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17 Dicembre 2015” LACRIME DI DONNE TRADITE” DI ENRICO LUCERI- DELOS CRIME
20 Gennaio 2016Renzo Martinelli visse tra il 1888 e il 1964, fu un giornalista di grande fama, scrittore e commediografo. Fu corrispondete dal fronte della Grande Guerra per la
Nazione di Firenze.
Dietro la liena di fuoco raccoglie le corrispondenze dal fronte di Renzo Martinrlli tra il giugno e l’ottobre 1915, servirono da testimonianza aull’ andamento del
conflitto, dando nello stesso tempo un parere sulle condizioni in cui si combatteva tra le opposte trincee. Un osservatorio di primo piano essendo il Martinelli pas-
sato da quelle”frontiere” che i bollettini del generale Cadorna avevano rese famose: il Tirolo, la Carnia, il Friuli. Ma ci si richiama moltissimo anche alle battaglie
del nostro Risorgimento, e che poi sono proseguite con la prima Grande Guerra.
Ma quel che più interessa sono le impressioni ” dirette” del nostro inviato che ci descrive la vita dei soldati e delle popolazioni civili. E vi si parla anche delle condi-
zioni in cui operarono i giornalisti al fronte, e tra essi non mancarono nomi illustri come Barzini e Scarfoglio.
Dietro la linea di fuoco- corrispondenze dal fronte della prima guerra mondiale a ” La Nazione” di Firenze-raccoglie le cronache dal fronte della prima guerra mon-
diale del giornalista della Nazione, il fiorentino Renzo Martinelli. Gli articoli vennero pubblicati con grande risalto sul giornale e consentirono al lettore di vivere at-
traverso queste corrispondenze sul campo le vicende del conflitto, In questi articolo si riportavano non solo gli avvenimenti bellici più importanti ma principalmente
mostravano la vita quotidiana dei nostri fanti, impegnati in dure battaglie e sottoposti al pesante ritmo della vita in trincea.
Una serie di reportages e impressioni di grande valore giornalistico e storico. A volte gli episodi riportati possono apparire di scarso peso ma invece sono tutti importan-
ti perché permettono di far conoscere vita, gesta e impressioni di chi effettivamente viveva di persona la guerra sul campo.
Tutto il materiale che da vita all’opera è stato tratto dalle coliezioni del giornale, e non sono state assolutamente ritoccate. Si è cercato anche di verificare la correttezza
dei nomi geografici, compito non semplice, anche perché molti passando dall’impero austro.ungarico all’Italia avevano spesso cambiato nome.
Una ulteriore curiosità è data dal fatto che in alcuni casi il Martinelli diventa inviato speciale, in altri si firma come corrispondente di guerra. Tutto questo avvenne per-
ché tra il maggio e il giugno del 1915 la stampa non si poteva avvicinare al fronte e quindi il Martinelli non poteva raggiungere la linea del fuoco. Poi il governo e le
autorità militari mutarono atteggiamento, i giornalisti si avvicinarono ai campi di battaglia e poterono descriveree quel che avveniva.
Sono passati cento anni da quando l’autore, allora ventisettenne,si cimentò come giornalista di guerra. Renzo Martinelli, che sarà tra le più grandi firme del giornalismo
italiano, ci offrì delle pagine con il pregio della verità e della immediatezza, siamo nel primo anno di guerra e lui partendo dalle retrovie arriverà ai luoghi più esposti al_
la furia nemica.
L’intento del giornalista fiorentino è stato quello non di offire non una versione steoritipata, fantasticando su quanto la gente vorrebbe sentirsi dire con riflessi aulici
e eroici,, ma bensì di fare una nuda cronaca ricavata da quello che lui ha visto di persona.Insomma un lavoro da cronista e non da fantasioso pittore.
Va anche detto che, grazie al fatto che i giornalisti non erano ammessi al fronte e che la censura militare era ferrea, il percorso che Martinelli dovette compiere per ar-
rivare alla prima linea fi lungo e gli dette modo di vedere la guerra da più fronti, comprese le retrovie, con paesi distrutti o abbìandonati, donne, vecchi e bambini impau-
riti e senza mezzi,parroci che suonavano le campane nei posti ormai deserti, notti illuminate dai razzi.
E poi si parla di guerra, una guerra vissuta nelle trincee, con i nemici che si fronteggiano a pochi metri di distanza. con uomini che strisciano lungo i camminamenti e sotto
il martellare del fuoco.Ma, e le pagine lo riportano fedelmente,i nostri soldati si battono con coraggio e grande spirito di patria. E in aggiunta ci vengono anche desctitte
le sofferenze di coloro che vivono in queste località-
Martinelli. in questo suo procedere verso le zone di guerra, dice di avere come uniche armi “un taccuino e un lapis”, che adopererà per raccontare quello che “altri fanno”.
E ha colto il clima, la paura di vivere in certi luoghi, e quelli dove sono rimasti i oivili, che sono per lo più spaventati, e quelli dove invece si trovano i soldati con la loro
forza, il loro coraggio, se non apparisse parola blasfema viste le condizioni in cui si battono, la loro dunque “allegria” nell’affrontare questa vite, e , come nota il cronista,
ben sorretti dai loro ufficiali che ne curano particolarmente il morale.
Le corrisondenze non riportano mai azioni di efferata ferocia, al massimo vi si dice ” l’azione infuria”, evidentemente il giornalista non vuole impressionare chi a casa
lo leggerà. Di queste cronache colpisce il panorama desolato delle località vicine al fronte, spesso abbandonate e pressochè disabitate, luoghi dove non tutti ci amano. Il
Martinelli nota che ad esempio Verona appariva abbastanza filoaustraca. Ci lascia belle e commoventi descrizioni degli accampamenti, dei feriti, del rancio, ci sono pure
le spie austriaxhe, i disertori, i volontari di qualsiasi età. La sua prosa a volta può apparire ridondante, eccessiva, ma non gli sfuggono mai le sofferenze di questi uomini
che affrontano la morte a testa alta. Ci lascia anche il ricordo di tanti protagonisti di queste storie, anche di quelli meno noti ma nin meno necessari, come i ” portantini”,
i ” guardiafili”, i “costruttori di strada”, nè dimentica la sua terra di origine, con i soldati toscani che gli gridano ” salutacin il Cupolone “. E ci sono, come già detto per gliufficiali che hanno saputo tenere uniti gli uomini e ne hanno tenuto alto il morale.Per mesi ha percorso tutto il tratto del fronte che andava da ovest a est delle corone montuose tra Veneto e Friuli, toccando molte città.E di tutto il materiale che Renzo Martinelli ha raccolto ecco l’idea di accorpare tutto in questo libro, che ricostruisce
e ricorda una fase della nostra storia.
GIUSEPPE PREVITI