“JOHN GABRIEL BORKMAN”DI HENRIK IBSEN REGIA PIERO MACCARINELLI
15 Ottobre 2012“FURIOSO ORLANDO” da LUDOVICO ARIOSTO (Ballata in ariostesche rime per un cavaliere errante)- Regia di MARCO BALIANI
27 Novembre 2012Cast: Pamela Villoresi Romina Mondello Luigi Diberti Massimiliano Franciosa Maurizio Panici Silvia Budri da Maren Giulia Weber
Nel 1950 uscì un film che fu salutato da un grandissimo successo, “Eva contro Eva” un titolo ancora oggi importantissimo nella storia del “cinema sul teatro”, a suo tempo a testimonianza di un grande exploit ottenne ben quattordici nomination all’Oscar, vincendone ben sei, tra cui la migliore interpretazione femminile(Bette Davis) e la miglior regia( Mankiewicz), ma vogliamo ricordare anche gli altri co-protagonisti da George Sanders a Anne Baxter a Celeste Holm.
Questa commedia di grande qualità e raffinatezza, ma anche di una intensità drammatica notevole, ci descriveva il mondo del teatro e i rapporti interni fra i suoi personaggi. E proprio la forza e la vitalità di questo testo hanno indotto Maurizio Panici a riprenderlo adattandolo per il teatro in una versione che dopo il promettente debutto estivo sta ora compiendo la torunèe
invernale.
La storia prende a esempio una piccola comunità dove si rispecchiano virtù e difetti della società, con tutte le meschinità, i dispetti, le ossessioni,i tradimenti che la agitano ma anche la ferrea volontà di chi vuol salire i gradini della scala sociale non badando ai mezzi che impiega. Una vicenda di esseri umani che lottano e si battono, certo un serie di fatti che non hanno epoca, qui ci si dilania o per mantenere o per arrivare alla celebrità, ma in senso più generale si ripete un qualcosa che non ha limiti nel tempo e può accadere ovunque e in qualsiasi momento.
Un’attrice celebre,Margo Channing, una piccola corte più o meno sincera e più o meno disinteressata che la circonda, tutto sembra essere nella norma di una vita dove tutto gita intorno al palcoscenico, quand’ecco che questo equilibrio, evidentemente più precario di quel che appare, viene progressivamente sconvolto dall’entrata in scena da una ragazzina che si professa
una sua grande ammiratrice che ha trovato ragione di vivere nelle emozioni e nel godimento che le da la recitazione della grande dive. Ma la ragazzina è furba e scaltra, piano piano entra nella vita di Margo, dei suoi amici, dei suoi amori, le “succhia”quasi la vita, per far trionfare la propria. Sembra anche che sia lei la vincitrice,Margo lascerà le scene, ma anche per la nuova arrivata già si prospetta, ne udiamo la voce fuori campo, l’arrivo di una sua appassionatissima fan….
Storia crudele nel suo andamento e nelle sue conclusioni, basata su personaggi infidi e arrivisti, anche se alla fine ne esce meglio Margo che di fronte al crollo di ogni valore dall’amicizia
alla passione e rispetto per gli altri decide di ritirasi dalle scene e di sposarsi con il giovane regista affrontando finalmente il mondo reale.
“Teatro nel teatro” o “cinema nel teatro” se si fa riferimento al famoso film degli anni cinquanta, sicuramente una commedia di grande qualità e intelligenza ma anche un racconto graffiante e veritiero sul mondo del teatro, preso però a metafora del mondo intero, e sui rapporti interni tra i vari personaggi.
Maurizio Panici, anche attore, ci presenta un allestimento importante ricorrendo a pannelli per i cambi di scena che via via si trasforma in camerino, retropalco, appartamento. Tutto molto
curato, come pure per gli abiti di scena capaci di calarci nell’atmosfera del tempo. Atmosfera che allora era molto interessata al contrasto tra cinema e teatro, ma non solo questo,in quegli
anni si conferiva una straordinaria importanza alla figura della “diva”.
Il regista sceglie una impostazione molto legata alla cinematografia,ricorre a molti contributi video per farci seguire le varie fasi della storia e non ci lesina gli stacchi comunali.
Questo intercalare di vai generi, pur lodevole nelle intenzioni,corre il rischio di appesantire lo spettacolo ,oltre tutto assai verboso. Si parla troppo e troppo concitatamente, l’intento è di alleggerire la storia, che invece ha una sua drammaticità per i concetti che esprime. Si evidenzia un contrasto di fondo: da una parte la vita “normale” che non è detto che non ci debba farci sentire vivi, la vita va vissuta da ognuno come tale, sta a noi trovare i valori e le motivazioni giuste. Dall’altra la vita “apparente” del palcoscenico dove l’attore si sente “vivo” tramite il contatto con il pubblico che lo riscalda con il suo calore ma anche perché tramite la sua recitazione emoziona, interessa, rende partecipe chi è in platea, in parole povere lo rende a sua
volta “vivo”, gli dà una ragione di vita.
Pamela Villoresi è bravissima nel rendere le pulsioni di questa Margo, un’attrice forte e fragile allo stesso tempo, in scena dotatissima, amatissima dal suo pubblico ma anche nella vita,però
portata dal suo egocentrismo a turbarsi e perdere le staffe a ogni segno contrario, che può andare da una critica contraria all’intrusione nella sua vita di una giovane concorrente, dalla gelosia per il fidanzato agli scatti d’ira verso amici e colleghi. Sarà però capace al momento giusto di scegliere la normalità della vita, abbraccia la realtà del matrimonio, dell’amicizia,
via dalle ingannevoli luci del paloscenico.
Un tema difficile,che va oltre la storia in sé di questo piccolo e un po’particolare campione umano, che comunque ci fa vedere come ci si attacca a tutto pur di primeggiare o di non scomparire.
Lo spettacolo di Panici non sempre centra questo obbiettivo, a volte ci lascia freddi,distaccati, troppo dialogo a scapito di una maggiore spontaneità, insomma si parla di vita ma non è
la…vita.
Della Villoresi si è già detto, ma altrettanto brava è la Mondello in un crescendo interpretativo segnato dal progressivo passaggio della sua Eva dalla remissione iniziale alla cattiveria dell’ar-
rivista.
Tra gli altro il bravo Luigi Diberti, nei panni del critico teatrale deus ex machina della vicenda, come pure Massimiliano Franciosa, “fidanzato”di Margo.
GIUSEPPE PREVITI