto se vogliamo in forma abbastanza incompiuta, e allora scrisse il secondo roman-
zo Il cane di terracotta. Montalbano nasce con una caratteristica precisa, ” recita”, ha molta gestualità, del resto Zingaretti disse di essersi riferito a Arlecchino,
la cui gestualità è proverbiale, per creare il personaggio del commissario. E Camileri sta al gioco, il dottore è Balanzone, Tatarella Pulcinella.
Montalbano viene prepotentemente calato dal suo autore nella cronaca e nella storia, lui ha percorso via via i suoi anni come ciascuno di noi. In questo Camilleri
si è voluto distaccare da Simenon che non fa mai entrare Maigret nella storia corrente, lui non ne è minimamente sfiorato. I libri di Camilleri sono sempre impre-
gnati di attualità, ne Il ladro di merendine Montalbano legge un articolo di giornale che parla della crisi economica in Italia, siamo nel 1996, ma potrebbe essere
benissimo una cronaca scritta ai giorni nostri. Con Giro di boa il commissario medita addirittura di dimettersi dopo i fatti del G8 di Genova. Camilleri ha raccon-
tato che in una riunione di un sindacato di polizia successiva a quei fatti lui fu invitato e il suo libro servì come base alla discussione.
E’ indubbio che le inchieste di Montalbano sono da considerarsi il “romanzo civile d’Italia” degli ultimi venti anni.
Un’altra curiosità del primo romanzo è che Mimì Augello appare solo verso la fine dello stesso. Camilleri rivela che a un certo punto ha voluto creare sì un alter ego
ma molto diverso dal protagonista. Questi nel primo libro è molto fedele a Livia, Mimì invece non conosce il termine fedeltà,è sempre a caccia di donne, però è un
buon poliziotto. Salvo imparerà ad apprezzarlo pur se all’inizio i rapporti tra loro sono tesissimi. Colui che colpisce tra le varie figure del commissariato è certamen-
te Tatarella, un po’ lo scemo del villaggio…di ogni ufficio. E ancora è Camilleri a raccontarci come lui….incazzatissimo perché come tutti quelli di una certa età
non riusciva a far funzionare il computer per ribellione ha fatto dello stupido del commissariato un genio del computer.
In venti anni tantissimi i personaggi, alcuni veramente straordinari, altri durati lo spazio di un’avventura, ma è un po’ il destino dei seriali: un certo numero di
personaggi fissi, altri che per rinnovare le varie storie devono cambiare per forza e poi, osserva ancora l’autore, nella vita esistono i trasferimenti, le promozioni,
etc etc.
Montalbano, ma si può ritenere lo stesso Camilleri, hanno un buon rapporto con il cibo, lo rispettano, anzi lo venerano, a differenza di Maigret Montalbano a
tavola vuole il silenzio, guai a parlare di indagini. E per dire della considerazione che hanno per le pietanze,quando Montalbano vede Augello mettere il formaggio
sulla pasta con le vongole esplode letteralmente, e un episodio del genere era capitato nella vita anche a Camilleri.
Una cosa che è sparita con il proseguio della serie è il linguaggio abbastanza sboccato dei primi libri, forse anche perché Salvo invecchiando diventa più serio.
Una cosa che Camilleri ammette, ma la possono confermare tanti autori, è che sovente Montalbano tende a andare oltre il suo personaggio nel senso che l’auto-
re comincia a scrivere con un’idea e poi è il personaggio che gli prende la mano e gli dice dove andare…
Camilleri ha confermato che al secondo romanzo lui considerava chiuso il capitolo Montalbano e che poi proseguì su pressione della casa editrice. Ora forse
si meraviglia lui stesso di essere arrivato a oltre venti inchieste. E ci scherza sopra:” Mi viene da impazzire se penso che Simenon ne ha scritte settantadue….”
E non si sa se è una costatazione o una minaccia……
GIUSEPPE PREVITI