LA SERIE TELEVISIVA DEL GIORNO: LA PORTA SUL BUIO
4 Settembre 2015IL PERSONAGGIO DEL GIORNO: RICCARDO CUCCIOLLA
5 Settembre 2015Un Rocco Schiavone assai prostrato e provato. Una donna, fidanzata di un suo anico di Roma, è stata uccisa da qualcuno che voleva invece eliminare lui. Lui
che aveva coniato la classifica delle ” rotture” e che definiva un omicidio ” una rottura di decimo grado”. Ora non ha più voglia di scherzare e superata una fase
di acuta depressione comincia a indagare tra Roma e Aosta anche per cercare di capire chi potesse avere motivi per vendicarsi di lui. E non sarà un’indagine
facile perché penetrare nella illusoria felicità della città bene, ci saranno altri morti, si vedrà che anche il c.d. “ceto nobile” non è così…nobile. Tutte le avven-
ture e disavventure di questo poliziotto sui generis servono anche per dare un quadro dell’Italia di oggi. Protagonista questo uomo assai difficile, tenero
sotto certi punti di vista, ma violento e brutale per non assoggettarsi ai voleri altrui.
Era di Maggio di Antonio Manzini, una nuova avventura del poliziotto romano Rocco Schiavone, un uomo molto cinico, dal passato non proprio adaman-
tino, ma anche una fogura viva, reale che comincia a dubitare di…se stesso, quando scoipre di essere alla fin fine un sentimentale. Lui che ha imperniato
la sua vita su alcuni principi fondamentali. Ad esempio guarda i talk show tenendo a zero il volume si da far sembrare i politici in studio dei pesci. Oppure
lui che appena giunto a Roma impone al tassista il silenzio sport, niente sport, niente politica, niente Roma ladrona, niente di niente…
Antonio Manzini ha creato questo personaggio che raffigura un po’ tutti i pregi e i difetti dell’italiano medio e per questo è ormai entrato nelle simpatie dei
lettori.
Intanto siamo adesso, con Era di maggio, al quarto romanzo di questa serie di polizieschi assai realistica e amara come lo è il suo protagonista Rocco Schia-
vone. Il racconto della vita di un uomo che non accetta i soprusi e i privilegi della ” casta”, e che combatte il cattivo mondo di questa Italia troppo corrotta.
Era di maggio prende il via dopo la tragica conclusione del preceddente romanzo quando una cara amica del poliziotto, Adele, è stata assassinata da un Kil-
ler mentre dormiva nel suo letto e così scatta la nuova indagine del vicequestore Schiavone, Se Non è stagione si svolgeva tutto ad Aosta dove è riuscito a
svelare tutte le trame della mafia, nel nuovo romanzo l’azione non si limita alla città piemontese, ma si vede il nostro personaggio spostarsi a Roma e poi sul
litorale adriatco a Francavilla a mare. Una storia ricca di fatti e di personaggi, ci sono escort, corrotti, banditi,carcerati, mafiosi, persino Dodò, uno stalliere in
odore di mafia….(ogni riferimento è puramente casuale,..). Una lettura che ti appassiona sempre di più via via che vai avanti, e visto che si parla anche di cal-
cio, ti porta quasi a fare il tifo per questo poliziotto che sarà politicamente scorretto come le sue clark spesso “immolate” al ghiaccio del Nord, ma che è anche
uno che ti entra nel cuore. E raggiunge questo effetto perché è un duro dal cuore tenero, perché non è immacolato e puro come dovrebbe essere un poliziot-
to, perché è un uomo che ha sofferto e si tiene vivo nel ricordo della moglie tragicamente scomparsa.
Manzini confeziona una storia subito avvincente, certamente per gustarla in pieno occorre ripartire dal precedente romanzo, anzi consiglieremmo i lettori che
vogliono entrare nel mondo di Manzini eSchiavone di seguire l’ordine cronologico delle pubblicazioni, e questo non è un limite, anzi è il “trionfo” del seriale.
Qui abbiamo la storia di un uomo che va al di là della singola trama gialla con i suoi delitti, i suoi colpevoli, certamente occorre una memoria di ferro….i libri
non escono mai a distanza ravvicinata, ma il rischio di Manzini è calcolato, ovvero ” prendere” il lettore con il personaggio e non con la storia:
Ed è notevole anche l’approccio al personaggio con il nostro che dopo che è stata uccisa una sua amica, perché credevano che ci fosse lui in casa, non si preci-
pita fuori a dare la caccia agli assassini ma invece si chiude con il suo cane in un residence ad affrontare il suo senso di colpa senza volersi interessare di cosa
è successo, almeno a botta calda.
Lode a Manzini inoltre per saper sempre dare un tocco di ironia alla sua prosa e anche per saper sempre dare umanità e simpatia al gruppo di poliziotti che
fanno corona a Schiavone.
GIUSEPPE PREVITI