” SINDROME DA CUORE IN SOSPESO ” DI ALESSIA GAZZOLA- LONGANESI
20 Aprile 2014” SENTIERI DI NOTTE ” DI GIOVANNI AGNOLONI- GALAAD EDIZIONI
30 Aprile 2014Emile è un ebreo nato a Parigi, da famiglia benestante, ma verso la fine degli anni Trenta subentra in lui la paura, sensazione
che non lo lascerà più. Eppure sarà tra i pochi sopravvissuti ad Auschwitz, dove era stato internato nel 1942, per poi vivere
sempre nel dubbio se sarebbe stato meglio morire invece che sopravvivere.
Alberto lo conosciamo invece quando inizia una nuova fase della sua esistenza. Militare, ha lasciato i servizi speciali, dove si
era fatto la fama di essere il migliore, quando viene contattato e assunto da un uomo anziano e molto ricco che gli offre di entra-
re al suo servizio, perché, a parte le precarie condizioni di salute, si sente in pericolo.
Sarà un piccolo quaderno a unire le due storie, rivelando una verità che non tutti vogliono sia scoperta…..
” Io non dovrei essere vivo/ non dovrei parlare/ non dovrei respirare mangiare bere dormire e pensare/ Io dovrei essere fumo “.
Con DOVREI ESSERE FUMO PATRICK FOGLI conserva la sua vocazione a uscire dagli schemi e ad approfittare della chiave della lettera-
tura più popolare, il noir in questo caso, per affrontare problemi che sono ancora assai vivi e dibattuti. Dopo la strage del
treno a Bologna, dopo la mafia, ecco raccontarci della Shoah ma anche delle “pistole facili” in vendita al miglior offerente.
Il libro si basa su due piani differenti. Da una parte la testimonianza di Emile Rietmann ” …sono nato il 25 luglio del 1921….
sono ebreo….”in uno spietato diario che ci racconta la sua odissea a Auschwitz.
Dall’altra, nei capitoli dispari,un noir il cui protagonista è l’ex-militare dei reparti speciali, Alberto Corini,un quarantenne
che a un certo punto non può più sopportare le missioni all’estero che spesso finiscono in vere e proprie carneficine che coinvol-
gono vittime innocenti. Adesso fa la guardia del corpo, e a volte anche il…giustiziere, a un anziano signore assai malato dal
nome tedesco.
Ma cosa può ” legare ” i due personaggi ?Un quaderno che l’esperto ex-agente legge e che ci rimanda a quanto l’ebreo racconta.
Questi ha avuto la vita sconvolta dopo l’arresto da parte dei tedeschi con la partenza in treno verso i campi di concentramento,
la selezione sul piazzale appena arrivati, per precipitare, quale inquadrato nei sonderkommando del crematorio di Auschwitz nell’in-
ferno più profondo. Il loro compito era infatti di portare i corpi degli altri ebrei dalle camere a gas ai forni, dove in poco
tempo diventavano “fumo”.
Due storie diverse, una di pura invenzione, l’altra con fondati riferimenti alla realtà, e finiranno per intrecciarsi quando ogni
tassello delle varie vicende andrà al suo posto, i vari personaggi saranno identificati riuscendo anche a rendere un certo senso
di giustizia sollevando l’animo a quei sopravvissuti intrisi nel loro dolore.
La struttura del noir è legata alla personalità vigile dell’ex-cacciatore di terroristi, adesso ha accettato di occuparsi della
sicurezza altrui, cercando di trovare un sollievo a se stesso dopo i traumi della guerra. L’ambientazione passa da una clinica
privata che sembra un bunker a una splendida villa dove c’è una stanza a cui a nessuno è permesso entrare, alla spiaggia dove il
Corini si allena correndo giorno dopo giorno tra cupi pensieri e speranze di una vita migliore.
IL racconto è pieno di intrighi ed è dosato con la giusta suspense, non mancano le donne, la figlia e la nipote del vecchio,
con la prima che lo odia ferocemente e con la seconda che sembra non apprezzare gli ex-militari, salvo poi cambiare idea.<
Ma ci sono anche delitti su commissione che si fanno passare per incidenti e esecuzioni eseguite senza pietà.Il tutto alternando
capitoli ricchi di azione alla tragedia della storia con un giusto equilibrio tra gli effetti dei due tipi di violenza.
FOGLI al settimo romanzo, alternando noir e grande storia, costruisce una trama scritta con un rigore encomiabile confermando il
suo talento di scrittore, non facendoci neppure mancare dotti riferimenti a Celine o Dostoevskij.
Lo scrittore riesce anche a centrare l'obbiettivo di unire personaggi vissuti in tempi diversi ma unificati dal terrore che ha
pervaso le due epoche, svolgendo anche una mansione di memoria storica su cosa accadde settant'anni fa nei campi di sterminio.
E quel che dice Emile " Io sono costretto a raccontare per non lasciare dimenticare….".E in questo caso è un quaderno azzurro
capitato nelle mani di un protagonista di un noir ad adempiere alla bisogna…
Nei primi mesi del 1944 ad Auschwitz potevano essere uccise ventimila persone al giorno. Emile, sopravvissuto all'eccidio, ha
voluto appunto lasciare la memoria di quei giorni affidandola a un diario.
Alberto Corini è invece un ex-militare nauseato delle efferatezze compiute con la scusa di combattere il terrorismo, ora è un
uomo solo, pieno di rimorsi e di incubi, che si è rifugiato in una vita anonima e solitaria. Ma il ritorno all'attività al servi-
zio di un potente gli cambierà la vita.
Fogli attraverso queste due figure affronta il tema della Shoah. Emile svolge il suo compito come un automa, anche mentendo ai
suoi compagni di sventura, forte della voglia di sopravvivere, anche se poi dirà che a questa esigenza era preferibile la morte.
Alberto nello svolgere il nuovo compito incontra due donne che lo porteranno a riscattare tutto il male commesso facendogli cono-
scere l'identità vera del suo datore di lavoro.
L'autore sfrutta abilmente i meccanismi del genere thriller, non cadendo mai nella retorica del pietismo, semplicemente, ma non
è cosa da poco,ci ricorda che certi fatti non vanno mai dimenticati.
Vengono intrecciate storie di esseri umani, sovrapponendo vicende dei nostri giorni a quelle tragiche dei tempi dell'olocausto,
il titolo stesso "Dovrei essere fumo" ci richiama i campi di sterminio con una maniera di raccontare assai efficace sì da appa-
rire necessaria.
Patrick Fogli si conferma un ottimo scrittore, e dal punto di vista della scrittura vera e propria che è di notevole qualità, e
dal punto di vista di un narratore che sa sovrapporre toni diversi che poi ci portano a leggere quella che è semplicemente la
Storia.
GIUSEPPE PREVITI