“IL MIO AMICO CHET” DI DOMENICO MANZIONE- MARIA PACINI FAZZI EDITORE
7 Aprile 2012“IL FUMO UCCIDE”- AA.vari- Antologia a cura di Riccardo Parigi e Massimo Sozzi- EDIZIONI EFFIGI
11 Aprile 2012Per completare il nostro studio su Chet Baker c’è un romanzo di Roberto Cotroneo “E nemmeno un rimpianto” che affaccia un’altra ipotesi sulla morte di Chet Baker. Queste settimane ci
siamo occupati di alcuni “artisti maledetti”geni nell’arte ma dalle vite travagliate,conclusesi tragicamente, e sulla cui fine si sono formulate negli anni(o nei secoli…)varie ipotesi.
Cotroneo riparte da quel 13 maggio 1988,giorno della morte del leggendario trombettista jazz.Quasi vent’anni dopo,una mattina del 2006,si scopre che è ancora vivo e passa la sua vecchiaia come un eremita nel Salento.
E’difficile raccontare il jazz, fatto di suoni,di colori,di note rotte,di invenzioni,di impressioni:puoi rendere musicalmente tutto questo, più complicato tradurlo in parole.
Cosa scrive Cotroneo? Alla fine un qualcosa che può essere un giallo,una biografia, un romanzo, forse anche qui come in un libro di cui ci siamo occupati “Il mio amico Chet“di Domenico Manzione si parla di un sogno.
Pure in questo libro si cerca di riportare in vita la voce e la tromba di questo genio maledetto,volato da una finestra del Prins Hendrik hotel di Amsterdam il 13 maggio 1968.Ma “E nemmeno un rimpianto”, quasi venti anni dopo lo fa risuscitare quando il protagonista del romanzo riceve una telefonata che gli annuncia che Chet non è morto,ma vive nel cuore del Salento.
Il libro non vuole essere solo il viaggio alla ricerca del fantasma di un morto ma non è neppure la storia di un in contro che vuole svelare chissà quali segreti sulla morte di un uomo che voleva sparire dal mondo da demonio e non da santo disintossicato né è la ricostruzione fantasiosa della vita di una star che culmina nel suo decesso.
Che Baker sia morto ad Amsterdam nessun dubbio come nessun dubbio sul fatto che fosse un eroinomane.E neppure sul fatto che facesse fatica a suonare per colpa della dentiera.Aveva infatti perso i suoi denti tutti marciti a causa della droga.Ma Cotroneo non lo riporta in vita né da redento né per farci sentire la sua musica,lo ritrova piuttosto vivo come succede nei…sogni.E noi con lui possiamo sognarlo ancora….
Un libro singolare,tanti fatti,tante ragioni, non è semplice spiegare cosa vuole dire,per l’autore la musica non equivale a consapevolezza del mondo,a differenza degli scrittori è una dote che i musicisti non possiedono.
Cotroneo voleva scrivere di lui,del suo modo di cantare e di suonare,ma poi il libro è nato pagina su pagina di vita propria.Anche immaginarlo suonare in Puglia,dove Chet si è esibito più volte,è venuto spontaneo.Il libro apre sulle note di My funny Valentine,il suo marchio di fabbrica in tutto il suo arco di vita.Un libro che mette varie cose insieme ,cose vere e cose inventate ,rimettendo insieme tanti pezzi di una vita, descrivendo quindi una vita alla fine del racconto.
Il protagonista del romanzo è affiancato nella sua ricerca da tre donne che vegliano sul suo segreto.Si dice che nell’ambiente si sapeva che Chet Baker si era disintossicato e che era vivo, e che aveva superato il dolore seppellendolo con la sua stessa anima.In questa storia Chet parla molto, spiega,dà un senso alla vicenda,pulisce la sua anima!
GIUSEPPE PREVITI