“LE NOSTRE ASSENZE” DI SACHA NASPINI- ELLIOT
19 Dicembre 2012“IL CINEMA VUOL DIRE….(SECONDO TEMPO)” DI MAURIZIO PORRO BOMPIANI
19 Dicembre 2012Festa di piazza è la seconda avventura di Enzo Baiamonte, il singolare investigatore creato da Gian Mauro Costa ( la precedente era Il libro di legna ).
Baiamonte ha chiuso il suo negozio di elettrotecnico dando retta alla sua Rosa che lo ha convinto a chiedere il patentino di investigatore privato. Lui non è che sia molto convinto,
non si sente un Marlowe in sedicesimo, però pensa anche di avere più tempo per le partite a scopone con gli amici o per le cenette con la sua Rosa. Ma certamente non rinuncia al suo
antico lavoro e così viene incaricato di occuparsi dell’impianto elettrico per la festa della Madonna Addolorata.
E proprio mentre compie questi lavoretti finisce per venire a sapere un sacco cose, anche scomode, ad esempio la scomparsa misteriosa di un collega. Baiamonte che non è uno sprovveduto comincia a legare vari fatti: una rapina, un furgone ammaccato, la scomparsa di un carico d’oro, strani furti ai cimiteri, tutto questo lo intriga e lo spinge a indagare.
Lui conosce bene il quartiere dove è sempre vissuto, sa cogliere al volo anche i più piccoli segni, e arriva a ipotizzare, e non sa neppure se fidarsi delle proprie intuizioni, una serie
di delitti ben celati e nascosti a tutti.
Gian Mauro Costa, alla seconda prova, conferma una sua originalità di scrittura rispetto ad altri giallisti. Non si parte da un delitto, ma dalla fissazione e dalla curiosità del protagonista nell’ipotizzare e risolvere misteri. Misteri si badi bene che vanno oltre il singolo fatto di sangue, lui fa parte di una Palermo popolare, vera, quella di tutti i giorni stanca delle angherie
dei malavitosi, stanca delle malefatte dei politici, stanca del “tutto va bene” ad uso dei turisti. E questo investigatore è appunto la voce di chi normalmente non ha voce….
Costa ci racconta con toni quasi da commedia una Palermo quotidiana, con i suoi segreti, con la mafia che esiste e se esiste anche se non compare….
Il suo è un giallo ambientato nel mondo della canzone neomelodica, oggi considerata la colonna sonora della malavita. Un noir quindi che si muove , se vogliamo, sulle tracce dei vari Sciascia, Camilleri, Piazzese.
Ma la differenza è che la sua è una Palermo minimalista, ricca di singolari personaggi, lui descrive, seleziona, miscela, ma non si allontana da valori primitivi, a portata di mano,
cioè colpisce il bersaglio grosso ma lo fa in maniera mai roboante, mai colpi di scena, una maniera leggera non di smitizzare la mafia ma di trattarla e avversarla con le armi di
un…pesce piccolo, di uno qualunque.
Costa ci presenta uno “scappato”, cioè uno sconfitto nelle guerre tra mafiosi e quindi costretto a riparare all’estero. Adesso è tornato in Sicilia nelle vesti di un cantante neomelodico.
A Palermo la musica popolare è molto importante, nelle feste patronali si esibiscono i cantanti neomelodici e le folle li osannano, il denominatore comune è la napoletanità, tutti i cantganti si esibiscono in dialetto napoletano. Addirittura queste canzoni servono per mandare messaggi ai boss mafiosi in carcere.
Ecco quindi che intorno a queste feste di borgata si accendono interessi vastissimi, ma non solo per l’uso che se ne fa, ma anche perché il giro di affari che smuovono è immenso e quindi
la lotta per assicurarsi gli appalti di queste feste è vivissima.
Se questa è la cornice della nostra storia, sarà poi il buon Baiamonte a imbattersi in due delitti e a dare il tono giallo vero e proprio alla vicenda.
GIUSEPPE PREVITI