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5 Ottobre 2014IL PERSONAGGIO DEL GIORNO: SAMUEL FULLER
31 Ottobre 2014La settimana scorsa sui social network si è discusso abbastanza animatamente su un problema che secondo noi meritava un dibattito
ancora maggiore e perciò ci vogliamo tornare sopra contando su ulteriori interventi , spero anche degli amici scrittori, per sentire
più opinioni possibili ma anche per evitare malintesi o facili sintesi.
Dunque, Franco Forte, direttore editoriale Mondadori oltre che scrittore, dice grosso modo che la platea dei lettori di gialli italiani
è contraria alla lettura dei gialli scritti da autori italiani….a prescindere e anche perché li considerano scadenti, Fabio Mundadori, scrittore, esperto del ramo riprende l’argo-
mento e chiama un po’ a raccolta tutti quanti hanno a cuore il giallo italiano perché dicano cosa pensano e cosa si può fare.
Mi scuso con i due amici sopracitati per la ” brutale” sintetizzazione del loro pensiero ma penso di averne riportato il senso. Fatto sta
che sul lancio di Mundadori ci sono stati molti interventi dove è stato detto di tutto, ma essenzialmente è mancato il dialogo, tante
singole affermazioni, moltissime condivisibili, ma più che affermazioni occorrerebbe avere delle proposte, dei suggerimenti, delle analisi.
Insomma il tema di fondo potrebbe essere quello di cui al titolo di queste note: ” de il singolare rapporto tra lo scrittore di gialli italiano e il lettore di gialli”.
Potremmo parlar del cattivo momento dell’editoria, della crisi delle librerie, del momento economico che contingenta le spese, ma questi sono problemi
generali a tutte le categorie che fanno parte della società, vanno a scapito di tutti, scrittori italiani e scrittori esteri. E poi se ci guardiamo intorno ancora
oggi vengono pubblicati libri a bizzeffe, gli scaffali delle librerie sono stracolmi, possiamo fare i conti in tasca al lettore, ma esiste un’offerta molto varie-
gata, ebook compresi e con prezzi certamente troppo alti in generale, ma vi sono anche offerte a buon prezzo, e poi l’amante dei libri trova sempre il
modo di comprarli…..
Facciamo un passo indietro, il giallo in Italia ha una vita abbastanza recente, praticamente in maniera strutturale se ne può parlare dall’avvento del
Giallo Mondadori negli anni Trenta, ma certamente questo non diede molto spazio a scrittori italiani di gialli, i nomi si contano sulle punta delle dita,
alcuni sono anche importanti, De Angelis su tutti, ma non è probabilmente esistito un movimento di autori di gialli italiani che è entrato nelle grazie
dei lettori né si è formato un potenziale “gruppo di lettura “basato sul giallo italiano, d’altra parte non esisteva.
Permetteteci una osservazione, negli anni quaranta il regime osteggiò sempre più i libri gialli e gli eventuali autori italiani, molti ricorsero allo pseudo-
nimo….americaneggiante, un po’ come è poi avvenuto negli anni sessanta ancora per i gialli,specie di serie b, e poi per i film western, si preferiva
firmarsi con un nome americano perché se si firmava con il nome vero nessuno avrebbe o comprato un libro o visto un film a nome Mario Rossi.
Esagerazioni, può darsi, ma anche verità, ma dal nostro punto di vista anche questo ha allontanato il lettore medio italiano.
Possiamo tranquillamente saltare agli anni Sessanta quando Giorgio Scerbanenco da una svolta decisiva alla storia del giallo di produzione nazionale
romanzi, racconti, un personaggio come l’investigatore Duca Lamberti, una Milano livida e violenta, ecco il successo con approdo pure al cinema.
Dopo Scerbanenco L’Italia “giallista” ha un andamento molto legato alle singole città, Bologna con Macchiavelli, Milano con Olivieri, Firenze con Alberto
Eva, Napoli con Veraldi, anche la provincia diventa teatro per molte storie gialle e noir, a dimostrazione che i gialli si possono ambientare anche
nelle nostre cittadine, vi è un interessante saggio di Carloni su IL Giallo delle Regioni, dimostrando che ha una una dimensione ormai di carattere
nazionale, tutto questo visto sempre con gli occhi di chi scrive.
