” LA TIGRE DAGLI OCCHI DI GIADA” DI STEFANO DI MARINO- DBOOKS
5 Agosto 2015UNA GIORNATA NERA” DI FRANCO SICHI- SILELE EDIZIONI
11 Settembre 2015Ancora una intricata vicenda da risolvere per Marco Landi, ex-bancario e ora scrittore ma sempre con l’hobby delle indagini, e il suo fratellone Ben,
afflitto da sindrome di down. Su Firenze sembra ripresentarsi l’incubo dei tempi del Mostro di Firenze. Infatti le colline che sovrastano la città sono
di nuovo insanguinate da una serie di delitti commessi ai danni di giovani coppie, con un modus operandi che sembra voler risvegliare incubi del tem-
po passato. La polizia segue la pista dell’emulatore, cioè un assassino che vuol ripetere gli atti del killer dei tempi del Mostro.
Marco Landi, che avevamo conosciuto in una precedente storia, Nessie-morte sul lago, dopo una cospicua eredità piovutagli tra capo e collo non lavora
più in banca, il suo sogno è fare lo srittore. La nostra storia inizia quando, seduto a un bar, viene avvicinato da un signore anziano che con misteriose paro-
le sembra volerlo avvertire di un qualcosa che sta avvenendo, un qualcosa di molto brutto.
Alla scoperta dei primi cadaveri la polizia indaga ma senza molto successo, , Marco, ispirato dalle parole del vecchio signore, comincia a sua volta a occu-
parsi del caso, e la sua sarà una corsa contro il tempo perché il killer colpisce senza pietà.
Andrea Gamannossi è ormai una presenza costante nel panorama del giallo italiano. Un passato di giallista classico mai legato come ambientazioni a Firen-
ze, poi tanti racconti, anche qui con una particolarità, sempre pubblicati in raccolte proprie più che in antologie a più mani. Poi è seguita la scoperta di un
filone che presto sarebbe divenuto di moda, giallo e cibi, con la pubblicazione di tre romanzi che uniscono racconti noir e ricette gastronomiche. Infine il
ritorno al giallo più classico, in Nessie-morte sul lago, presenta una inedita coppja di investigatori, Marco , un bancario, e Ben, il fratello down. Una storia
che partiva dalla città dei due protagonisti, Scandicci, per portarci poi in Scozia sulle tracce del Mostro del Lago.
Con E’ tornato l’uomo nero ci occupiamo ancora di mostri, questa volta però è tornato sinistramente alla ribalta il Mostro di Firenze. Infatti un nuovo…
Mostro si accanisce contro le coppiette che si appartano in auto nei dintorni della città. Ma non si adopra più la pistola per uccidere, bensì un’antica spada
giapponese. I due fratelli Marco e Ben si troveranno coinvolti nella vicenda Marco condurrà una indagine parallela a quella ufficiale. Ma al di là della vicen-
da in sè il libro è assai interessante perché ci fa fare un tuffo nella Firenze e nella Scandicci degli anni Ottanta, con tanti accenni a come si viveva allora,il
tutto raccontato con un evidente filo di nostalgia.
Anche in questo romanzo si ricorda il tema della diversità pur non eccedendo nel trattare il personaggio, che è Ben, il fratellone di Marco.Si accennano le
sue qualità, ma senza indulgervi troppo, semmai si rileva come lui arrivi a intuire tante cose e sappia dare degli indirizzi giusti al fratello.
E’ tornato l’uomo nero, che ricorda un po’ le minacce delle nostre madri nell’infanzia, vuol significare che è tornato il male.Il vecchio signore ammonisce
Marco che la gente tende a dimenticare e il male, il demonio la violenza sono ovunque e entrano nella nostra vita, bisogna guardarsi dentro di noi e scacciare
tutto ciò. Ora qualcosa di orribile incombe su Firenze, è all’opera un ” killer dell’amore”, che uccide giovani coppie simbolo appunto dell’amore- Il nostro
autore ci fa vedere tutto questo attraverso le parole del misterioso signore, una presenza venuta da lontano che vuole avvertire l’umanità che il male va com-
battuto, che l’amore va difeso, solo così l’umanità si può salvare.
Ancora una volta la chiave del giallo usata per ricordare a tutti che può esistere un ” demonio che uccide l’amore” e che va assolutamente debellato se vogliamo
salvare l’umanità. Tornando ai nostri protagonisti, a Marco e Ben il compito di chiudere questa storia.Al lettore l’avviso che certe tragedie non vanno mai di-
menticate, possono sempre ripetersi !
GIUSEPPE PREVITI