HAMLICE-saggio sulla fine di una civiltà-drammaturgia e regia di Armando Punzo
20 Novembre 2011“COLAZIONE DA TIFFANY”-tratto dal romanzo di TRUMAN CAPOTE-adattamento teatrale di SAMUEL ADAMSON
15 Gennaio 2012Cast: Lunetta Savinio-Emilio Solfrizzi- regia di Leo Muscato
Quando nel 197o fu rappresentata Due di noi Michael Frayn era una autore pressochè sconosciuto. Ma nel tempo è diventato assai celebre,scrittore,reporter,opinionista, ha tradotto molte opere di Cechov, ha scritto dieci romanzi e nove commedie. Grande notorietà
gli venne da Rumori fuori scena e Copenhagen.
In questo Due di noi portati in scena per la regia di Leo Muscato da Lunetta Savinio e Emilio Solfrizzi assistiamo a tre atti unici basai su paradossali situazioni matrimoniali,concepiti per essere recitati da una unica coppia di attori.
In Black and silver troviamo in una camera d’albergo di Venezia un marito e una moglie, spossati e logorati dal pianto continuo dell’insonne figlioletto. E quella che doveva essere il revival della loro luna di miele si trasforma in un confronto tenero ma anche un pò amaro del passato con il presente.
Nel secondo atto Mr Foot una coppia non comunica più, lui si trincera dietro il giornale, lei beve e se vuol parlare deve rivolgersi al piede dondolante del marito,l’unica parte “viva”di lui.
Chinamen è un vero saggio di virtuosismo teatrale e attoriale: marito e moglie aspettano ospiti a cena,ma per errore hanno invitato una coppia da poco separata e il
nuovo amico di lei. Un meccanismo comico assai spinto con entrate e uscite continue,una ridda di travestimenti e di quiproquo, cinque ruoli diversi affidati ai due attori.
Michael Frayn ha lavorato sulla banalità dei rapporti tra coppie della media borghesia. La commedia inizialmente raggruppava quattro unici scritti negli anni settanta,ma normalmente nelle varie edizioni se ne è portati in scena tre, in questa ultima il primo atto sostituisce quello che è sempre stato rappresentato nelle precedenti messi in scena italiane,Don Chisciotte.Queste coppi di Frayn stentano a formarsi, sono composte da persone che non sanno comunicare, ne si senton o di cedere qualcosa all’altro partner
Situazioni più esilaranti nel terzo atto, con coppie che si incartano in un giro vorticoso di bugie e di equivoci,coppie che si scatenano durante una cena dove un marito e una moglie appena separati non debbono assolutamente incontrarsi. Un gioco teatrale che richiama Feydeau con un continuo scambio di personaggi,interpretati sempre dagli stessi due attori,che nel continuo entrare e uscire da porte danno il senso della loro intercambiabilità, pur in un rattristante vuoto morale di fondo. Il primo atto gioca su una sottile vena nostalgica anche se appare un pò scontato,mentre nel secondo si evidenzia una vena di crudeltà assai amara.
L’aspetto più interessante dello spettacolo è dato dalla prova dei due attori che poi sono i primi che si divertono.Molto brava è la Lunetta Savinio dotata din una originale forza comica, ma bravissima anche nel rendere la figura angosciante della donna di mezz’età del secondo atto,ignorata dal marito,e allora lei si inventa un gioco di rivalsa ed evasione sull’onda di un gran dialogare con il piede dell’uomo perché le sembra nel suo continuo tremolare l’unica parte viale di lui. Una donna che cela una grande disperazione cercando di mascherarla nell’ironia.
Accanto a lei un bravissimo Emilio Solfrizzi assai duttile nel passare da un personaggio all’altro, dal crudele allo svagato,dall’astratto al grottesco.
Sono trascorsi circa quarant’anni dalla prima messa in scena, la freschezza di queste tranches di vita non è venuta meno a riprova del loro valore e della bravura del loro autore.
GIUSEPPE PREVITI