” LA SARTA- TORINO, 1942 ” DI ROBERTO GANDUS- FRATELLI FRILLI EDITORE
21 Febbraio 2016” COSA RESTA DI NOI ” DI GIAMPAOLO SIMI- SELLERIO
25 Febbraio 2016Da mesi quattro banditi mettono a soqquadro e terrorizzano Roma, uccidendo, stuprando, rapinando, e mettendo sempre più in difficoltà magistrati e forzze dell’ordine.
Quando nell’ennesimo tentativo di rapina a un supermercato viene uccisa barbaramente e senza alcun motivo una giovane cassiera. Il procuratore capo capisce che la
misura è colma e che bisogna ricorrere a provvedimenti eccezionali. Si conosce uno solo che possa fermarli, pur se lo accompagna una pessima fama: è il capitano dei
carabileri Rinaldo Ferro che v iene richiamato in servizio con la sua squadra. E a Roma si scatena una vera e propria guerra.Ma Ferro ha accettato di tornare in servizio
anche per un altro motivo, vuole chiudere con tutto il suo passato, ma man mano che i fatti si susseguono si vede che esiste un legame tra quanto sta succedendo e
quanto era accaduto quattro anni prima, e che lo aveva portato a lasciare il servizio.Ma le vittime di allora e di oggi chiedono giutizia e il capitano Ferro si rimette all’ope-
ra.
Ferro e Fuoco è il romanzo con cui Romano De Marco ha esordito nel mondo letterario ne I Gialli Mondadori, e lo stesso romanzo è stato ripubblicato a qualche anno di
distanza da Pendragon.
Quattro spietati gangster infestano la città di Roma uccidendo, rapinando, violentando, sono molto pericolosi e la stampa li ha ribattezzati ” i Quattro dell’Apocalisse”.
De Marco padroneggia con molta sicurezza la pagina scritta, tenuta con molto ritmo dando vivacità alla scrittura e di conseguenza all’azione.
La storia parte da una rapina a un supermercato: qui vi lavora Katia, particolarmente felice perché ha saputo di aspettare un bambino e ha appena informato il fidanza-<
to. Ma poi scoppia l’inferno, irrompono i banditi e la narrazione prende tutta un’altra piega. Anche perché il bilancio di una Roma sotto il tiro della malavita è impressio-
nante, un commando di quattro uomini agisce con sempre maggiore sfrontatezza, audacia e violenza. Una trentina di rapine, otto morti e svariati feriti, e anche il bottino
delle rapine si fa sempre più elevcato.
Occorono misure draconiane o meglio occorre un intrervento eccezionale che si sostanzia nel richiamo in servizio del capitano Rinaldo Ferro, un uomo tutto d’un pezzo
ma segnato da un passato di uomo efficiente ma troppo violento, che non si perita di uccidere pur di fare subito giustizia. Il capitano inizialmente è perplesso, ma alla fine
non gli danno scelta. La storia si anima della presenza di molti personaggi e di situazioni, sempre molto vive e abbastanza imprevedibili.
Un romanzo d’azione che tiene sempre il lettore in tensione e che segnerà l’inizio di un ciclo di altre avventure.
Tornando allo stile del romanzo si vede che l’autore ha una accenntuata propensione a una narrativa di taglio cinematografico, che ricorda nel suo evolversi i polizziot-
teschi all’italiana dei moda negli anni ’70. Ovviamente il tutto attualizzato ai giorni nostri.Ma in De Marco vi è l’intento palese e dichiarato di dare inizio a una serie (il
che è poi naturalmente avvenuto n.d.r.).
Nel mentre il cinema ha progressivamente abbandonato queste storie all’italiana, di cui del resto, Giorgio Scerbanennco, quindi uno scrittore,era stato un forte ispira-
tore, progressivamente sono nati Romanzo criminale, Milano calibro 9, Sodoma e Gomorra, la letteratura si è impossessata della realtà dando vigore e impulso al noir
metropolitano. De Marco, e con lui tanti altri.ha quindi rispolverato e rinvigorito la tradizione di forme letterarie e cinematografiche tipiche,ma sono andati oltre dando
vita a un sistema comunque innovativo,non più imitativo degli stereotipi americaneggiantu che ben poco hanno a che vedere con la nostra realtà. Ma bisognava anche
uscire dal cliché del commissario di casa nostra ombroso, depresso, abbandonato dalla moglie, e che si sfoga nel cibo….
Rinaldo Ferro è un personaggio che funziona, ci riporta un pò a quelle figure di poliziotti ” cinematografari” che si battevano sempre in prima persona seguendo metodi
non sempre ortodossi ma sempre efficaci. E questo Ferro, un uomo duro, esperto di arti marziali, capace di fare squadra, anche se da un passato pieno di ombre.
Gli si contrappongono i ” ragazzi bene ” di una Roma in disfacimento, non sono certo lontani i tempi della Banda della Magliana, anche se nel nostro caso De Marco punt
principalmente sul decadimento morale delle loro famiglie. Diversi punti del libro sono dedicati a questi ragazzi che mascherano la loro sete di violenza e di potere sotto
le sembianze di studenti modello e di appartanenti all’alla borghesia, uno dei quattro ,il meno abbiente, era addirittura un carabiniere.
Vari i ritratti femminili che compaiono nel libro, anche qui bastano poche parole a tracciare i profili dei personaggi, alcuni positiv i come la dottoressa Damiani, o
commoventi come Katia la cassiera, tragiche e in disfacimento le donne di casa Testa.<E un ruolo non molto edificante è lasciato agli alti papaveri di carabinieri e polizia.
GIUSEPPE PREVITI