” LE PIANELLE DI MASACCIO ” DI LUCIA BRUNI – DARIO FLACCOVIO EDITORE
25 Aprile 2017” L’ORECCHIO DI MALCO ” DI PETER ASPE – FAZI EDITORE
27 Aprile 2017Milano anno 2015, l’anno dell’Expo, sono attesi 20 milioni di spettatori, ci saranno tante stelle e protagonisti, capi di stato, industriali, architetti, con
gente che proviene da tutto il mondo.
Ecco, in questa città sfavillante di luci, ricca di iniziative, si svolge questo giallo di Alessandro Robecchi che mescola realtà e fantasia, ironia e suspense.
Ma l’autore non parla soltanto della Milano della gran moda, della metropoli di livello mondiale, si riferisce anche a un’altra Milano, quella delle periferie,
oggi per lo più multietniche, dove la vita è più vera, e allora c’è sì tanta disperazione e miseria, ma c’è anche tanta solidarietà e speranza.
Due realtà molto diverse, e chi non poteva essere se non quel grande sognatore ma anche cercatore di rogne del dott.Carlo Monterossi a ….frequentarle
entrambe, un po’preda un po’cacciatore, un po’ spettatore, un po’ mattatore.
Monterossi è un fortunato autore televisivo di trasmissioni commerciali, e appunto nella Milano alla moda da una grande festa nel suo bellissimo appar-
tamento e naturalmente non mancano gli imbucati. In questa gran baraonda c’è finito anche un giovane giapponese che sta li solo solo e in evidente stato
confusionale.Somiglua a un celeberrimo architetto giapponese che sarà tra le star dell’Expo. L’inatteso ospite non ricorda assolutamente il proprio nome
ma non vuole che si chiami la polizia e resta ospite della casa.
Il giorno dopo, al rientro a casa, Monterossi trova l’appartamento devastato, mentre il giovane orientale è scomparso. Un tornado si abbatte sulla vita
tranquilla e senza grossi pensieri della star televisiva, che ora è costretta a fuggire perché dopo il ritrovamento nella sua auto del corpo senza vita dello
strano ospite capisce che la sua vita è in pericolo.
La polizia lo cerca, su lui pende un mandato di cattura per l’assassinio del giapponese, e allora l’inseparabile amico Oscar lo fa nascondere in periferia, perché
anche alla caccia dell’assassino.
Scopre che nel quartiere che lo ospita, il Corvetto, si vive una vita vera, qui c’è la vera solidarietà, lui viene ospitato in una comunità di sudamericani, con una
anziana coppia che fa un pò da guida e un po’ da referente a un mondo assai variopinto, dove si mescolano buoni e cattivi, vecchi rivoluzionari e ragazzi dei
Centri sociali, ma alla fine di tutto Carflo imparerà cosa è la solidarietà. Certamente il finale può essere esaminato sotto varie prospettive, ora belle, ora
brutte, ma questa è la vita !
Concludiamo questa breve retrospettiva su Alessando Robecchi parlando di Dove sei stanotte, un romanzo ambientato nella Milano dell’Expo, quando la
metropoli lombarda richiamò milioni di visitatori e naturalmente tante star di tutti i campi. E’molto atteso un famoso architetto giapponese, un tipo assai
scorbutico, ma intanto arriva a Milano un suo sosia che appena arrivato al suo alberghetto viene aggredito e ferito. Troverà rifugio in casa di Carlo Monteros-
si, il fortunato e famoso autore di programmi televisivi-spazzatura, dove si sta tenendo una festa. Ma improvvisamente la situazione precipita, la bella casa
del Monterossi è messa a soqquadro, qualcuno cerca qualcosa, ma cosa ?E per di più il corpo senza vita del giovane orientale viene nascosto nella sua macchina. Temendo di essere in pericolo e non fidandosi della polizia trova rifugio nel quartiere periferico di Corvetto, una zona multietnica e lui stesso è
ospitato da un’anziana coppia latino-americana. Prima si adatta con molta diffidenza a questa nuova vita ma poi, vinto dall’umanità di chi lo ospita, oltretutto fanno moltissimo per aiutare chi ha bisogno, e dall’amore per la bellissima Maria, si integra alla perfezione in questo mondo insolito per lui, ma certamente
più vero di quello che lo circonda Cene dj lusso, belle donne,, fiera della vanità, escort, profittatori, tutto questo fa parte di una certa vita di Milano. Allora
bisogna venire in periferia per scoprire la solidarietà, la voglia di aiutarsi l’un l’altro, il senso di giustizia, ma anche la miseria, la violenza, il teppismo, la delin-
quenza.
