“CALIGOLA”- Impero e Follia- di FRANCO FORTE MONDADORI
18 Ottobre 2015” ANIME DI VETRO – Falene per il commissario Ricciardi “- di MAURIZIO DE GIOVANNI- EINAUDI
21 Ottobre 2015Siamo nella Bordeaux degli anni ’50 quando ancora i ricordi della guerra sono più che mai vivi. La città porta ancora i segni non solo materiali di quel che è
accaduto ma i segni sono evidenti anche in tante persone toccatein un modo o in un altro dai i fatti di quel periodo. E sono rimasti indelebili anche i compor-
tamenti iindividuali, anche se ad esempio continua a imperversare il commisario Darlac, un poliziotto capace ma corrotto, che ha fatto i soldi durante l’oc-
cupazione collaborando con i nazisti. Ma la Francia tutta sembra non conoscere tregua, già si profila all’orizzonte la guerra d’Algeria, e i giovani vengono
arruolati e destinati oltremare. Tra questi Daniel, un giovane neccanico che sta appunto per partire. E proprio alla vigilia della partenza uno sconosciuto si
presenta all’officina per fare riparare una moto ma la sua presenza in città è tutt’altro che casuale, è un ritorno al passato che comporterà un’altra serie di
morti. Anrichi rancori, conti lasciati in sospeso, vendette sono alla base di una storia di morte con sullo sfondo una città mediterranea, Bordeaux.
Dopo la guerra di Hervé Le Corre è la storia di un uomo che cerca la sua vendetta dopo che è scampato ai campi di sterminio. E’ anche la storia di due uomini un tempo amici e sodali, benché uno fosse un delinquentello e l’altro un poliziotto. Dur percorsi di vita sempre più distanti, uno nonostante
tutto guidato dall’amore, l’altro dall’odio, il tutto in una Bordeaux grigia, fredda ,piovosa, dove ancora sono ben vivi i rancori e i segreti di ex-collabora-
zionisti, ex-partigiani, malavitosi. E in questo clima già teso di suo si inseriscono anche i contrasti legati alle motivazioni della guerra d’Algeria.
Il romanzo è una storia dai mille sviluppi che maturano in un contesto di odii e di vendette. Le Corre sa descrivere quest’atmosfera sempre più tragica e
disperata con una penetrazione psicologica dei personaggi veramente notevole. Bordeaux, similmente alla Marsiglia cantata da Jean Claude Izzo è la co-
protagonista del racconto, anche se in Izzo la città è parte integrante della narrazione, qui è principalmente il luogo dove so svolgono i fatti. Ben presto si
staglierà a tragico eroe della vicenda il commissario Darlac, un poliziotto che nella vita non si è fatto mancare nulla, un essere violento e inquietante, cor-
rotto, vendicativo, senza alcuna etica.
Non si sono ancora spenti gli echi della seconda grande guerra che già la Francia è scossa da altri venti di guerra con i suoi giovani chiamati a partire per
l’Algeria e tra questi ci sarà anche il giovane Daniel. Lui ha perso i genitori deportati dai nazisti, è stato adottato da una coppia a cui avevano fatto appena in
tempo a affidarlo. Ora per vivere fa il meccanico. Ma ecco che l’arrivo di un uomo misterioso scatenerà a Bordeaux una serie di omicidi. Daniel farà in tempo a vedere quest’uomo prima di partire per l’Algeria, non lo conosce, pur se non gli sembra del tutto estraneo. Daniel non sa che quell’uomo è suo padre, appena sopravvissuto ai campi di sterminio e tornato quindi a casa. Vuole vendicare la moglie morta nel lager. Vengono uccisi dei poliziotti che
avevano lavorato per i nazisti, Darlac fiuta il pericolo, anche sua figlia è minacciata. Frattanto Daniel in Algeria si dimostra un buon solfato ma diserta dopo
una strage gratuita a danno di civili e torna in Francia. E così si ritroverranno padre e figlio, uniti in un tragico destino di vendetta e di ricordi, con Darlac e
i suoi uomini alle calcagne.
Una storia notevole dove si sviluppano i temi della Storia, della morte, della famiglia, della vendetta, della malvagità, fra i meriti del romanzo l’esatta cura
messa nella costruzione dei personaggi di cui si svelano anima e pensieri, anche i più contraddittori, ma con la grande capacoità di miscelare storia, drammi
e romanticismo.
Darlac è il personaggio centrale, un uomo senza alcuna morale, crudele, corrotto, cxhe si è arricchito con i suoi loschi traffici durante l’occupazione nazista e ancora è più che mai sulla cresta dell’onda e sempre capace di ogn i nefandezza- Di contro Jean, un tempo suo amico, un debole tutto sommato, che però le
tremen de ferite che gli eventi gli lasciano ne fanno un altro uomo, servomo a temprarlo, a farne una macchina altrettanto efficiente nel seminare morte e
terrore.
Si incontreranno anche molte donne, il loro destimo è quanto mai amaro, ma forse solo il trascorrere della vita le può consolare, perché in tanta negatvità
si può vedere che la brutalità e la violenza possono anche essere sconfitte dall’amore.
Questo libro è anche un condensato della ” malvagità umana” che può esplodere ovunque anche in una città non proprio al centro della criminalità o per lo
meno con gli stessi vizi e virtù delle città portuali. Nuovi delitti insanguineranno la città, un fil rouge li lega, è la vendetta. Ma se siu analizza più a fondo il
testo di Le Corre notiamo che alla radice di tutto c’è la guerra che inevitabilmente comporta atrocità e dannazione. Basta confrontare i comportamenti umani e nella Bordeaux degli anni Quaranta e nell’Algeria degli anni Cinquanta. E appunto in questi anno conosciamo i tre personaggi principali del romanzo, ma i gusi di Albert Darlac e Jean Delbos sono cominciati molto prima, negli anni che precedono la guerra.
L’autore segue tre storie, aggiungendo ai due il figlio di gean, Daniel. Sono storie che si intersecano, anche con flash-back sui tempi passati, DElbos padre
sta scivendo un memoriale con ricordi ossessivi che ossessionano ancor più la sua mente. Daniel invece viene seguito da Bordeaux all’avventura in Algeria,
il suo può essere considerato un romanzo nel romanzo.
Jean è sopravvissuto alla prigionia, ha perso la moglie nelle camere a gas. a Bordeaux sono stati traditi da Darlac , è lui che li ha denunciati e fatti arrestare,
avevano fatto appena in tempo a salvare il piccolo Daniel.
Quel che colpisce nell’estensione temporale del racconto è che praticamente si passa dauna guerra all’altra, la guerra vista quindi come costante presenza
nel cammino dell’uomo, possono cambiare i ruoli ma non la sostanza dei fatti. E se il padre fu una vittima del nazismo ecco il figlio in veste di carnefice in
Algeria. Ma su tutti si erge quell’autentico genio del male che è Darlac, che in tutto questo sangue che scorre ci sguazza a suo piacimento, determimando in
modo assoluto la vita di Jean e Danieòl. Quindi se é giusto parlare della ” vendetta” come tema centrale della narrazione, è giusto anche dire che il romanzo
è lo specchio fedele di tutto ciò che comporta una guerra, tradimenti, razzie, misteri, delazioni, uccisioni in serie. acquisizioni di beni altrui, e quel che è peggio a guerra finita niente di questo è dimenticato o cancellato. Può sconcertare che in questa storia il personaggio che impersona il male sia un poliziotto.
Come a dire che il male si può annidare ovunque….
GIUSEPPE PREVITI