Alle fortune della letteratura gialla italiana hanno senza dubbio contribuito tre(anzi quattro) grossi nomi: Carlo Emilio Gadda(Quer pasticciaccio
brutto de via Merulana), Umberto Eco (In nome della rosa), Fruttero&Lucentini(Ls donna della domenica), ovvero grandi scrittori che hanno com-
piuto una escursione(alcuni l’hanno anche replicata)nella c.d.letteratura di genere, dimostrando che il giallo è letteratura come ogni altra forma
di scrittura e nel contempo inducendo la gente a scoprire con i loro libri, giusto o meno che sia a considerarli dei gialli, che si possono scrivere
delle storie criminose facendo della letteratura…
Agli inizi degli anni duemila mi colpì l’affermazione di una signora mia amica che voleva che la consigliassi sull’acquisto di qualche giallo da portare
sotto l’ombrellone si stupì assai quando le indicai degli autori italiani, “….Ma come esistono dei gialli scritti da italiani ?”, e dire che era una signora
che frequentava regolarmente le librerie….
Non è per citarmi, ma per dovere di informazione ricordo che da oltre dieci anni conduco una trasmissione televisiva che ospita uno scrittore
di gialli ogni settimana, circa 40 autori in massima parte italiani all’anno. Allora non sono certo gli autori che mancano.
Non faremo nomi né faremo graduatorie, una cosa è certa in Italia si scrive molto e si pubblica anche molto, in tanti anni abbiamo sempre
stigmatizzato il fenomeno dell’editoria a pagamento, si illude troppa gente, non si cura il prodotto, ma il fenomeno resta marginale rispetto al
quesito di partenza.
Oggi abbiamo un gruppo di autori affermatissimi da Camilleri a Malvaldi, da Di Giovanni a Carlotto a Vichi e a pochi altri ancora che vendono
moltissimo, hanno il loro posto d’onore nelle librerie, sono molto conosciuti e quindi non rientrano nella casistica di partenza.
Vi sono anche notizie che sembrano contraddire tutto quanto si va dicendo, ad esempio lo scrittore milanese Stefano Di Marino è in testa
alle classifiche dei Gialli Mondadori con il suo ultimo libro giallo, quindi anche gli italiano vendono?Abbiamo tracciato questa piccola storia del
giallo in Italia perché è necessaria se non altro per inquadrare il problema.
Troppi scrittori su questo non abbiamo dubbi, troppi scrittori e difficoltà degli stessi a farsi conoscere. Scomparsa quasi del tutto la pagina di
critica letteraria sui giornali, impossibilità in molti casi di farsi conoscere al di fuori della propria città o regione, tutto è affidato ai social
net-work, alle comunicazioni online, al vecchio passaparola. Una grossa mano la da la partecipazione ai festival, ci sono anche le presenta-
zioni con il pubblico, ma eccetto che nella città natale, rendono ben poco.
Vi è indubbiamente una oggettiva difficoltà nel farsi conoscere e nel far conoscere il proprio libro , non parliamo poi degli ebook, quindi
più che un rifiuto preconcetto verso l’autore italiano, parlerei di mancanza di comunicazione e di informazione.
A tutto quanto si sta dicendo manca però un componente fondamentale, il lettore, libero di regolarsi come meglio crede, per carità, ma
cosa fanno editori, librerie, biblioteche per arrivare al grosso pubblico ? Certe campagne svolte per lanciare editori svedesi o americani
qui ce le sogniamo, negli ultimi anni un esordiente lanciatissimo fu Roberto Costantini e naturalmente vendette moltissimo.
Si potrebbero fare tanti altri esempi, ma lo scopo di queste note è di suscitare la discussione, autori , addetti ai lavori, appassionati, lettori
siete invitati a dire la vostra, nell’interesse del giallo italiano che ci sta tanto a cuore.
GIUSEPPE PREVITI