Una trama assai intensa, con tanti personaggi, tanti colpi di scena,con una ambientazione che va dai locali di lusso a case poverissime, ma piene di vita e di
umanità, di calore, di musica, di cibi odorosissimi, Per Carlo sarà la scoperta di cosa è la vita nella realtà, de oltretutto vi troverà anche l’amore.
Robecchi sfoggia la solita ironia e la solita capacità di raccontare un “universo” abbastanza unico e denso di eventi.. La lettura, come sempre nei suoi libri, è
piacevole, va aggiunto che in questa storia un ruolo assai rilevante lo hanno le donne, da Carmen a Katrina, dalla Sironi a Maria, mentre sullo sfondo la
colonna sonora che ci accompagna è dovuta a Bob Dylan
Caratteristica dei libri di Alessandro Robecchi è che anzitutto divertono, scorrono piacevoli, sfoggiando però nel contempo una ironia non fine a se stessa, ma
che, non trascurando i punti essenziali di una storia gialla, ti fa anche riflettere sulla società in cui viviamo.
Difficile dire se in questo romanzo vi sia un protagonista assoluto, certamente tra il Monterossi e la città è una bella disputa, ma a pensarci bene questo è un
libro molto corale.
Carlo Montessori è sempre alle prese con quel tristissimo programma che è Crazylove che gli porta tanti soldi ma anche tanta insoddisfazione, ma questo
libro si risolve in un peana nei confronti di una Milano diversa da quella rutilante luccicante, sui cui Robecchi si diverte a infierire di pagina in pagina, per
se sempre con molta eleganza e ironia. Di mira viene presa la Milano ruggente dell’Expo, dalle tante ambizioni, spesso però più di facciata che reali.
Non è più il tempo dei nani e delle ballerine, ma abbiamo lo stesso un bel campionario: gente della Tv, scapigliati e leccaculo, girano da un evento all’altro,
archistar e sfaccendati, uomini della sinistra, radical chic, insomma tutta la fauna che vive intorno a eventi e feste, con i tanti infiltrati di professione.
Anche Carlo organizza una festa, pochi i veri amici, addirittura ci sono gli esponenti di “controinformazione urbanistica” che hanno progettato uno scoop
contro la grande urbanizzazione impersonata da quel guru giapponese della grande architettura e per questo hanno fatto venire a Milano un suo sosia
pensando di creare una falsa intervista e mandarla in televisione. Ma il piano fallisce perchè questi viene ucciso e Carlo Monterossi deve sparire e deve
scappare da polizia e potenziali assassinoi. E così si trova proiettato dalla Milano del nuovo millennio impersonata dalla sua bellissima e ospitalissima casa
alla Milano della periferia, Visto che la città è alle prese con il potenziale arrivo di milioni di spettatori la sua scomparsa non dovrebbe interessare nessuno,
pur se su lui pende un mandato di cattura. Il suo fantasioso amico-protettore Oscar lo introduce in un mondo a parte “la libera Repubblica del Corvetto”,
ben lontano dalle località sognate dal nostro eroe per la sua latitanza, Tahiti, Bora Bora, il Sudafrica; invece si trova proiettato in un mondo multietnico, dove
incontra una vasta gamma di persone, sempre braccato da un assassino che non da tregua. Ha l’occasione di conoscere la splendida coppia formata da
Francisco e Carmen, e può venire a contatto con tanta brava gente di cui Carlo Montessori si ergerà a paladino architettando una geniale trovata per punire
chi specula sui permessi di soggiorno sfruttando tanti disgraziati.
Sullo sfondo della vicenda uno strano barbone che controlla tutto e vede tutto, poi riprenderà il suo ruolo di protagonista, è il sovrintendente Ghezzi
della polizia di Stato.
Come si vede un alternarsi di motivi che pur raccontati sempre con un certo brio danno però un ampio spazio alla critica sociale, E bellissimo è lo spunto
che per far capire cosa è la clandestinità fa un clandestino di un’affermata star televisiva…..
GIUSEPPE PREVITI