“LA PUNTUALITA’ DEL DESTINO ” DI PATRICK FOGLI- PIEMME
13 Maggio 2013” L’ULTIMO DEI COSPIRATORI” DI GIANCARLO ONORATI- EGO EDIZIONI
21 Maggio 2013Giorgio Simoni, toscano, tecnico in una grande azienda, prima da sfogo alla sua passione di scrivere componendo testi per canzoni, per poi dedicarsi più stabilmente
alla scrittura di romanzi e racconti, partecipando a vari concorsi, e vincendo con Finirai all’inferno, di cui qui ci occupiamo, il premio “Delitto d’autore” 2011.
Ci troviamo negli anni intorno al 1815 in Toscana nella zona dei soffioni boraciferi, sta tramontando l’era di Napoleone, tornano i Lorena. La zona è una valle inquie-
tante, poco ospitale, fumi di vapori, affiora lo zolfo, ovunque putizze e fumarole, la vegetazione non alligna. In questo scenario infernale tutto è opprimente, l’aria
è irrespirabile. Insomma ben si merita l’appellativo di “Valle del diavolo “. Sono ancora lontani i tempi della moderna Larderello che prese appunto il nome dal francese
Francois de Larderel.
In questa sorta di inferno dantesco, secondo alcuni è qui che infatti Dante ha preso il modello per l’inferno della sua Divina Commedia, avviene una fatto orribile.
Protagonista di questa storia è l’arrogante ingegnere livornese Arturo Fiaschi, un pioniere della moderna geotermia, un grande innovatore tecnologico, grande
sostenitore di qualsiasi novità in campo tecnico ma non solo, un grande progressista e palesemente filofrancese. Ma come uomo è tutto un’altra cosa, un amorale,
senza scrupoli, non esita a approfittarsi della moglie del suo migliore amico, non ha alcuna sensibilità, si è fatto molti nemici. Insomma un personaggio sgradevole
che ha suscitato odi e desideri di vendetta avendo tradito l’amicizia, offeso l’onore e tenuto comportamenti poco ortodossi.
Suo feroce antagonista il sergente Fazio Scansabisogni, un uomo amareggiato per la piega che ha preso la sua vita, un rinunciatario, melanconico, sempre ad
autoflagellarsi per i propri rimpianti, bloccato com’è dal ricordo di un passato assai doloroso, che non riesce a dimenticare, ed ora meno che mai visto che ritrova
nella valle boraficera quello che considera l’origine dei suoi mali, proprio quell’ingegner Flachi.
Un titolo di per se stesso indicativo Finirai all’inferno, un inferno che è il terzo grande protagonista di questo romanzo, infernale è il paesaggio ove è ambientata la
vicenda, ed infatti l’autore contrappunta i capitoli con molte citazioni dantesche, ma il demonio è anche dentro molti dei personaggi che animano il racconto, per-
sonaggi rosi internamente da un fuoco sacrilego alimentato da ofi, rancori, desideri di vendetta.
Giorgio Simoni manovra con abilità la sua trama tenendoci sempre sulla corda, disseminando la storia di indizi sempre dissimili tra loro sì da mantenere sempre viva
l’attenzione del lettore. E possiamo dire che ci riesce perché solo il finale ci svela chi è il colpevole. Pur se si può ritenere che l’intenzione dell’autore vada oltre la
soluzione del mistero, ma miri piuttosto a mettere in risalto le contraddizioni e le malvagità dell’animo umano.
Lo stile narrativo si sviluppa attraverso una lunga serie di flashback, molto accurata anche la ricostruzione storica, del resto Simoni si è ispirato a un fatto realmente
avvenuto per confezionare una storia che odora in tutti i sensi di zolfo….
Simoni si rifà a un episodio che nel 1815 viene riportato dalle cronache sulla tragica morta di un ingegnere tra le putizze della ” valle del diavolo “. Partendo da questo
fatto il romanzo ci presenta una serie di personaggi del tempo rievocando tramite loro il clima di incertezza di quel periodo, sono i momenti del passaggio tra Napoleone
che si avvia a uscire di scena e i Lorena che stanno per tornare, con la conseguenza da una parte di un clima sociale assai turbolento e dall’altra di una fase di transito
di cui tanti cercano di approfittarne a loro vantaggio.
In questo periodo ricco di fermenti avviene la triste fine dell’ingegnere caduto nell’acqua bollente, probabilmente per cause accidentali. Simoni ricostruisce i fatti in base
alle cronache del tempo e poi elabora una “propria” storia rispettosa della cornice dei fatti ma completamente di fantasia nello svolgimento. Quindi pieno rispetto per i
luoghi, pieno rispetto nel riportare i metodi utilizzati per estrarre il borace, ma piena invenzione per personaggi e accadimenti. Ne esce una storia che avvince il lettore,
i personaggi sono tantissimi, tratteggiati con pochi tocchi, tutti comunque realizzati in maniera reale e credibile.
Un viaggio nel tempo legato a luoghi affascinanti e ricchi di storia, una storia di un’industria che sorge in forma romanzata, ma ripercorsi con gli occhi di chi li ha vissuti
confezionando il tutto sotto forma di mistero.
GIUSEPPE PREVITI