CRONACA E NOIR
17 Maggio 2010ESTATE STAGIONE DI…SALDI, PARDON DI NOIR
1 Luglio 2010In margine alle ultime considerazioni che sono state ricavate dagli interventi nel recente Festival del Noir si è voluto identificare il genere giallo come il “romanzo realista” degli anni Sessanta. Una forma di scrittura che ha comportato un’attenta analisi della realtà con temporanea.Inoltre negli anni il giallo ha rotto i legami con il passato dove era privilegiata la parte enigmistica, si è sempre più interessato ai casi della vita, ed ha abbandonato anche quel ruolo consolatorio che ora è passato alle fiction televisive.
Il giallo in Italia inizia il suo cammino negli anni ’60, per lo meno per quanto riguarda i progenitori degli autori di oggi. Ecco un gruppo composito per città, formazione culturale chre va da Giorgio Scerbanenco a Olivieri, da Fruttero e Lucentini a Macchiavelli a Veraldi.
Negli anni ’80, su ispirazione di Loriano Macchiavelli, nasce a Bologna il Gruppo dei 13, sorto per suscitare interesse nei lettori e nell’editoria. Ne faranno parte i maggiori autori bolognesi, compreso Carlo Lucarelli.
Dalla Sardegna Millano un vasto numero di scrittori, siamo neli anni’90, ecco Dazieri, Colaprico, Pinketts, Biondillo sino a quel Massimo Carlotto che dal natio Veneto è approdato in Sardegma, dove ora si diletta con racconti tipo-inchiesta.
E la Toscana? Sempre individualista, sotto queste latitudini manca un nesso comune che colleghi i vari autori, non so se sia esatto parlare di “scuola bolognese”, certamente non si può parlare di “scuola fiorentina”, ma neppure di scuola toscana. Nondimeno il numero deli autori è aumentato progressivamente, sulla scia dei vari Vichi,Gori,Simi,Filastò sono comparsi tanti scrittori, anche di un certo livello.E mentre in altre regioni il capoluogo ha fatto normalmente da catalizzatore, in Toscana tutte le provincie hanno offerto autori e materiale, con un grosso successo di antologie specifiche per territorio.
Un giallo che vuole raccontare quindi l’Italia comr è speigando i fenomeni sociali, politici, storici del nostr Paese. Tanti anni fa Alberto Carloni pubblicò “l’Italia in giallo” una mappa del giallo e dei giallisti regione per regione, oggi probabilmente la stessa operazione sarebbe difficilmente ripetibile, per la mole di pubblicazioni che caratterizza questa fase dedgli anni Duemila.
Se facciamo un tuffo nel passato, comunque anche la famosa collana di Gialli Mondadori appariva molto varia quanto a temi trattati e autori proposti, uno dei segreti del giallo è la miscela di idee e stili di scrittura. Si parte dai congegninarrativi perfetti alla Agatha Christie per arrivare nel nostro secolo alla rivoluzione stilistica di Andrea Camilleri. Si può dire che qeusta forma letteraria è assai “miscelata”, aperta come è a in cludere più generi, attenti però a non insistere troppo sul senso “sociale”del giallo, non è compito di chi scrive gialli, è compito dei giornalisti che si occupano di socoilogia.
Infine il “noir” considerato una sorta di “cavallo di troia” per parlare al lettore.Il noir è valido se sooleva dei problemi, ma non necessariamente li deve risolvere.E quanto ai personaggi, questi non devono essere necessariamente”corretti”, cioè possono pure essere erpoi “negativi”.
GIUSEPPE PREVITI