“ORA DEVO ANDARE( una indagine privata del commissario Monti)- di DONATELLA FABBRI- edizioni Atelier
21 Maggio 2015” L’OLANDA E’ UN FIORE ” DI PAOLO CIAMPI-(EDICICLO)
26 Maggio 2015- Due inchieste per il commissario Bruno Carcade.
La Quercia degli impiccati: Il piacere di ritrovare un vecchio amico che più ancora è il suo figlioccio, adesso maresciallo dei carabinieri a Castelnuovo Garfagnana, Nicola Nardi. Il commissario Carcade gli vuole fare una improvvisata, ma il caso vuole che quando lo raggiunge al Rifugio X piombi sulla
scena questa si rivela assai sconvolgente, il corpo di una donna impiccata pende da una quercia. Sotto un acquazzone violento il commissario sembra
impietrito nell’osservare la scena e il maresciallo avrà il suo daffare a portarlo via di li.
Un delitto feroce, quasi una esecuzione, scatteranno le indagini, il magistrato obbligherà polizia e carabinieri a collaborare. La vittima era una giovane
attrice di teatro, e solo scavando nella sua vita e nei suoi segreti si arriverà alla soluzione del caso.
Il delitto di Porta Macchiaia: Il commissario Carcade non ne può più di avere a che fare con morti ammazzati e quindi ha lasciato la questura per farsi
distaccare in prefettura, ma anche qui la vita è molto frenetica, magari più gratificante, qui ci si deve occupare dei problemi dei vivi ma la tensione è al-
trettanto notevole. E così Carcade e la moglie decidono di prendersi una breve vacanza a Barga, ospiti della villa di un’amica. Tutto sole e relax, lunghe
passeggiate. Ma durante una di queste, di prima mattina, trova un cadavere abbandonato in una stradina e avverte i carabinieri. La sua vacanza divente-
rà….lavorativa, perché il tenente e l’appuntato dei carabieri che si occupano dell’indagine appena scoprono chi è il loro testimone si affidano interamente
a lui e al suo intuito. La vittima era una badante ed è stata uccisa con un colpo di fiocine al cuore. Il primo interrogativo quindi a cui rispondere sarà di sco-
prire cosa ci fa nel pieno della città il cadavere di una donna uccisa da una fiocinata.Torna il commissario Bruno Carcade che avevamo conosciuto in Il pescatore di sassi e All’ombra di Narciso. Due racconti lunghi che ci aiutano, ci si per-
metta il termine, di ” indagare ” meglio su questo poliziotto che questa volta seguiamo più come uomo che come poliziotto, e che arriviamo anche a cono-
scere meglio sotto il profilo umano. Con una scrittura sempre viva e scorrevole Beppe Calabretta riesce a tratteggiare vari caratteri, mettendo in evidenza
ma con la dovuta ironia l’atavico contrasto tra carabinieri e poliziotti.
Quello che forse è innovativo è l’evoluzione del personaggio che se da una parte si conferma investigatore di razza che se necessario non esita anche a ricorre-
re a metodi poco ortodossi pur di arrivare alla verità, dall’altra si evidenzia la sua uman ità, il suo attaccamento al passato, ai ricordi, alle suggestioni, alla me-
moria può servire anche per dare una risposta a quel che avviene oggi.
Nel primo racconto un omicidio viene fatto passare per un suicidio, ma l’asame del cadavere della vittima fa vedere che è stata completamente dissanguata.Un
delitto veramente agghiacciante che testimonia a dove può arrivare la malvagità dell’uomo. E sarà appunto compito del nostro commissario trovare la soluzio-
ne la soluzione ” rassicurante” di trovare il colpevole.
Vorremmo anche far notare che Carcad sa cogliere certi aspetti che normalmente vengono trascurati da altri suoi colleghi. Ad esempio all’inizio del libro
lui rimane come choccato alla vista del corpo penzolante della donna, sembra quasi che veda un’altra scena. Lui stesso non sa amdare oltre questa impres-
sione, solo nel tempo realizzerà che gli ricorda l’immagine che aveva visto da bambino in un libro di Pinocchio appeso all’albero. Una immagine che con il de-
litto della quercia (altro elemento simbolico, vi si appendevano i traditori)non c’entra nulla, ma serve a mettere in moto tutto un lavoro mentale nel commis-
sario che gli permette di entrare nelle cose che altri trascurano o non vedono. E anche il suo rapporto con gli uomini e con le donne che vie le v icende della
vita gli pongono davanti è molto ” umano, teso più a capire che a inquisire.
Il Carcade visto in questi due racconti in momenti diversi della sua vita è comunque sempre coerente con la sua personalità. Nel primo, che si svolge in Garfa-
gnana, è commissario capo della Questura di Lucca, nel secondo ha lasciato il servizio attivo, lavora in prefettura, lo cogliamo in un moment di relax. a Barga.<
Elemento comune ai due racconti è il “male”, pianificato e voluto nel primo episodio, assolutamente casuale nel secondo., ma comunque si vuole dire che le
premesse del male sono le più inimmaginabili e imprevedibili.
Un Carcade pieno di dubbi,forse in queste due storie esce ancor più evidente il personaggio con le sue paure, le sue insicurezze, le sue incertezze, in parole
povere essere ” uomo tra gli uomini”, insomma non il poliziotto spaccamondo, ma una figura con tutti i limiti dell’animo umano.
Beppe Calabretta è scrittore ormai di lungo corso per non saper dosare toni e umori, descrizioni e sensazioni, la sua prosa è sempre secca, essenziale,oltre-
tutto lui non è scrittore solo di genere, e quindi è abile nel raccontare storie e peesonaggi, senza farsi limitare dal dover trovare la suspense a tutti i costi.
Oggi la letteratura gialla vive oltretutto un momento abbastanza confortevole, non ci interessa tanto l’aspetto quantitativo, che pur presenta cifre di assolu-
to rilievo, quanto quello qualitativo. Una caratteristica comune un po’ a tutti gli scrittori, celebri o meno, è di scrivere trame che riescono a dare sempre una
idea del momento che vive il Paese, la società, dove purtroppo la violenza, la malvagità, l’orrore sono tutti fattori insiti nella nostra vita quotidiana.
Beppe Calabretta con Due indagini per il commissario Carcade ci offre uno spaccato della vita di provincia. Il crimine questa volta non è quello delle grandi
città o delle capitali del male, qui i luoghi ci sono familiari, Castelnuovo Garfagnana, Barga, posti che sembrano l’ideale per una vita tranquilla, per una ripo-
sante villeggiatura.
Ma se il male non sembra avere confini può allora essere ovunque, magari come nel secondo racconto di questa raccolta un delitto può essere casuale
(molti del resto dicono che i delitti sono sempre casuali)ma poi si vede che può portare a conseguenze peggiori del male commesso. Nel primo racconto
invece la vendetta, il tradimento, l’ira sono sentimenti propri dell’animo umano dalle conseguenze irreparabili, oggi purtroppo sono assai diffusi, basta
seguire le cronache.
GIUSEPPE PREVITI